Sel: Lauri, acqua, sì a Statuto ma rinvio legge favorirebbe mercato
(ACON) Trieste, 15 mar - COM/MPB - "L'acqua è un bene comune,
il suo accesso un diritto umano universale: e la sua gestione
deve essere pubblica così come avviene in Val d'Aosta e nelle
Province di Trento e Bolzano: nella revisione dello Statuto di
autonomia della Regione bisogna ottenere anche per il FVG le
stesse potestà che lo Stato ha già concesso loro e su questo c'è
l'impegno di tutto il Consiglio regionale che ha già cominciato
ad approfondire l'argomento. Ma l'individuazione di un'autorità
unica in grado di programmare gli interventi nell'intera Regione
non si può più rimandare".
Giulio Lauri, capogruppo di Sel in Consiglio regionale, ha
motivato così la necessità di varare la nuova legge regionale sui
servizi idrici e sulla gestione dei rifiuti nel corso
dell'incontro fra i capigruppo e alcuni sindaci che avevano
chiesto il rinvio sine die della legge, avvenuto lunedì sera a
Udine nella sede della Regione.
"La posizione di Sel è nettamente a favore di modalità di
affidamento in house a soggetti interamente pubblici del servizio
idrico integrato, e siamo i primi ad auspicare e ad impegnarci
per un cambiamento della normativa comunitaria e nazionale che
tolga all'acqua lo status di bene la cui gestione ha rilevanza
economica ed è quindi soggetta alle sole regole del libero
mercato, in modo che lo Stato possa così prendere un orientamento
deciso per una gestione da parte di società interamente
pubbliche. Però non possiamo perdere tempo e rimandare una
decisione che ci consenta di investire risorse per la
manutenzione di una rete idrica che fa acqua da tutte le parti e
realizzare un compiuto sistema di depurazione delle acque in
attesa dell'approvazione in Parlamento di una legge i cui
contenuti e tempi non sono nella disponibilità del Consiglio
regionale", ha continuato Lauri.
"Il FVG si colloca agli ultimi posti nella classifica delle
regioni relativa alla percentuale di popolazione allacciata ad
impianti di depurazione efficienti. Quasi la metà della
popolazione scarica le acque reflue nel suolo e questo peggiora
innanzitutto la qualità delle acque sotterranee che lasceremo
alle generazioni future. Siamo a un passo dalle sanzioni Ue che
potrebbero pesare sul FVG per 66 milioni/anno, a partire da
quello in corso, fino al completamento del sistema di depurazione
regionale, un esborso che aprirebbe una vera e propria falla nel
bilancio regionale costringendo la Regione a distogliere risorse
da altri provvedimenti di natura sociale economica e ambientale.
"Abbiamo ascoltato le istanze dei territori e già accolto alcune
modifiche per le aree montane - dove la realizzazione di un
sistema di depurazione risulta particolarmente oneroso: la
Regione ha già previsto una priorità per la destinazione degli
investimenti nelle aree montane e un alleggerimento delle
bollette dell'acqua tramite Carta famiglia - ha proseguito Lauri
- e allo stesso modo siamo aperti ad accogliere anche ulteriori
proposte di modifica di singoli punti della legge.
"Con lo stesso impegno porteremo avanti con decisione la
trattativa con lo Stato sullo Statuto regionale, e se lo Stato
darà una indicazione univoca per gli affidamenti in house saremo
i primi a esultare per il recepimento delle istanze referendarie
e modificheremo la norma - ha concluso Lauri -, ma la richiesta
di una parte dei sindaci e dei comitati non può essere quella di
non applicare le norme nazionali o di decidere di non decidere
come è avvenuto in passato. Senza un forte governo pubblico
dell'acqua e dei rifiuti oggi questi beni sono molto più esposti
agli interessi di mercato di quanto non avverrà dopo
l'approvazione della legge. Per questo - perché condividiamo
totalmente le premesse di alcuni Comuni e Comitati ma dissentiamo
radicalmente sulle conclusioni -, pensiamo che sia utile
discutere e approvare una nuova legge sulla gestione del servizio
idrico e dei rifiuti ed evitare che anche in questa legislatura,
così come quella precedente, questo problema non venga
affrontato".