V e II Comm: proposta modifiche direttiva Ue su distacco lavoratori
(ACON) Trieste, 9 mag - MPB - La proposta di direttiva del
Parlamento europeo e del Consiglio sul distacco di lavoratori
nell'ambito di una prestazione di servizi all'attenzione delle
Commissioni V e II.
Prevede una serie di modifiche: per i lavoratori che siano
distaccati in Stati membri da altri Stati membri dell'Ue, per
oltre 24 mesi, sono previste le stesse tutele e la stessa
retribuzione previste per i lavoratori locali. Identica
disciplina si applica anche nel caso in cui, nell'arco di 24
mesi, i lavoratori siano sostituiti nell'ambito del medesimo
rapporto contrattuale. Queste tutele vengono estese a lavoratori
distaccati in subappalto o ai lavoratori interinali, quando le
società da cui dipendono hanno sede in territori di Stati membri.
Il Friuli Venezia Giulia - in quanto regione transforntaliera - è
particolarmente interessato all'organizzazione del distacco dei
lavoratori e fra i settori più sensibili figurano il trasporto
merci, l'edilizia e la cantieristica.
La proposta in questione si inserisce nella procedura di
partecipazione del Consiglio alla formazione degli atti normativi
dell'Ue (early warning system): la risoluzione del Consiglio
regionale conclusiva verrà trasmessa a Roma a Senato e Camera
dei deputati e alle istituzioni dell'Unione europea.
Oggi, in merito, la II Commissione consiliare, aperta anche ai
componenti la V, presente la Giunta, ha ascoltato in audizione i
rappresentanti del mondo dell'industria e delle imprese, nonché i
sindacati dei lavoratori del territorio regionale, prima di
esprimere il proprio parere, che è stato favorevole a
maggioranza, con l'auspicio di alcuni cambiamenti da parte
dell'Ue e che l'intervento di recepimento da parte dello Stato
sia idoneo e fugare i dubbi interpretativi che possono favorire
l'elusione della tutela dei lavoratori.
Successivamente la V Commissione, competente in materia di
Politiche europee, cui spetta di adottare la risoluzione finale,
ha preso in esame il testo facendo proprie le osservazioni emerse
in II Commissione e approvando, infine, anch'essa a maggioranza,
la nuova proposta.
Le misure trattate nella nuova proposta si pongono due obiettivi:
tutelare i lavoratori provenienti da Stati membri "a basso
livello salariale" quando si trovano a lavorare in altri Stati
membri "a livello salariale più elevato" per un periodo
prolungato, così da metterli in condizione di disporre di mezzi
adeguati al nuovo costo della vita e di compensare il disagio del
distacco; favorire la parità di concorrenza tra imprese locali e
imprese straniere, impedendo alle seconde di usufruire di un
vantaggio competitivo che si basa sul minor costo del lavoro.
La proposta di direttiva è osteggiata dagli Stati dell'Europa
orientale che intravedono in queste misure un ostacolo
all'ingresso delle proprie imprese nei Paesi a più alto reddito.
Viceversa, i Paesi dell'Europa occidentale ritengono che le
misure siano necessarie a ripristinare la condizione di parità di
concorrenza fra le imprese.