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Ncd: Colautti, urgente rinegoziare Patto Serracchiani/Padoan

10.03.2016
13:31
(ACON) Trieste, 10 mar - COM/MPB - "Sarebbe troppo facile dire "ve lo avevo detto". Interpellanze, mozioni, articoli di legge presentati da NCD e discusse in Consiglio regionale sulla debolezza del Patto Serracchiani/Padoan in particolare su tre punti: il primo riguarda la decisione di rinunciare ai ricorsi nei confronti dello Stato mossi dalle Regioni Autonome a tutela della specialità, il secondo la mancata previsione di un tetto (il Trentino ha previsto il 10%) oltre il quale lo Stato deve necessariamente trattare con la Regione l'ulteriore prelievo, il terzo la concessione senza contropartite di 250 mila euro anno proveniente dal gettito derivanti dalle compartecipazioni pensionistiche". Il presidente di Ncd in Consiglio regionale, Alessandro Colautti, è molto critico sull'atteggiamento che ha voluto tenere la presidente Serracchiani e indica la strada per evitare che il FVG perda la Specialità. "Probabilmente la Serracchiani riteneva che un atteggiamento benevolo nei confronti del Governo amico avrebbe permesso l'attuazione del più volte richiamato principio della "leale collaborazione" tra le Istituzioni, dimenticando che lo Stato traduce tale principio in termini unilaterali soprattutto da quando è stato introdotto il principio del coordinamento della finanza pubblica. "Immagino quindi il brutto risveglio della presidente - commenta Colautti - nel prendere atto che lo Stato è insaziabile e soprattutto non tiene conto, e questo è gravissimo, dei trasferimenti già accordati che, oltre a quelli del Patto, assommano a ulteriori circa un miliardo e quattrocento milioni.

"In più la gravità del prelievo previsto nella Legge di Stabilità è irrispettoso anche della specialità e cioè del fatto che la Regione gestisce da sola Sanità (e senza debiti), Enti Locali e trasporto pubblico con le entrate provenienti dalle tasse pagate dai cittadini. Corriamo, quindi, un serio pericolo di non poter più garantire questi servizi perché il prelievo forzoso intacca probabilmente i 6 decimi destinati a queste funzioni. "Oltre al ricorso obbligato, quindi, è urgente, come più volte sottolineato, mettere al più presto mano alla rinegoziazione del Patto con lo Stato e avviare al più presto la riscrittura dello Statuto soprattutto per "costituzionalizzare" il meccanismo della certezza finanziaria, pena la perdita della specialità.

"E - conclude Colautti -, non mi pare si possa parlare di un privilegio bensì di sopravvivenza".