LN: Zilli, profughi al bivacco a Udine, situazione non più accettabile
(ACON) Trieste, 18 mar - COM/MPB - "Prigionieri a casa nostra,
è a questo che siamo costretti ormai".
Così interviene la consigliera regionale Barbara Zilli (LN), dopo
quanto denunciato a Pordenone da alcuni genitori in merito ad
alcuni "sedicenti profughi che bivaccano costantemente davanti a
una scuola di danza".
"E' assolutamente inconcepibile che queste ragazze per tutelarsi
debbano ricorrere a delle barriere per impedire la vista
dall'esterno. Non è possibile essere limitati in questo modo
perché nessuno sta facendo qualcosa per togliere queste persone
dalla strada" - dichiara Zilli.
"La Regione continua a essere sorda di fronte alla richiesta
sempre più pressante di sicurezza che arriva dai territori.
Ignorando il problema non si risolverà niente - dice Zilli - è
venuto davvero il momento di prendere decisioni serie per il bene
della nostra comunità e di rinegoziare al ribasso la quota di
immigrati spettante alla nostra regione: siamo in una posizione
troppo esposta. Serracchiani, da vicesegretario Pd oltre che da
presidente della Regione, faccia valere il suo peso politico a
Roma.
"Condivido i timori di quei genitori, soprattutto perché è ancora
vivo il ricordo di quanto accaduto a Colonia a Capodanno.
"Il problema è sempre lo stesso, dobbiamo bloccare l'arrivo in
massa di queste persone, non sappiamo minimamente chi siano e che
cosa vogliano fare della loro vita. Basti pensare che hanno
rinunciato a un tetto e a dei pasti solo perché non volevano
andare a Genova. Questo è l'esempio emblematico del fallimento e
dell'inefficienza di tutto il sistema dell'accoglienza".
Tesi supportata anche da quanto sta accadendo a Udine nel
sottopassaggio della stazione: "Non è possibile pensare che
decine di persone dormano all'addiaccio e vaghino per la città
senza nulla da fare. Va trovata una soluzione al più presto per
evitare che si verifichino anche a Udine episodi vergognosi come
quello di Pordenone. I cittadini friulani devono potersi sentire
liberi e, soprattutto, sicuri di poter vivere tranquillamente le
loro abitudini".