LN-FdI/AN: Zilli e Ciriani, sulle Uti un pantano istituzionale
(ACON) Trieste, 29 mar - COM/AB - "La riunione del tavolo
politico sulle Uti di stamane conferma le debolezze che abbiamo
sempre segnalato".
A dirlo sono i consiglieri regionali Barbara Zilli (LN) e Luca
Ciriani (FdI/An) a margine del Tavolo politico sulla legge
26/2014 che si è tenuto questa mattina a Udine.
"Innanzitutto i protagonisti: di fronte a rappresentanti di Anci,
Uncem e Upi, alle forze politiche del Consiglio regionale e
all'assessore Panontin, ancora una volta la presidente
Serracchiani ha scelto di non partecipare, pur essendo presente a
palazzo".
E, sempre in riferimento all'assenza della presidente, i
consiglieri sottolineano che "siamo davanti a un segnale di
scortesia o imbarazzo nell'affrontare la modifica di una legge
che è diventata un pantano istituzionale senza precedenti".
"Gli argomenti sul piatto erano importanti: dalla garanzia di
eliminazione del tanto contestato fondo di perequazione al rinvio
della data di avvio delle Uti; per adesso ai Comuni è richiesto
di aderire alle Uti al buio, senza sapere se saranno in grado o
meno di approvare il bilancio".
"E si va avanti così, alla cieca, modificando la legge settimana
dopo settimana alla vana ricerca di un punto di equilibrio
anziché prendere atto che la norma dovrebbe essere sospesa o
ritirata per poter ripartire daccapo. Ostinarsi a far partire le
Uti tra due settimane è una forzatura inaccettabile: i sindaci
sono costretti o ad aderire controvoglia oppure a farsi
commissariare perché impossibilitati ad approvare i bilanci, al
netto della programmazione pluriennale che non può essere
impostata".
"La Regione oggi - continuano ancora Zilli e Ciriani - avrebbe
dovuto formulare una proposta seria vista la ristrettezza dei
tempi e l'assurdità del modello delle Uti a doppia velocità,
introdotto con la nona modifica alla L. 26/14. Invece, il tavolo
è stato nuovamente rinviato a data da destinarsi, senza dati di
fatto ma solo timide e ipotetiche aperture: francamente troppo
poco".
"La resa della Regione davanti alla decisione del Tar di
rispettare la volontà dei sindaci di Tricesimo e Torviscosa di
aderire a Uti diverse rispetto a quella a loro imposta, lacera la
tenuta stessa del piano di riordino territoriale, visto che a
ruota, altri Municipi vorranno cambiare l'Uti imposta. Sarà un
vero e proprio caos. E su queste sabbie mobili vorrebbero
addirittura costruire i futuri collegi elettorali? Un'iniziativa
francamente folle".
"L'unica strada percorribile - concludono Zilli e Ciriani - è
ritirare la legge e aprire un serio e leale confronto con i
territori, nella consapevolezza comune che una riforma degli enti
locali era ed è necessaria, ma alla luce di quanto sta
succedendo, forse era meglio non farla".