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CR: riordino funzioni Province, relatore minoranza Zilli (5)

23.02.2016
13:08
(ACON) Trieste, 23 feb - MPB - "Scusate, abbiamo scherzato": potremmo così riassumere concettualmente quello che la Giunta ha fatto con quel gran pasticcio delle Uti.

Ha così esordito Barbara Zilli (LN), primo relatore di minoranza, sottolineando che le norme in coda al ddl che riordina le funzioni delle Province, abolite, permettono alla Giunta di portare avanti una riforma degli Enti locali che così si presenta letteralmente senza capo né coda.

Fin dal giorno dopo la sua approvazione si è capito che l'attuazione della legge 26/2014 sarebbe stata un vero e proprio percorso a ostacoli. Una legge più volte rimaneggiata anche dopo la sua recente approvazione: ciò che è da sempre mancato è stata la condivisione con il territorio - ha evidenziato Zilli ricordando che si sta emendando la legge in attesa del pronunciamento del Tar regionale.

In questa situazione qualcuno dovrebbe ammettere davanti ai cittadini di aver commesso un errore; invece a suon di emendamenti, ci troviamo di fronte già alla seconda proroga dell'avvio delle Uti, che non saranno immediatamente composte da tutti i Comuni. Avremo una sorta di Regione-Arlecchino, praticamente un totale caos, in cui i Comuni non sapranno più quali sono le loro reali funzioni, quali quelle delegate e chi sta fuori dalla Uti subirà un vero e proprio embargo, visto che dovrà gestire i servizi autonomamente senza ottenere nemmeno un euro dalla Regione, che finanzierà soltanto i Comuni aderenti alle Uti. Bell'esempio di sussidiarietà che dà il Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto Zilli, sottolineando l'incapacità di ascolto e di confronto della Giunta.

C'è poi l'aspetto dei costi che va affrontato in ordine al nuovo assetto territoriale: siamo davvero sicuri che tutto questo porterà a un risparmio? Davvero chiudere Comunità montane e Province si tradurrà in un contenimento dei costi e un miglioramento dei servizi per i cittadini? Siamo davvero certi che al posto di quattro sia meglio avere diciotto mini-enti intermedi? Siamo certi che il passaggio dei dipendenti da quegli enti alla Regione o alle Uti porterà risparmi? Sono tutte domande prive di reale e convincente risposta. La Giunta procede nel suo disegno asseritamente riformatore, ma che in realtà è un ben preciso disegno accentratore, che mina di fatto le basi della nostra autonomia nella volontà di consegnare a Roma il Friuli Venezia Giulia.

Zilli si è quindi chiesta quale sia "la valenza politica di un progetto di riforma così scellerato e antidemocratico e perché si sia scelto di spostare i termini della creazione delle Uti proprio ad aprile": la 26 andrebbe abrogata e riscritta completamente, in ossequio a una vera semplificazione normativa e burocratica, attuando una riforma degli enti locali che metta al centro di tutto l'ente comunale come ente primario e vicino al cittadino, il quale può esercitare un controllo diretto su chi lo governa.

Da parte del relatore la sensazione che si vogliano svuotare i Comuni delle loro prerogative, anche in vista di una possibile sconfitta elettorale primaverile. Avere Uti già avviate alla scadenza elettorale di giugno permetterà alla Regione di disinteressarsi del risultato delle amministrative; per una Regione a statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia questo è un autentico schiaffo all'autonomia - ha concluso Zilli invitando tutta l'opposizione a respingere il ddl in esame.

(segue)