CR: servizio idrico e rifiuti, relatore maggioranza Lauri (2)
(ACON) Trieste, 17 mar - MPB - Per Giulio Lauri, secondo
relatore di maggioranza e anch'egli firmatario della proposta, la
finalità del provvedimento è di riformare il governo del sistema
idrico integrato e della gestione integrata dei rifiuti urbani
nel rispetto del quadro legislativo nazionale ed europeo,
riconoscendo l'accesso all'acqua come diritto umano universale,
di proprietà pubblica, inalienabile e da tutelare, e la gestione
integrata dei rifiuti urbani come elemento fondante il patto con
le generazioni future al fine di rendere cogente il loro diritto
a fruire di un integro patrimonio ambientale.
In Friuli Venezia Giulia, terra storicamente ricca di acqua, si
sta assistendo a un progressivo abbassamento della falda freatica
determinato tanto dalle minori precipitazioni quanto
dall'incremento della quantità prelevata, e a un peggioramento
delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque, esposte a
fenomeni di inquinamento di diversa natura - agricola,
industriale e civile - anche per effetto di un sistema di
depurazione insufficiente. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, si
trova agli ultimi posti nel Paese nella classifica delle regioni
relativa alla percentuale della popolazione allacciata a impianti
di depurazione efficienti, ha puntualizzato Lauri riportando
numerosi dati e ricordando il ritardo rilevante che l'intero
Paese registra nell'applicazione delle direttive europee, che
comporterà anche per la nostra regione pensanti sanzioni Ue.
Anche sul fronte della distribuzione dell'acqua negli anni a
venire saranno necessari ingenti investimenti: sul fronte della
dispersione dell'acqua dalle condutture - quasi il 50% -, i dati
ci collocano assieme alla gran parte delle regioni del Sud nella
parte peggiore della classifica delle regioni italiane. Numeri
che suggeriscono la mole degli interventi di manutenzione della
rete di trasporto idrico e di realizzazione di nuovi impianti di
depurazione delle acque reflue urbane che nei prossimi anni sarà
necessario realizzare e la velocità con cui bisognerà portarli a
compimento prima di poterci sgravare della sanzione europea
annuale.
Non è possibile aspettare oltre nella promulgazione di una legge
che crei le condizioni affinché all'interno di ogni ambito
territoriale omogeneo si costituisca un'autorità pubblica di
governo forte, in grado di programmare complessivamente gli
interventi nell'intero bacino attraverso i piani d'ambito e di
individuare modalità di gestione e gestori sufficientemente
solidi da operare con rapidità ed efficacia e portarli a
compimento. E' necessario partire al più presto, anche a costo di
dovere successivamente reintervenire sulla legge nel caso in cui
dovesse cambiare a breve la normativa nazionale.
Questo Consiglio regionale non può rischiare di attraversare
l'intera legislatura, così come è già avvenuto in quella
passata, senza affrontare compiutamente un problema rilevante che
rischia di gravare pesantemente dal punto di vista ambientale e
dal punto di vista economico sulle generazioni future.
Analogamente, a nostro avviso vanno affrontate le giuste
richieste alla Regione di ricontrattare con lo Stato le proprie
competenze in materia di gestione della risorsa idrica sulla
scorta di quanto avvenuto in Val d'Aosta e nelle Province di
Trento e di Bolzano, guadagnando nuove competenze anche nel
nostro Statuto di autonomia speciale.
Anche per una corretta e moderna gestione sostenibile dei rifiuti
risulta di fondamentale importanza rafforzare un processo
governato in modo forte dalla mano pubblica. Le politiche
comunitarie ci dicono che le importanti sfide che ci poniamo in
materia di gestione delle risorse passano
dalla capacità di prevenire la produzione dei rifiuti urbani e di
migliorare i servizi di raccolta, trasporto, selezione,
trattamento, riciclaggio e riuso riducendo al minimo lo
smaltimento in discarica e l'incenerimento, seguendo il modello
dell'economia circolare attraverso il quale l'uso delle risorse è
minimizzato e le stesse sono mantenute nell'economia anche quando
un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo, creando valore
aggiunto e nuove opportunità di occupazione.
Tanto sul governo dell'acqua quanto su quello dei rifiuti è
evidente l'opportunità di dotare rapidamente il territorio
regionale di una autorità di governo pubblico, che a questo punto
è ragionevole pensare sia unica poiché entrambi i servizi sono di
competenza dei Comuni in forma aggregata e
quindi tale unificazione risponde alle esigenze di snellimento e
semplificazione del processo. Sarebbe stato inutilmente
dispendioso creare due Autorità e due strutture tecniche
differenti, ma ciò non implica la propensione a una fusione dei
due servizi né in alcun modo un'apertura alla gestione da
parte di multiutility pubblico-private, in particolare per quanto
riguarda la gestione dell'acqua. Questo perché, pur essendo
possibili e valutabili economie di scala, pensiamo che gestione
dell'acqua e gestione dei rifiuti debbano rimanere distinte in
quanto presentano problematiche differenti. Infatti,
avere un'unica autorità di governo non si traduce automaticamente
nell'aprire le porte ad un unico soggetto gestore per entrambi i
servizi.
(segue)