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CR: approvata legge riordino funzioni Province (7)

24.02.2016
19:32
(ACON) Trieste, 24 feb - RCM - Ventidue i sì, 10 i no, 6 le astensioni: passa così la legge di riforma delle funzioni delle Province. I consensi sono stati del centrosinistra e della Giunta, compatti; i voti contrari vedono i nomi di Luca Ciriani (FdI/AN), Mara Piccin (Misto), Barbara Zilli (LN), il Gruppo di FI, il Gruppo di M5S; le astensioni sono state di Ncd e AR.

Prima della votazione finale, l'Aula aveva accolto le norme transitorie e finali del provvedimento con emendamenti giuntali.

L'articolo 34 era stato modificato per assicurare le risorse necessarie all'erogazione della Misura attiva al sostegno al reddito in considerazione di tutte le domande pervenute, prevedendo un costo di 14.450.000 euro per il 2016 recuperabili da restituzioni, da parte dei Comuni, di somme non utilizzate.

Sono stati aggiornati i Piani di successione e subentro delle Comunità montane al 15 aprile 2016, data di costituzione delle Unioni territoriali.

Si è precisato che gli effetti delle disposizioni in materia di diritto allo studio e istruzione seguono il termine del primo luglio 2016.

Non da ultimo, l'assessore Paolo Panontin si era detto favorevole all'ordine del giorno di AR, primo firmatario Roberto Revelant, con Ncd, Violino (Misto) e Gabrovec (Ssk-Pd), con cui si impegna la Giunta a costituire un tavolo politico tra Giunta, capigruppo del Consiglio regionale e sindaci che ancora non hanno dato attuazione alla LR 26/2014 per raggiungere una mediazione per un avvio condiviso della riforma degli enti locali.

Con le dichiarazioni di voto, Rodolfo Ziberna aveva parlato dello spirito collaborativo del gruppo di FI che aveva cercato di migliorare il testo, ma vista la scarsa disponibilità della Giunta e le fragilità del provvedimento, il voto sarebbe stato contrario. Renzo Tondo aveva spiegato l'astensione di AR criticando la riforma degli enti locali assieme a quella della sanità, che manca di programmazione; all'inizio è mancato il rispetto verso i sindaci con una parte che è stata commissariata, ora la Giunta ha fatto un passo indietro e non parla più di commissariamento, ma è troppo poco. Per Barbara Zilli la legge non ha mai convinto la Lega, così come non convincono le Uti, non più Comuni e non enti di area vasta; una Regione così non rispetta i principi di sussidiarietà e autonomia desiderati; la mediazione c'è stata, ma al ribasso. Luca Ciriani (FdI/AN) aveva spiegato il suo voto negativo affermando che la norma di riforma degli enti locali e le Uti vanno ripensate, quanto si fa oggi con questo provvedimento è troppo poco. Favorevole invece Vincenzo Martines (Pd), che ha sostenuto la necessità di far partire un provvedimento e poi verificarne la bontà, cosa che diversi sindaci si sono rifiutati a priori di fare con le Uti mostrando un atteggiamento inaccettabile.

Infine, per l'assessore Panontin la verità è che il ddl originario ha subito delle modifiche perché la Giunta aveva messo un'asticella di sfida verso i sindaci molto alta: ci hanno chiesto di attenuarla sia nei tempi di partenza sia nelle funzioni da portare avanti - ha detto -, lo abbiamo fatto.

(segue)