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LN: Zilli, aperture domenicali dei negozi a turno come le farmacie

10.02.2016
15:35
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/RCM - "In un provvedimento di fatto già morto. Perché non proporre l'idea di turnare le aperture dei negozi come avviene per le farmacie?"

Così interviene Barbara Zilli (LN) in merito al dibattito sulle aperture domenicali dei punti vendita in corso in Consiglio regionale, dove la II Commissione ha appena approvato il disegno di legge n. 129 sul riordino del settore terziario.

Al di là delle operazioni di maquillage operate dal provvedimento sul commercio - rincara la consigliera regionale di centrodestra -, il vero tema su cui discutere è un altro: ci dica l'assessore Bolzonello qual è la reale volontà della Giunta regionale nel dibattere la questione delle aperture domenicali. L'impressione è che si voglia dare un colpo al cerchio e uno alla botte, accontentando formalmente tutti nella consapevolezza che sulle aperture domenicali ci sarà un nulla di fatto, visto che pende sul provvedimento la spada di Damocle dell'impugnativa statale. Se proprio vogliamo sfidare il Governo nazionale - aggiunge la Zilli -, facciamolo sfruttando l'occasione anche per rilanciare la nostra autonomia e chiedere maggiori competenze su un tema così strategico. Il non esporsi in prima persona di Bolzonello, nascondendosi dietro la volontà di condividere il provvedimento con il Consiglio, ma di fatto utilizzando l'Aula come scudo protettivo, dimostra da un lato la vacuità del provvedimento in discussione, dal momento che è certo che il Governo targato Pd impugnerà la norma e dall'altro la prassi della Giunta di utilizzare il Consiglio regionale a proprio piacimento.

Quello della limitazione delle aperture domenicali e festive dei centri commerciali è un tema da sempre caro alla Lega Nord. Ma non è possibile liquidarlo in questo modo. Dal momento quindi che non c'è una seria volontà di affrontare il tema con una posizione netta, noi rispondiamo proponendo un'idea alternativa: una soluzione sulla falsariga della turnazione delle farmacie, articolata su base territoriale e con un criterio che tenga conto di morfologia del territorio, tipologia degli esercizi commerciali e numero di abitanti, e che fissi inequivocabilmente modalità e tempi delle aperture, potrebbe nel contempo garantire la continuità territoriale e temporale del servizio. Sarebbe così salvaguardato il diritto al riposo del lavoratore, ma anche garantito all'esercente, sia grande o piccola distribuzione, un determinato bacino d'utenza.

È indubbio che le esigenze dei cittadini siano cambiate negli anni, per motivi che riguardano i mutati orari di lavoro, le diverse abitudini, nonché le preoccupazioni per il proprio stipendio e per il mantenimento del posto di lavoro. Mi rendo conto - chiosa la Zilli - che è corretto preservare le esigenze del consumatore nonché dei gestori e dei negozianti, ma questo non deve andare a discapito del lavoratore, che in questo modo rischia di veder sacrificato il suo sacrosanto diritto al riposo.