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CR: ritirata mozione tutela pozzi artesiani (2)

15.03.2016
12:44
(ACON) Trieste, 15 mar - MPB - All'attenzione dell'Aula la mozione "a tutela dei pozzi artesiani quale fonte esclusiva di approvigionamento idrico" presentata dai consiglieri del MoVimento 5 stelle e a cui Mara Piccin (Misto) aveva aggiunto la firma: già discussa ma non votata la scorsa tornata d'Aula, dopo la presentazione di due emendamenti interamente sostitutivi, la mozione oggi, al termine di un nuovo dibattito è stata ritirata dal primo firmatario Cristian Sergo.

I due emendamenti sostitutivi erano stati presentati uno dalla maggioranza, primo firmatario il dem Vittorino Boem, e uno della minoranza, primo firmatario Paride Cargnelutti (Ncd). Proprio Cargnelutti al termine del dibattito, aveva proposto - raccogliendo l'adesione unanime dell'Assemblea - la sospensione della votazione per verificare la possibilità di fare sintesi tra le posizioni contenute nei tre documenti.

Intenzione dei consiglieri M5S e Piccin, impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di una campagna di indagini idrogeologiche cui affidare la caratterizzazione stratigrafica e idraulica dei singoli acquiferi, la definizione di medio-lungo termine delle singole misure freatimetriche, l'individuazione e la datazione delle acque fossili, le pressioni esercitate sui singoli acquiferi in relazione agli emungimenti, alle contaminazioni e al cono salino; a riformulare il vigente articolo 48 delle norme tecniche del Piano tutela acque in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 del Regio Decreto 1775/1933; a subordinare, per i casi non previsti del decreto,la fissazione di eventuali limitazioni di portata all'esito di una sperimentazione scientifica che stabilisca le portate prelevabili; a emanare le linee guida per la trivellazione dei nuovi pozzi e per la sperimentazione sulle portate prelevabili, avvalendosi per questo del supporto tecnico-scientifico di ARPA FVG, di un autorevole soggetto terzo e comunque di soli enti pubblici; a escludere, infine, i pozzi artesiani trattati dal citato articolo del Regio Decreto dalle previsioni del vigente articolo 36 delle norme tecniche di attuazione del Piano.

Quanto agli emendamenti, con quello firmato dai democratici Boem e Travanut e da Lauri (Sel) si impegnava la Giunta a mantenere un dialogo con i Comuni della Bassa Pianura con l'obiettivo di tutelare la risorsa idrica sotterranea riconoscendo il ruolo del sistema di approvvigionamento idrico rappresentato dai pozzi artesiani in quella porzione di territorio caratterizzato dall'assenza di infrastrutture acquedottistiche. E inoltre: a portare a compimento l'azione pianificatoria regionale con l'approvazione del Piano di tutela delle Acque; a sollecitare il Tavolo tecnico costituito con delibera nel 2014 affinchè porti a termine, anche con il necessario supporto finanziario, le attività sperimentali previste; a incrementare, al di sotto della linea delle risorgive, la rete di monitoraggio quantitativo con la realizzazione di nuovi punti di misura per completare le conoscenze sullo stato dei corpi idrici sotterranei; a proseguire il censimento del numero dei pozzi artesiani; a limitare sprechi della risorsa idrica sotterranea, anche mediante forme di incentivazione prevedendo indirizzi e norme specifiche, in tal senso nel PRTA o la previsione nei Piano d'Ambito di progettazione e realizzazione di acquedotti industriali nelle principali aree produttrici, cone le zone industriali dell'Aussa-Corno e di Ponte Rosso a San Vito al Tagliamento.

L'emendamento presentato da Cargnelutti e Colautti (Ncd), che aveva raccolto anche le firme di Ciriani (FdI/AN), De Anna, Ziberna e Riccardi (FI), Tondo (AR) e Barillari (Gruppo Misto)chiedeva alla Giunta di effettuare un censimento del numero dei pozzi artesiani, ma in primo luogo di rilevare e rendere noti in tempi brevi i dati delle trivellazioni degli ultimi 5 anni per valutare la tendenza in atto. Inoltre, di progettare un acquedotto a servizio della zona industriale dell'Aussa Corno nei Comuni di San Giorgio di Nogaro, Torviscosa e Cervignano del Friuli con la captazione di acque a uso industriale dai vicini fiumi Corno e Aussa o dall'impianto di depurazione presente; a programmare una rete di irrigazione agricola da parte del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana a sostegno del settore agricolo della Bassa friulana, che incide in maniera significativa nell'economia regionale; a regolamentare le future infissioni; a un dimensionamento sperimentale dei pozzi esistenti alla dimensione delle fontane storiche; a studiare le portate e la qualità delle falde per un periodo di 5 anni in relazione alla sperimentazione; a escludere da qualsiasi pianificazione un progetto acquedottistico per le caratterizzate dai pozzi artesiani; a dare infine avvio a una campagna di prevenzione sull'inquinamento delle acque sotterranee in particolare sull'utilizzo dei nitrati in agricoltura.

Al termine di un ulteriore dibattito il consigliere Sergo ha espresso la volontà di ritirare la mozione evidenziando che da parte dei proponenti gli emendamenti non c'era stata la ricerca di concordare una possibile modifica del testo iniziale della mozione.

Una sospensione dei lavori per verificare un tanto non ha dato esito favorevole per la definizione di un testo modificato in modo condiviso fra le varie parti e il portavoce M5S ha confermato il ritiro della mozione, che così ha determinato il decadere dei due emendamenti.

Da parte dei presentatori delle due modifiche non è stato dato seguito all'ipotizzata, possibile, trasformazione dei due testi in ordine del giorno.

(immagini tv)

(segue)