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FI: Ziberna, su morti da inquinamento atmosferico la Giunta è inerte

05.03.2016
12:56
(ACON) Trieste, 5 mar - COM/AB - "In Italia l'inquinamento atmosferico uccide ogni anno quasi 85.000 persone, con una stima per la nostra regione di circa 1.700 persone: una carneficina, più del fumo di sigaretta, di cui però perlomeno se ne parla molto. Ebbene, cosa fa la nostra regione? Abbiamo una mappa delle aree più a rischio? Ci sono interventi strutturali, campagne informative su azioni individuali da adottare, interventi condivisi con gli enti locali al di là del blocco del traffico in rare occasioni?".

Queste sono le domande che si è posto il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, che ha rivolto un'interrogazione alla presidente Debora Serracchiani e all'assessore competente per sapere quante siano le persone che muoiono per queste ragioni ogni anno, in quali aree ciò avviene maggiormente e quali siano le azioni poste in essere dalla Giunta.

"Questa giunta regionale mostra tutta la sua inadeguatezza nell'affrontare i problemi della Ferriera di Trieste e della centrale A2A di Monfalcone e siamo assai preoccupati per la sua possibilità di affrontare in modo adeguato il rischio inquinamento". "Nel continente europeo - come ricorda su Test salute la direttrice Rosanna Massarenti - l'inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute, tanto da ridurre anche significativamente la durata di vita e da contribuire alla diffusione di gravi patologie quali malattie cardiache, problemi respiratori e cancro. Ciò è confermato dai dati più che allarmanti - anche perché non evidenziano alcuna inversione di tendenza - pubblicati in occasione della Conferenza sul clima di Parigi: secondo la nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), l'inquinamento atmosferico continua a essere responsabile di 436.000 morti premature in Europa. In Italia si muore di inquinamento atmosferico molto più che in ogni altro paese dell'Unione: le 84.400 vittime stimate dall'Aea hanno costi sociali altissimi e un notevole impatto economico, dato dall'aumento dei costi sanitari e dalla riduzione della produttività, con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori. Eppure, solo dopo molte settimane di superamento (anche del doppio) dei limiti consentiti di polveri sottili sono state prese misure 'urgenti' per tutelare la salute pubblica, con provvedimenti ancora una volta tampone e di emergenza: limitazione della circolazione delle auto, abbassamento di qualche grado del riscaldamento domestico. Come se dipendesse solo da questo e solo da noi. Poi, alla prima pioggia che pulisce un po' l'aria, non se ne parla più, come se il problema non fosse più una priorità. Circa un terzo della popolazione italiana vive in luoghi - aree urbane e zone industriali - dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge". "E' opportuno valutare tra gli interventi quelli che riguardano la mobilità sostenibile nelle città, che naturalmente sono di grande importanza: aumento delle aree pedonali e delle piste ciclabili, trasporto pubblico ecologico, limitazione della circolazione per auto troppo inquinanti, incentivo del car sharing e così via".

"L'inquinamento è tra le principali cause di morte prematura in Italia, alla luce della fatto che tra i 28 Paesi europei il nostro è quello in cui si muore di più per inquinamento atmosferico in termini assoluti, superato solo da alcuni Paesi dell'Est se i decessi vengono stimati in rapporto al numero degli abitanti. Fra le cause di morte prematura degli italiani negli ambosessi sono proprio le malattie cardiovascolari e i tumori, che rappresentano 7 morti su dieci complessive, precisamente e rispettivamente circa 225mila e 180mila, di cui circa 83mila determinati dal tabagismo".

"Oltre al dramma per la perdita di così tante vite, le cifre impressionano anche sotto l'aspetto del danno economico visto che, complessivamente, solo le malattie cardiovascolari sono costate dieci anni fa in Europa circa 192 miliardi di euro, dovuti per il 57% (circa 110 miliardi) ai costi sanitari, per il 21% alla produttività persa e per il 22% alle cure informali (82 miliardi). Le spese sanitarie dirette ammontano a 223 euro all'anno pro capite: sono le malattie che hanno i costi economici, oltre che umani, più elevati d'Europa. Possiamo solo immaginare a quanto ammontino i costi sommati ad altre patologie." "E' di alcuni giorni fa, inoltre, la notizia data da una recente indagine nazionale condotta dal dipartimento di epidemiologia e biostatistica del Cro di Aviano, pubblicata nella prestigiosa rivista "International journal of environmental research and public health", secondo la quale vi è una stretta relazione tra morte per carcinoma polmonare e la residenza vicino alle grandi strade nazionali." "Ho pertanto rivolto un'interrogazione alla Giunta per sapere: in quale misura nella nostra regione l'inquinamento atmosferico sia stimato essere causa di morte prematura (plausibili 1.700 decessi all'anno?); quali siano le zone in cui maggiormente la nostra popolazione è a rischio; quale sia la stima dei danni economici determinati al settore pubblico e privato, con particolare attenzione a quelli gravanti sulle risorse regionali; quali azioni la Giunta intenda porre in essere per abbattere nella maggior misura possibile il numero di questi decessi (e questo è il dato più drammatico), considerato che qualunque fosse il costo, sarebbe comunque inferiore al danno che la Regione subisce (costi sanitari, farmaci, assenze dal lavoro)".