FI: Novelli, a Casa di Cura Città di Udine tolte terapie del dolore
(ACON) Trieste, 29 feb - COM/RCM - "La Regione toglie alla Casa
di Cura Città di Udine la possibilità di erogare le terapie del
dolore, aumentando le liste d'attesa e costringendo sia l'equipe
specialistica sia i pazienti a rivolgersi fuori territorio con
conseguenti maggiori costi".
A lanciare l'allarme è il consigliere regionale di Forza Italia
Roberto Novelli, che così rileva: "Il 5 febbraio scorso, la
Regione (con delibera n. 165) ha adottato il documento sulla rete
delle cure palliative e la rete per la terapia del dolore (che
finalmente recepisce la legge nazionale 38/2010), dichiarando
ufficialmente che provvederà con proprio successivo provvedimento
(ma quando?) alla costituzione del coordinamento regionale per le
cure palliative e la terapia del dolore. Intanto, però, viene
tolta alla Casa di Cura Città di Udine la possibilità di erogare
proprio quelle terapie antalgiche che in questo momento la
struttura pubblica non è assolutamente in grado di garantire.
"Un paradosso che merita un approfondimento. Dal 2012 il
policlinico udinese di viale Venezia, per rispondere a esigenze
di salute cui non veniva data risposta dalle strutture pubbliche,
estende la propria attività di terapia del dolore acquisendo
un'equipe di specialisti in grado di effettuare interventi anche
di particolare complessità (ad esempio, impianto di
neurostimolatori midollari). Non esistendo all'epoca in FVG (come
del resto riconosciuto dalla recente delibera) i criteri per la
definizione della rete dedicata, i ricoveri vengono assegnati
alla specialità di chirurgia, mentre per la parte ambulatoriale
viene riconosciuto un formale accreditamento, poi rinnovato nel
2015.
"Oltre 400 persone si sono rivolte, nell'ultimo biennio, al
reparto di chirurgia della Casa di Cura Città di Udine per
sottoporsi a interventi con procedure invasive di terapia del
dolore. Di queste, l'80% è costituito da cittadini del FVG. Il
tutto in piena regolarità amministrativa.
"Stante la particolarità delle procedure praticate, la Casa di
Cura già nell'agosto 2014 aveva trasmesso i propri protocolli per
gli interventi invasivi alla direzione dell'allora Ass n.4 Medio
Friuli per il corretto inquadramento delle tipologie di ricovero,
senza ricevere, anche in questo caso, alcuna obiezione a riguardo.
"Soltanto a seguito delle ultime verifiche eseguite dai
responsabili del Nucleo aziendale Controllo delle Prestazioni di
ricovero dell'Ass. n.4 in relazione alle prestazioni sanitarie
rese nel corso del 2015, per la prima volta è stata contestata
l'inappropriatezza della richiesta di rimborso delle prestazioni
erogate, in ragione del fatto che "i ricoveri in questione, pur
appropriati dal punto di vista dell'indicatore regionale
esaminato, vengono contestati in quanto la struttura Casa di Cura
Città di Udine risulta accreditata per l'esecuzione di terapia
del dolore a livello ambulatoriale".
"A seguito di tale incomprensibile dietrofront, Casa di Cura
Città di Udine si è vista costretta a sospendere cautelativamente
l'erogazione delle prestazioni in regime di ricovero presso il
reparto chirurgico, provocando gravi disagi alla utenza già in
lista di attesa per sottoporsi a procedura invasiva con degenza.
"Alla Casa di Cura si sono già allungate le liste di attesa,
mentre l'equipe specialistica sta pensando a trasferire la
propria attività in Veneto. L'ennesimo paradosso, in tal caso,
con il FVG, che pagherebbe fuori regione ulteriori attività che
proibisce di svolgere agli erogatori operanti sul proprio
territorio e che induce i pazienti a rimpinguare il turismo
sanitario in uscita che già alimenta cliniche private del Veneto
soprattutto per l'ortopedia e la successiva riabilitazione (vedi
Monastier), e per la psichiatria con ricovero (vedi Villa
Napoleon a Preganziol).
"Sarebbe necessario che le professionalità coltivate alla Casa di
Cura Città di Udine e il loro know how maturato in questi anni
non venisse disperso, facendo entrare la struttura nella rete
regionale in qualità di centro di tipo HUB di 2° livello, ovvero
abilitato a erogare anche le attività di ricovero collegate alle
prestazioni più invasive, anche perché può garantire tutti i
requisiti definiti dalla Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio
2012 per tale tipologia organizzativa. Un riconoscimento che,
peraltro, non comporta alcun onere per la Regione, visto che gli
investimenti e i costi sono interamente a carico della struttura
cui vengono corrisposti gli emolumenti previsti dal tariffario, a
fronte delle sole prestazioni effettivamente erogate".