GM: Piccin, Fondo morosi incolpevoli inutilizzato
(ACON) Trieste, 24 mar - COM/RCM - Il Governo mette a
disposizione risorse antisfratto, ma la burocrazia le rende
inutilizzabili: Mara Piccin, consigliera regionale del Gruppo
Misto, chiede alla Giunta di dare una svolta: "Troppo complicato
accedere ai bandi per i contributi per gli inquilini morosi
incolpevoli: il risultato è che, ad esempio, buona parte dei
210mila euro che il Comune di Pordenone può mettere a
disposizione di chi proprio non ce la fa in nessun modo a pagare
l'affitto restano inutilizzati."
La consigliera Piccin ha voluto approfondire la questione delle
disponibilità del Fondo istituito dal ministero per le
Infrastrutture che ogni anno mette a disposizione 20 milioni di
euro per affrontare i problemi dei contesti ad alta densità
abitativa come Pordenone, che di questa cifra intercetta appunto
210mila euro.
Tali contributi - è la sua denuncia - sono destinati ai nuclei
familiari che, per sopravvenuta impossibilità a provvedere al
pagamento del canone d'affitto a causa della perdita o di una
consistente riduzione del reddito o della capacità reddituale del
nucleo familiare, ricevono una intimazione di sfratto per
morosità, con citazione per convalida.
Le situazioni di questo tipo sono molte, invece le richieste di
partecipazione risulterebbero essere assai poche: colpa della
complessità dell'istruttoria, ma anche degli stringenti criteri
per l'accesso. I nuclei familiari in difficoltà, soprattutto
considerando le condizioni socio-economiche in cui viviamo,
andrebbero sostenuti. La Piccin ha deciso di presentare
un'interrogazione alla Giunta regionale per sapere quante delle
risorse di quel Fondo siano effettivamente state utilizzate in
regione e se si siano verificate in altri Comuni regionali
assegnatari del contributo difficoltà di spesa analoghe a quelle
di Pordenone.
La consigliera del Gruppo Misto chiede anche di specificare se,
qualora i fondi non fossero stati erogati dal Comune
assegnatario, tali contributi possano rimanere nella
disponibilità del Comune con la possibilità di riaprire i termini
per un nuovo bando di assegnazione o debbano essere restituiti
all'Amministrazione regionale.