M5S: servizio idrico, riaffermata inalienabilità acquedotti FVG
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/MPB - Oggi in Consiglio regionale,
durante l'approvazione della legge sul servizio idrico integrato
e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, è stato
approvato un emendamento del MoVimento 5 Stelle che riafferma il
principio dell'inalienabilità degli acquedotti.
"Purtroppo si tratta solo di una goccia positiva in un mare di
cattive notizie - spiegano i portavoce del Movimento 5 Stelle
Bianchi, Dal Zovo, Frattolin, Sergo e Ussai -. La Giunta
Serracchiani e il Consiglio regionale oggi hanno bocciato persino
alcuni principi di sostenibilità nell'uso dell'acqua e nella
gestione dei rifiuti che sono ormai dati per assodati in tutto il
mondo.
"Abbiamo chiesto - per esempio - che l'uso dell'acqua, nel
medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo, debba essere
soggetto ad alcune priorità di utilizzo come l'alimentazione,
l'igiene umana, l'irrigazione delle colture, l'alimentazione
animale, l'utilizzo industriale e la produzione di energia. Una
proposta troppo "estrema" bocciata dal Consiglio. Così come è
stata bocciata l'ipotesi che, per garantire il quantitativo
minimo vitale, l'erogazione giornaliera di acqua non fosse
inferiore a 50 litri per persona".
"Stessa ottusità anche in materia di gestione dei rifiuti -
spiegano i pentastellati -. Un esempio? Abbiamo proposto che
fosse la Regione a promuovere la filiera del riciclo, diretta a
raccolta, trattamento e commercializzazione della frazione secca
dei rifiuti solidi urbani nonché di quelle frazioni di rifiuti
speciali che hanno un mercato, che possono cioè essere recuperate
o reimpiegate in altri processi produttivi. Un cocktail di idee
troppo rivoluzionarie per il Friuli Venezia Giulia!.
"Questa legge, invece, sta gettando le basi per consentire ai
grandi gestori privati di speculare sull'acqua pubblica anche
nella nostra regione. E i cittadini dovranno affrontare bollette
sempre più care. Purtroppo, come ha messo in luce
"Cittadinanzattiva", il fenomeno è già in atto; basti pensare che
dal 2007 al 2014 a Trieste le tariffe sono aumentate del 68,6%, a
Gorizia dell'82,1%, a Udine del 70,5% e a Pordenone addirittura
del 110,7%. Qui bisogna ricordare che nel 2015 la spesa media in
Italia è stata di 376 euro a persona. Soglia già superata a
Trieste dove ogni cittadino ha pagato ben 398 euro. Gorizia (315
euro), Pordenone (276 euro) e Udine (225 euro) sono sotto la
media, ma non è difficile ipotizzare che questo scenario sia
destinato a peggiorare nei prossimi anni.
"I "freddi" numeri svelano anche le bugie di chi invoca il
gestore unico quale "panacea" per evitare dispersioni idriche e
sprechi. Peccato che i gestori locali, notoriamente a corto di
risorse, dal 2007 al 2014 hanno ridotto in modo drastico la
dispersione nella rete idrica. A Gorizia si è passati dal 50% al
37%, a Pordenone dal 13% al 12%, a Udine dal 37% al 10% e a
Trieste dal 48% al 45%. Complessivamente la dispersione è stata
ridotta dal 37% al 26%. E tutto questo senza fare regali a chi
specula su un bene prezioso come l'acqua, un bene naturale ma -
concludono i portavoce del M5S - soprattutto un bene che rientra
a pieno titolo fra i diritti umani universali da difendere da
qualsiasi mercificazione".