Ncd: Colautti, urgente rinegoziare Patto Serracchiani/Padoan
(ACON) Trieste, 10 mar - COM/MPB - "Sarebbe troppo facile dire
"ve lo avevo detto". Interpellanze, mozioni, articoli di legge
presentati da NCD e discusse in Consiglio regionale sulla
debolezza del Patto Serracchiani/Padoan in particolare su tre
punti: il primo riguarda la decisione di rinunciare ai ricorsi
nei confronti dello Stato mossi dalle Regioni Autonome a tutela
della specialità, il secondo la mancata previsione di un tetto
(il Trentino ha previsto il 10%) oltre il quale lo Stato deve
necessariamente trattare con la Regione l'ulteriore prelievo, il
terzo la concessione senza contropartite di 250 mila euro anno
proveniente dal gettito derivanti dalle compartecipazioni
pensionistiche".
Il presidente di Ncd in Consiglio regionale, Alessandro Colautti,
è molto critico sull'atteggiamento che ha voluto tenere la
presidente Serracchiani e indica la strada per evitare che il FVG
perda la Specialità.
"Probabilmente la Serracchiani riteneva che un atteggiamento
benevolo nei confronti del Governo amico avrebbe permesso
l'attuazione del più volte richiamato principio della "leale
collaborazione" tra le Istituzioni, dimenticando che lo Stato
traduce tale principio in termini unilaterali soprattutto da
quando è stato introdotto il principio del coordinamento della
finanza pubblica.
"Immagino quindi il brutto risveglio della presidente - commenta
Colautti - nel prendere atto che lo Stato è insaziabile e
soprattutto non tiene conto, e questo è gravissimo, dei
trasferimenti già accordati che, oltre a quelli del Patto,
assommano a ulteriori circa un miliardo e quattrocento milioni.
"In più la gravità del prelievo previsto nella Legge di Stabilità
è irrispettoso anche della specialità e cioè del fatto che la
Regione gestisce da sola Sanità (e senza debiti), Enti Locali e
trasporto pubblico con le entrate provenienti dalle tasse pagate
dai cittadini. Corriamo, quindi, un serio pericolo di non poter
più garantire questi servizi perché il prelievo forzoso intacca
probabilmente i 6 decimi destinati a queste funzioni.
"Oltre al ricorso obbligato, quindi, è urgente, come più volte
sottolineato, mettere al più presto mano alla rinegoziazione del
Patto con lo Stato e avviare al più presto la riscrittura dello
Statuto soprattutto per "costituzionalizzare" il meccanismo della
certezza finanziaria, pena la perdita della specialità.
"E - conclude Colautti -, non mi pare si possa parlare di un
privilegio bensì di sopravvivenza".