CR: ddl Erpac, relatore minoranza Ziberna (2)
(ACON) Trieste, 22 feb - MPB - "Gorizia e il territorio
chiedono all'assessore di essere messi in condizione di esprimere
la governance dei suoi beni culturali e di aprirsi a una
soluzione diversa da quella prospettata con il ddl". E, ancora:
"Nel caso di questo ddl la forma è sostanza e dalla Giunta, dal
punto di vista formale, è stata scritta una pessima pagina della
storia dei rapporti tra Esecutivo e Assemblea".
Per il relatore di minoranza Rodolfo Ziberna (FI) non si può
definire diversamente quanto accaduto, con la presentazione in
Commissione a pochi giorni dall'esame in Aula, di 32 emendamenti
con i quali la Giunta ha significativamente modificato 15 dei 20
articoli originari del ddl 137 introducendone di altri, tanto più
che ciò - ha puntualizzato il relatore - ha avuto luogo in sede
di audizioni di soggetti istituzionali che così non sono stati in
grado di esprimere un parere sul testo appena emendato.
Con la maggior parte dell'articolato l'Esecutivo novella una
materia di competenza squisitamente regionale e su di essa il
nostro Gruppo - ha poi commentato il consigliere - non nutre
particolari obiezioni, se non che mentre il mondo delle
istituzioni va verso drastiche riduzioni degli enti funzionali e
delle loro articolazioni, la Giunta ne produce uno nuovo, che
costerà di più se non altro perché decine di dipendenti
provinciali passeranno nell'organico regionale, con
l'inquadramento anche di chi oggi opera con contratto privato.
Ma il problema principale - per Ziberna - sta nella scelta del
proprietario e dello strumento gestionale dei Musei Provinciali
di Gorizia. Al proposito viene rilevato che, alla luce del fatto
che la proprietà è disciplinata dalle tabelle allegate alla LR
26/2014, la Giunta afferma che il Consiglio è chiamato a
esprimersi sul disegno di legge 137 e non su altri e che pertanto
sarebbe fuorviante novellare altre leggi.
E' una affermazione che si lascia letteralmente esterrefatti - ha
dichiarato Ziberna sottolineando che la 26/2014 è la legge
regionale che ha subito il maggior numero di modifiche
in un brevissimo lasso di tempo.
Un progetto di legge - così ancora Ziberna - lo si valuta per ciò
che contiene, e pure per ciò che non contiene ma che si vorrebbe
contenesse. Ecco perchè abbiamo insistito sulla necessità di
modificare la 26 laddove dispone che i musei vengano trasferiti
dalla Provincia alla Regione. Perchè - ha aggiunto - il vero
problema è la volontà di questa Giunta regionale di accentrare
compiti e funzioni appartenute sino a oggi ai Comuni.
Forza Italia ritiene che, come succede in tutta Italia, anche la
proprietà dei Musei Provinciali con il superamento della
Provincia di Gorizia debba essere trasferita al Comune di
Gorizia. Ciò può aver luogo solamente con un emendamento alla 26
che il nostro Gruppo ovviamente depositerà - ha detto ancora il
relatore affermando di non comprendere perchè Gorizia debba
essere l'unica eccezione visto che i Comuni capoluogo della
nostra regione sono proprietari e gestori dei rispettivi musei
civici.
Ziberna ha poi ricordato il valore dello strumento museale ed
espositivo da utilizzare anche come volano per intercettare nuovo
turismo, nuove opportunità economiche. Per il territorio
goriziano e isontino, meglio sarebbe non venisse privato di
questa importante leva economica, assegnando la proprietà al
Comune di Gorizia e la gestione a un soggetto costituito dal
territorio, capace di fare sistema tra i Musei Provinciali di
Borgo Castello, Palazzo Attems, Castello, Sinagoga, Villa
Coronini, spazio espositivo di S. Chiara, con collaborazioni
aperte a importanti spazi oltre confine in Slovenia. Se i Musei
provinciali di Gorizia dovessero essere trasferiti alla Regione,
la città diverrebbe un'anomalia e patirebbe un'ingiusta
sperequazione rispetto agli altri capoluoghi e territori.
Passando al Comune, anzichè alla Regione, potrebbero in un quadro
di sinergie diventare la base per la re-istituzione dei Musei
civici di Gorizia.
Così - ha concluso Ziberna -, la chiusura della Provincia
potrebbe rendere per la prima volta concrete importanti forme di
gestione coordinata del ricchissimo e qualificato patrimonio
storico, documentale, culturale della città e del territorio con
la partecipazione attiva di enti e istituzioni che ne sono
detentori.
Sono queste le ragioni per cui, in deroga a quanto disciplinato
dagli allegati B (funzioni trasferite alla Regione) e C (funzioni
provinciali trasferite ai Comuni), riferiti all'articolo 32 della
legge regionale 26, i Musei Provinciali di Gorizia - con relativi
beni immobili e mobili sul territorio municipale di Gorizia,
unitamente al qualificato personale e alle risorse di cui
attualmente tali immobili, mobili e attività possono disporre -
vengano trasferiti al Comune di Gorizia anziché alla Regione o in
subordine all'Uti dell'Alto Isontino.
Senza dimenticare anche l'aspetto legato alla gestione dei Musei
Provinciali: del Comitato scientifico che governerebbe su questi
musei incardinati nell'Erpac nessun componente sarebbe
espressione né del Comune di Gorizia né di quello di Gradisca
d'Isonzo, sede di quella Galleria Spazzapan che verrebbe
incorporata anch'essa in Erpac, bensì sarebbe espressione del
Gect e delle due Uti che insistono sul territorio della provincia
isontina.
Si è quindi dato avvio al dibattito generale.
(immagini tv)
(segue)