CR: sì unanime a mozione su autonomia della Regione (7)
(ACON) Trieste, 17 mar - RCM - Mozione a firma lunga e
trasversale, a cominciare da quella del capogruppo del Pd, Diego
Moretti, e del capogruppo di Ncd, Alessandro Colautti, affiancati
da tutti gli altri presidenti di gruppo del Consiglio regionale e
poi da tutti i consiglieri presenti per un totale di 44 voti a
favore, per parlare di autonomia oggi e domani del Friuli Venezia
Giulia e contro una sua paventata fusione con Veneto e
Trentino-Alto Adige per la creazione di una Macroregione del
Triveneto.
Un Macroregione verso cui il Consiglio regionale del FVG - si
legge nel documento - afferma la propria contrarietà. Al pari,
afferma il sostegno politico alle iniziative che la Regione
Veneto intenda intraprendere per attuare ulteriori forme e
condizioni particolari di autonomia e di valutare, sempre con la
Regione Veneto e coinvolgendo il Trentino-Alto Adige, maggiori e
ulteriori ambiti di collaborazione soprattutto per esercitare nei
confronti del Governo iniziative comuni di rafforzamento
dell'assetto dello Stato in senso regionalista.
L'iniziativa, altrimenti - è stato rimarcato -, più che una
fusione tra Regioni consenzienti sembrerebbe rifarsi
all'annessione di due Regioni da parte di una terza.
Tra le riflessioni dei consiglieri, l'articolo 132, comma 1,
della Costituzione: "Si può con legge costituzionale, sentiti i
Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la
creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione
d'abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali
che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate,
e la proposta sia approvata con referendum della maggioranza
delle popolazioni stesse". Un articolo che in Aula è stato
richiamato per criticare l'esito del convegno organizzato dal
comitato promotore della Macroregione Triveneto a Stra (VE), che
ha visto coinvolti oltre 200 sindaci (appartenenti, però, alla
sola Regione Veneto) e che intenderebbe perseguire la strada
della fusione tra le Regioni Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli
Venezia Giulia attraverso, appunto, la procedura che prevede la
deliberazione di tanti Consigli comunali (solo veneti)
sufficienti a rappresentare almeno un terzo delle popolazioni
interessate (solo venete), con il conseguente obbligo da parte
del Governo di convocare un referendum, questa volta sì da
svolgersi nelle tre regioni. La consultazione dovrebbe ottenere
il consenso della maggioranza delle popolazioni interessate, da
cui ne deriverebbe, sentiti i tre Consigli regionali, una
proposta di legge costituzionale che il Parlamento dovrebbe poi
approvare.
Tale iniziativa - è stato detto ancora - non può e non deve
essere confusa con il passaggio del Comune di Sappada dal Veneto
al Friuli Venezia Giulia, che va inquadrato invece nella
millenaria appartenenza del Comune medesimo alla realtà friulana
a cui è sempre rimasta legata, alla comunanza geografica,
storica, culturale, linguistica, economica, sportiva, religiosa
con la sua appartenenza all'Arcidiocesi di Udine.
Il legittimo sentimento dei veneti di godere di una autonomia
qualificata - è stato fatto presente dai consiglieri del FVG -
avrebbe potuto già attuarsi sulla base dell'articolo 116 della
Costituzione, che consente alle Regioni ordinarie "ulteriori
forme e condizioni di autonomia" in numerose materie "su
iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali".
Ma non risulta che la Regione Veneto abbia mai usufruito di tale
possibilità costituzionalmente garantita.
Una possibilità rimarcata poi dalla presidente Debora
Serracchiani, che ha riaffermato che nessuna Regione a statuto
ordinario a oggi risulta essersi avvalsa di quell'articolo. E di
averlo già fatto presente al presidente del Veneto, Luca Zaia.
All'opposto, il FVG può dire a gran voce di aver utilizzato bene
la propria specialità in questi anni, calato in un contesto
europeo a cui non ci si può sottrarre.
Su Sappada, la presidente non ha nascosto la propria amarezza.
Non si può arrivare sino al punto in cui è arrivata - ha detto -
e poi tirarsi indietro. Per quanto mi riguarda, l'intera
provincia di Belluno avrebbe tutte le caratteristiche per unirsi
alla nostra terra.
Ci sono collaborazioni in atto con le Province di Trento e
Bolzano, e con il Veneto stesso, per infrastrutture, trasporti,
aiuti alle imprese, servizi sociali, ma è fondamentale - ha
rimarcato la Serracchiani - che il FVG sia convinto che sta
utilizzando al meglio la propria specialità. Che Udine e Trieste
si sentano ancora lontane non serve, anzi potrebbe essere un
sentimento che ci danneggia.
Quanto a "Euregio" - ha concluso -, quello è l'unico contenitore
esistente ed è quello in cui la Regione ha più creduto e crede,
non solo quanto a finanziamenti ma anche quale impegno giuridico.
(immagini tv)
(segue)