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CR. riordino settore terziario, relatore minoranza Sergo (4)

25.02.2016
10:56
(ACON) Trieste, 25 feb - RCM - Il settore del commercio è uno di quelli maggiormente interessati dalla crisi che ha colpito il nostro Paese dal 2008 in poi.

Così Cristian Sergo (M5S), secondo relatore di minoranza del ddl 129.

Le imprese commerciali del Friuli Venezia Giulia - ha proseguito il consigliere - non sono state risparmiate: secondo uno studio di Confesercenti, tra aperture e chiusure, dal 2011 al 2015, il saldo è risultato negativo (-2.794 negozi). Le nostre aziende hanno visto calare, dal 2012 al 2014, le proprie vendite del 4%, con una riduzione di 226 milioni di euro e il numero di occupati regionali è passato da 42.000 a 40.300.

Con riferimento al principio comunitario di libera prestazione di servizi, è stato ormai accertato che le normative nazionali sui giorni e gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali non sono incompatibili con le disposizioni del Trattato di funzionamento dell'Unione europea e la specifica direttiva del 2006.

Presso il Parlamento, accanto a una proposta di legge di iniziativa popolare sono state presentate numerose proposte di legge con cui diverse forze politiche hanno chiesto di rivedere la liberalizzazione nel settore commerciale. I lavori parlamentari hanno portato all'approvazione, nella Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, di un testo unificato che prevede l'obbligo di chiusura dei negozi in 12 festività, permettendo di derogare fino a 6 giorni di chiusura. Questa soluzione - rimarca Sergo - appare del tutto insufficiente e tale deve apparire anche agli occhi della Giunta regionale, che con il ddl 129 sostiene la necessità di chiudere i negozi obbligatoriamente in 9 delle 12 festività riconosciute, senza deroghe.

Risulta del tutto limitativo - prosegue il relatore - non affrontare il vero problema che ha creato una disparità tra i grandi negozi e quelli più piccoli, ovvero la possibilità, per i grandi centri, di rimanere aperti 7 giorni su 7. Nelle intenzioni del Governo, questa doveva essere una misura di tutela della concorrenza. Invece la stessa Regione Friuli Venezia Giulia, nel suo ricorso del 2012, evidenziava come tale misura si sarebbe tradotta in un fattore distorsivo. I risultati si sono tradotti con la chiusura di migliaia di esercizi commerciali e un calo del fatturato pari al 14% per la piccola e media distribuzione di generi alimentari e -5,5% di generi non alimentari, a fronte di cifre ben più contenute per la grande distribuzione (-1,9% per i generi alimentari, -3,5% per gli altri).

Oggi la Giunta regionale riorganizza gli 8 Centri di assistenza tecnica alle imprese (CAT) nell'ottica di creare un referente unico: rispetto a questa previsione, non possiamo che essere favorevoli.

Tra le attività di promozione e sostegno delle attività commerciali, sono previste nuove iniziative tra cui i contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari degli immobili: evidenziamo come una tale misura non può risolvere il problema che molti commercianti devono affrontare per il pagamento di canoni di locazione ritenuti fuori mercato, soprattutto nei centri storici. È per questo che riteniamo che incentivare i commercianti a pagare contratti troppo alti non può portare che a mantenere quei valori di locazione, senza ottenere l'effetto desiderato, ovvero il loro calo.

Quanto agli outlet, si segnala un'ulteriore liberalizzazione delle vendite allargata anche ai prodotti non outlet all'interno di queste strutture: senza i dovuti accorgimenti, ciò rischia di limitare la già scarsa tutela del consumatore e di ledere la già compromessa concorrenza con i negozi di vicinato.

Infine, tra gli interventi di sostegno alle imprese del settore del commercio e del turismo, uno dei più significativi vede l'istituzione del "Fondo per i contributi in conto capitale alle imprese turistiche", con cui sanno incentivate operazioni di tipo qualitativo e quantitativo rivolte alle strutture ricettive ma anche ai pubblici esercizi.

Ma sono previsti anche interventi puntuali lungi dal disciplinare unitariamente la materia, sebbene volti alla costruzione o al miglioramento di alcune infrastrutture ricreative. Nonché sono inserite alcune norme - ha concluso Sergo - che si ritengono essere del tutto inconferenti con le disposizioni del disegno di legge, laddove, ad esempio, si interviene alla modifica della cosiddetta legge Rilancimpresa (la n. 3 del 2015) concedendo la possibilità al Consorzio di sviluppo industriale di Tolmezzo di trasformare aree industriali del Comune di Moggio in aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea) anche al di fuori dell'agglomerato industriale.

Come annotazione finale, desta sorpresa che sui 5 milioni di spesa complessivi autorizzati, più di 2,2 siano destinati a soddisfare finalità puntuali o una tantum, a scapito di una previsione unitaria di finanziamento del sistema commerciale che un disegno di legge di riforma dovrebbe avere.

L'Aula ha avviato il dibattito generale.

(immagini tv)

(segue)