LN: Zilli, aperture domenicali dei negozi a turno come le farmacie
(ACON) Trieste, 10 feb - COM/RCM - "In un provvedimento di
fatto già morto. Perché non proporre l'idea di turnare le
aperture dei negozi come avviene per le farmacie?"
Così interviene Barbara Zilli (LN) in merito al dibattito sulle
aperture domenicali dei punti vendita in corso in Consiglio
regionale, dove la II Commissione ha appena approvato il disegno
di legge n. 129 sul riordino del settore terziario.
Al di là delle operazioni di maquillage operate dal provvedimento
sul commercio - rincara la consigliera regionale di centrodestra
-, il vero tema su cui discutere è un altro: ci dica l'assessore
Bolzonello qual è la reale volontà della Giunta regionale nel
dibattere la questione delle aperture domenicali. L'impressione è
che si voglia dare un colpo al cerchio e uno alla botte,
accontentando formalmente tutti nella consapevolezza che sulle
aperture domenicali ci sarà un nulla di fatto, visto che pende
sul provvedimento la spada di Damocle dell'impugnativa statale.
Se proprio vogliamo sfidare il Governo nazionale - aggiunge la
Zilli -, facciamolo sfruttando l'occasione anche per rilanciare
la nostra autonomia e chiedere maggiori competenze su un tema
così strategico. Il non esporsi in prima persona di Bolzonello,
nascondendosi dietro la volontà di condividere il provvedimento
con il Consiglio, ma di fatto utilizzando l'Aula come scudo
protettivo, dimostra da un lato la vacuità del provvedimento in
discussione, dal momento che è certo che il Governo targato Pd
impugnerà la norma e dall'altro la prassi della Giunta di
utilizzare il Consiglio regionale a proprio piacimento.
Quello della limitazione delle aperture domenicali e festive dei
centri commerciali è un tema da sempre caro alla Lega Nord. Ma
non è possibile liquidarlo in questo modo. Dal momento quindi che
non c'è una seria volontà di affrontare il tema con una posizione
netta, noi rispondiamo proponendo un'idea alternativa: una
soluzione sulla falsariga della turnazione delle farmacie,
articolata su base territoriale e con un criterio che tenga conto
di morfologia del territorio, tipologia degli esercizi
commerciali e numero di abitanti, e che fissi inequivocabilmente
modalità e tempi delle aperture, potrebbe nel contempo garantire
la continuità territoriale e temporale del servizio. Sarebbe così
salvaguardato il diritto al riposo del lavoratore, ma anche
garantito all'esercente, sia grande o piccola distribuzione, un
determinato bacino d'utenza.
È indubbio che le esigenze dei cittadini siano cambiate negli
anni, per motivi che riguardano i mutati orari di lavoro, le
diverse abitudini, nonché le preoccupazioni per il proprio
stipendio e per il mantenimento del posto di lavoro. Mi rendo
conto - chiosa la Zilli - che è corretto preservare le esigenze
del consumatore nonché dei gestori e dei negozianti, ma questo
non deve andare a discapito del lavoratore, che in questo modo
rischia di veder sacrificato il suo sacrosanto diritto al riposo.