CR: pdl sostegno natalità e cura degli infanti (2)
(ACON) Trieste, 13 apr - MPB - All'attenzione dell'Assemblea
consiliare la proposta di legge n.74 per "Norme di sostegno della
natalità e la cura degli infanti" che i consiglieri di Forza
Italia Novelli, Ziberna, Riccardi, De Anna, Marini hanno
presentato l'1 dicembre del 2014 e alla quale ha poi aggiunto la
firma anche Mara Piccin (Gruppo Misto, il 15 dicembre) e ora, il
15 marzo scorso, pure Barbara Zilli (Lega Nord).
Il provvedimento è stato iscritto all'ordine del giorno dell'Aula
in base all'articolo del Regolamento interno del Consiglio che
riguarda il termine per il deposito delle relazioni e
l'inserimento obbligatorio nel calendario dei lavori della
Commissione e dell'Assemblea, il quale prevede che, scaduto il
termine di novanta giorni dall'assegnazione senza che la
Commissione competente abbia presentato la propria relazione, i
progetti di legge, su richiesta dei proponenti, siano inseriti
nel calendario dei lavori dell'Assemblea anche in assenza di tale
relazione.
A illustrarlo all'Aula il consigliere Novelli, primo firmatario.
Valorizzare la funzione del nucleo familiare per la coesione
sociale e per il rafforzamento del rapporto tra le generazioni,
quale principale riferimento per lo sviluppo sociale, economico e
culturale della Regione.
Per centrare questo obiettivo con la proposta di legge si punta a
sostenere all'interno della famiglia la natalità e la cura
infantile, in considerazione del fatto che attualmente la
crescita demografica ha un segno lievemente positivo,
prevalentemente grazie all'apporto di genitori extracomunitari,
che tra i fattori della difficoltà da parte delle altre famiglie
a generare figli c'è quello economico, che il Friuli Venezia
Giulia è particolarmente sensibile a queste dinamiche, fanalino
di coda nelle statistiche nazionali.
Chiarito che per "famiglia" si intende anche quella "di fatto" e
che per "figlio" anche quello adottivo, con la proposta di legge
si vuole che sia fornito un aiuto finanziario nel momento in cui
la famiglia ha maggiormente bisogno, ovvero nei primi anni alla
sua costituzione convinti che aiutare economicamente la famiglia
nei primi anni di vita del figlio - fino ai cinque anni - sia
importante, nella consapevolezza che una maternità e paternità
consapevole derivi anche e soprattutto da altri elementi.
In tutto 6 articoli per stabilire principi, finalità, obiettivi,
per specificare i termini del sostegno, prevedere la norma
finanziaria e la clausola valutativa del disagio economico e
sociale dei destinatari, di tipologia ed entità degli interventi
realizzati, di modalità di controllo e verifica del grado di
soddisfacimento della domanda rispetto al bisogno e alla
distribuzione delle risorse fra le diverse categorie dei
destinatari. Così è previsto un contributo economico sino a 1.000
euro all'anno per figlio di età sino ai tre anni e sino a 500
euro all'anno per figlio di età compresa dai tre anni ai cinque
anni.
Non si tratta di un "bonus bebè" - è precisato - in quanto non è
un contributo una tantum concesso solo alla nascita del figlio e
slegato da ogni altro aspetto. Il contributo economico
prefigurato segue invece la famiglia per cinque anni, pur
graduato nella sua intensità, e viene liquidato a fronte della
documentazione di spesa con cui si dimostri che è servito ad
acquistare beni o servizi destinati al figlio (dal latte in
polvere, sino ai pannolini o all'asilo nido). Inoltre, per le
famiglie che risiedono nei territori montani dove è più difficile
reperire beni e servizi, è previsto un incremento del 25% del
contributo. Per la sempre maggior frequenza con cui le famiglie
acquistano beni in Slovenia o Austria, dove sono accessibili a
costi inferiori, viene privilegiato l'acquisto effettuato sul
territorio regionale.
Ha quindi preso avvio il dibattito generale.
(immagini tv)
(segue)