FI: Ziberna, per ragioni di sicurezza no ai volti coperti
(ACON) Trieste, 15 apr - COM/RCM - Ragioni di sicurezza
nazionale e internazionale impongono agli Stati di cedere parte
della propria sovranità e ai cittadini parte dei propri diritti,
tra i quali quello di nascondere il viso e conseguentemente la
possibilità di essere riconosciuti. Ecco perchè il gruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale, con primo firmatario Rodolfo
Ziberna, ha depositato una proposta di legge nazionale con cui
vietare nei luoghi pubblici non solo caschi ma anche indumenti
che possano celare il volto, e pertanto l'identità, di una
persona.
La guerra che l'Isis ha scatenato contro l'Occidente - afferma lo
stesso Ziberna - è completamente diversa dalle guerre o
guerriglie di solo pochi anni fa. Oggi ogni piazza, stazione,
supermercato, sala da ballo o stadio è diventato un obiettivo
sensibile. Uomini, donne e addirittura fanciulli si trasformano
in bombe umane capaci di mietere ovunque vittime innocenti. Vi
sono però tecnologie che, mediante telecamere e adeguati
software, sono in grado di riconoscere dai tratti somatici gli
individui schedati o segnalati, o addirittura quelli sospettabili
per i loro comportamenti particolari.
La possibilità di prevenire queste aggressioni riconoscendo le
persone sospette - prosegue l'esponente forzista - viene, però,
meno se queste celano il proprio volto. Perciò saranno permessi i
veli che lasciano il volto scoperto (kijab, khimar, al-Amira,
shayia e chador) e vietati quelli che lo coprono: il burqa (che
copre tutto il corpo e nasconde anche gli occhi dietro una rete
di tessuto) e il niqab (che copre il volto di un velo nero
lasciando scoperti solo gli occhi), oltre naturalmente a caschi e
passamontagna.
Con la nostra proposta di legge nazionale, chiediamo la modifica
dell'articolo 5 della legge n. 152 del 22 maggio 1975, il quale
attualmente dispone che è "vietato l'uso di caschi protettivi, o
di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il
riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al
pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l'uso
predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo
pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere
sportivo che tale uso comportino". La nostra proposta di legge -
spiega Ziberna - modifica in questo modo il primo comma: "È fatto
divieto di indossare nei luoghi pubblici, aperti al pubblico o
esposti al pubblico, indumenti o accessori che possano celare,
travisare, o rendere irriconoscibile l'identità della persona
limitandone o impedendone l'identificazione o il suo agevole
riconoscimento".
C'è un precedente in tal senso - fa notare il consigliere
regionale azzurro -, che prende le mosse da un pronunciamento
della Corte europea dei diritti dell'uomo, la quale respinse il
ricorso presentato da una ventenne francese per poter indossare
il burqa in Francia, giudicando legittima la decisione dello
Stato francese di vietare il velo islamico per "garantire le
condizioni della vita associata".