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CR: servizio idrico e rifiuti, relatore maggioranza Lauri (2)

17.03.2016
10:51
(ACON) Trieste, 17 mar - MPB - Per Giulio Lauri, secondo relatore di maggioranza e anch'egli firmatario della proposta, la finalità del provvedimento è di riformare il governo del sistema idrico integrato e della gestione integrata dei rifiuti urbani nel rispetto del quadro legislativo nazionale ed europeo, riconoscendo l'accesso all'acqua come diritto umano universale, di proprietà pubblica, inalienabile e da tutelare, e la gestione integrata dei rifiuti urbani come elemento fondante il patto con le generazioni future al fine di rendere cogente il loro diritto a fruire di un integro patrimonio ambientale.

In Friuli Venezia Giulia, terra storicamente ricca di acqua, si sta assistendo a un progressivo abbassamento della falda freatica determinato tanto dalle minori precipitazioni quanto dall'incremento della quantità prelevata, e a un peggioramento delle caratteristiche fisico-chimiche delle acque, esposte a fenomeni di inquinamento di diversa natura - agricola, industriale e civile - anche per effetto di un sistema di depurazione insufficiente. Il Friuli Venezia Giulia, infatti, si trova agli ultimi posti nel Paese nella classifica delle regioni relativa alla percentuale della popolazione allacciata a impianti di depurazione efficienti, ha puntualizzato Lauri riportando numerosi dati e ricordando il ritardo rilevante che l'intero Paese registra nell'applicazione delle direttive europee, che comporterà anche per la nostra regione pensanti sanzioni Ue.

Anche sul fronte della distribuzione dell'acqua negli anni a venire saranno necessari ingenti investimenti: sul fronte della dispersione dell'acqua dalle condutture - quasi il 50% -, i dati ci collocano assieme alla gran parte delle regioni del Sud nella parte peggiore della classifica delle regioni italiane. Numeri che suggeriscono la mole degli interventi di manutenzione della rete di trasporto idrico e di realizzazione di nuovi impianti di depurazione delle acque reflue urbane che nei prossimi anni sarà necessario realizzare e la velocità con cui bisognerà portarli a compimento prima di poterci sgravare della sanzione europea annuale.

Non è possibile aspettare oltre nella promulgazione di una legge che crei le condizioni affinché all'interno di ogni ambito territoriale omogeneo si costituisca un'autorità pubblica di governo forte, in grado di programmare complessivamente gli interventi nell'intero bacino attraverso i piani d'ambito e di individuare modalità di gestione e gestori sufficientemente solidi da operare con rapidità ed efficacia e portarli a compimento. E' necessario partire al più presto, anche a costo di dovere successivamente reintervenire sulla legge nel caso in cui dovesse cambiare a breve la normativa nazionale.

Questo Consiglio regionale non può rischiare di attraversare l'intera legislatura, così come è già avvenuto in quella passata, senza affrontare compiutamente un problema rilevante che rischia di gravare pesantemente dal punto di vista ambientale e dal punto di vista economico sulle generazioni future. Analogamente, a nostro avviso vanno affrontate le giuste richieste alla Regione di ricontrattare con lo Stato le proprie competenze in materia di gestione della risorsa idrica sulla scorta di quanto avvenuto in Val d'Aosta e nelle Province di Trento e di Bolzano, guadagnando nuove competenze anche nel nostro Statuto di autonomia speciale.

Anche per una corretta e moderna gestione sostenibile dei rifiuti risulta di fondamentale importanza rafforzare un processo governato in modo forte dalla mano pubblica. Le politiche comunitarie ci dicono che le importanti sfide che ci poniamo in materia di gestione delle risorse passano dalla capacità di prevenire la produzione dei rifiuti urbani e di migliorare i servizi di raccolta, trasporto, selezione, trattamento, riciclaggio e riuso riducendo al minimo lo smaltimento in discarica e l'incenerimento, seguendo il modello dell'economia circolare attraverso il quale l'uso delle risorse è minimizzato e le stesse sono mantenute nell'economia anche quando un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo, creando valore aggiunto e nuove opportunità di occupazione.

Tanto sul governo dell'acqua quanto su quello dei rifiuti è evidente l'opportunità di dotare rapidamente il territorio regionale di una autorità di governo pubblico, che a questo punto è ragionevole pensare sia unica poiché entrambi i servizi sono di competenza dei Comuni in forma aggregata e quindi tale unificazione risponde alle esigenze di snellimento e semplificazione del processo. Sarebbe stato inutilmente dispendioso creare due Autorità e due strutture tecniche differenti, ma ciò non implica la propensione a una fusione dei due servizi né in alcun modo un'apertura alla gestione da parte di multiutility pubblico-private, in particolare per quanto riguarda la gestione dell'acqua. Questo perché, pur essendo possibili e valutabili economie di scala, pensiamo che gestione dell'acqua e gestione dei rifiuti debbano rimanere distinte in quanto presentano problematiche differenti. Infatti, avere un'unica autorità di governo non si traduce automaticamente nell'aprire le porte ad un unico soggetto gestore per entrambi i servizi.

(segue)