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V Comm: illustrata pdl contrasto criminalità organizzata e mafiosa

13.04.2016
15:24
(ACON) Trieste, 13 apr - MPB - Illustrata in V Commissione - presidente Vincenzo Martines (Pd), presente l'assessore Paolo Panontin - la proposta di legge dei portavoce del M5S in Consiglio regionale, che punta a introdurre norme non solo per il contrasto ma anche la prevenzione dei fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso. Al termine dell'illustrazione il consigliere Igor Gabrovec (Pd-Ssk) ha annunciato l'aggiunta della sua firma al testo.

Ad accompagnare il progetto di legge il riferimento alla situazione descritta nella relazione della Direzione nazionale antimafia per quanto riguarda la nostra regione, il cui territorio "in virtù della particolare posizione geografica sta diventando sempre più oggetto di interessi da parte di gruppi familiari residenti sul territorio e collegati al crimine organizzato". Per cui "le infiltrazioni mafiose non trovano forme evidenti e clamorose di manifestazione, se si eccettuano sporadici episodi estorsivi, ma si traducono nella partecipazione societaria o nel finanziamento di imprese oltre che nel settore degli appalti pubblici". Una situazione che "sta toccando livelli di oggettivo allarme", confermata dai risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nel secondo semestre 2014.

Riferimenti che ai Cinquestelle fanno dire che le istituzioni regionali, le parti sociali e l'intera comunità regionale sono pertanto chiamate a svolgere la propria parte e ad assumersi le proprie responsabilità in una sfida che riguarda tutti, in maniera trasversale.

Così se è vero che nel nostro territorio non sono presenti fenomeni radicati come in altre regioni, per i consiglieri M5S è obbligatorio fronteggiare quello che la Direzione nazionale definisce come un "crescente grado di pericolosità dei fenomeni criminali legati alle organizzazioni anche di tipo mafioso" ed evitare ogni possibile espansione.

Sempre più Regioni hanno approntato misure e strumenti normativi necessari per organizzare un presidio a sorveglianza dei fenomeni riguardanti la criminalità organizzata e di stampo mafioso e diversi Consigli regionali hanno istituito Commissioni antimafia al proprio interno o si sono dotati di uno specifico Osservatorio - ha sottolineato Cristian Sergo, primo firmatario rilevando che in questo siamo una delle ultime regioni.

Illustrando l'ossatura della proposta, che si compone di 15 articoli, Sergo ha posto l'accento sui punti qualificanti quali l'istituzione dell'Osservatorio regionale antimafia in luogo dell'attuale Osservatorio sulla sicurezza integrata previsto dalla L.R. 9 del 2009, sulle azioni e gli interventi di prevenzione e contrasto previsti in diversi campi, sull'adozione di un codice etico dei consiglieri regionali e la possibilità per la Regione di costituirsi in giudizio.

Nel dettaglio: all'articolo 1, in armonia con i principi costituzionali e nel rispetto delle competenze dello Stato, si prevede l'estensione dell'impiego di risorse per la progettazione di interventi di prevenzione ai comportamenti antisociali e criminosi perpetrati dalla criminalità organizzata. Gli articoli 2, 3, 4 e 13 riguardano l'istituzione dell'Osservatorio regionale antimafia, con funzioni - fra le altre - di monitoraggio, studio e ricerca sulla criminalità anche organizzata o di stampo mafioso. In particolare Sergo ha sottolineato che esso può raccogliere tutte le informazioni e i dati utili a valutare la trasparenza, la legalità, la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata nel processo degli appalti, dalla genesi alla conclusione dei lavori, e per lo svolgimento di tale attività l'Osservatorio regionale antimafia si avvale anche dei dati dell'Osservatorio regionale sui contratti pubblici. Quanto alla composizione di questo organismo, è stato sottolineato che i componenti per tutto il periodo del mandato non possono rivestire cariche pubbliche anche elettive, ovvero incarichi in partiti politici, nè svolgere le funzioni amministrative di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla Regione.

L'articolo 5 individua le azioni orientate all'educazione e alla cultura della legalità da promuovere nei confronti di categorie o gruppi sociali soggetti a rischio di infiltrazione o radicamento di attività criminose di tipo organizzato e mafioso, anche mediante l'istituzione di borse di studio, con lo scopo di formare professionalità specifiche. Con l'articolo 6 si riconoscono nello specifico le azioni finalizzate a prevenire e a contrastare la corruzione, coinvolgendo l'Osservatorio regionale antimafia nella predisposizione del Piano triennale di prevenzione della corruzione della Giunta e del Consiglio regionale e inoltre organizzando seminari di aggiornamento e approfondimento in materia di prevenzione della corruzione.

Ulteriori interventi sono previsti all'articolo 7 e riguardano i rapporti con il volontariato e l'associazionismo, riferiti anche al contrasto della criminalità in materia ambientale e di salute pubblica trattate all'articolo 8 con riferimento anche alle ecomafie e agromafie; gli articoli 9 e 10 riguardano gli interventi per prevenire e contrastare l'usura e l'estorsione e riutilizzare a fini sociali i beni confiscati alla criminalità organizzata e mafiosa come previsto dalla normativa nazionale. Al proposito si propone assistenza per gli Enti locali che dovessero essere assegnatari di beni confiscati.

L'articolo 11 tratta l'istituzione del codice etico, ovvero l'insieme di norme di comportamento che i consiglieri regionali si impegnano a osservare nello svolgimento delle proprie funzioni. L'articolo 12 riguarda la tutela in fase giurisdizionale, con la valutazione della costituzione in giudizio, gli articoli 14 e 15 indicano le previsioni di spesa, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore della legge.

Auspicata dal presidente della V Commissione, Martines, la massima partecipazione per l'approfondimento del testo, condivisa dall'assessore Panontin che, parlando dell'impegno in corso da parte dell'Esecutivo per modificare la legge 9 del 2009, ha indicato l'importanza di un lavoro di integrazione: sulla base di queste osservazioni è stato deciso di calendarizzare una serie di audizioni per il più ampio e argomentato approfondimento della materia.

(immagini tv)