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LN: Zilli, continui arrivi a Tarvisio, Giunta esca dall'inerzia

21.03.2016
15:08
(ACON) Trieste, 21 mar - COM/AB - "Non sarà un'invasione ma poco ci manca: Tarvisio ormai è costretta a diventare colonia afghana".

Interviene duramente Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, sulla questione Tarvisio e l'arrivo dall'Austria di centinaia di profughi nell'ultimo mese.

"Il sindaco di Tarvisio, che giustamente vorrebbe per la sua città uno sviluppo turistico anziché vedere il suo comune diventare colonia di immigrati, fa bene a chiedere un presidio medico ulteriore: la sicurezza sanitaria dei cittadini è fondamentale. Spero che la AAS 3 si attivi, in accordo anche con il prefetto per risolvere al più presto questa situazione".

"Inaccettabili poi le dichiarazioni dell'assessore Torrenti, che tenta di minimizzare una situazione che si sta protraendo da diverse settimane - dice Zilli. Non è più possibile ormai negare l'evidenza, dobbiamo correre ai ripari. A Tarvisio gli arrivi continueranno se non saremo in grado di mettere in campo misure forti, cercando il più possibile di negoziare le quote al ribasso con Roma".

Ma Zilli non si esime dal rifilare una stoccata anche alla segretaria regionale del Pd "Non so se Grim viva in Friuli Venezia Giulia o sulla luna - dice Zilli - tanto da pensare che la vicenda della caserma Lamarmora sia strumentale e realizzata a tavolino. Vorrei ricordare alla segretaria del Pd che sono ormai diversi mesi che il sindaco di Tarvisio ha sul tavolo la proposta dell'investitore e che Carlantoni ha più volte bussato alla porta del prefetto. Inoltre, l'attendismo della Regione per tramite dell'assessore Torrenti, di certo non ha aiutato a sbloccare la situazione. Infine, ricordo a Grim che è stato lo stesso Zappalorto a stoppare per il momento la riconversione, affermando che in attesa di sviluppi e il probabile arrivo di nuovi profughi la caserma potrebbe tornare utile".

"Forse a qualcuno piace vedere un Friuli occupato da clandestini, senza controlli sanitari, senza certezze su identità, che bivaccano nei parchi, nei sottopassi, come accade a Udine o a situazioni ci obbligano alle inferriate, tanto per ricordare quanto è accaduto a Pordenone nei giorni scorsi. Noi - conclude Zilli - questo Friuli non lo accettiamo e non lo vogliamo".