M5S: Dal Zovo, contro gli insulti all'Islam inutile nota di censura
(ACON) Trieste, 22 giu - COM/RCM - "Un dirigente della Regione
di una realtà importante come il servizio delle Relazioni
internazionali insulta pubblicamente e in modo deprecabile
l'Islam e cosa fa la Giunta regionale? Risolve il tutto con una
tanto formale quanto inutile nota di censura. A vergogna si
aggiunge vergogna".
È molto duro il commento di Ilaria Dal Zovo, la portavoce del
Movimento 5 Stelle che, con una interrogazione a risposta
immediata, ha sollevato il caso in Consiglio regionale.
Questa persona - fa presente la Dal Zovo - si trova a dirigere un
servizio che, tra le varie cose, coadiuva la Presidenza nei
rapporti internazionali assicurando il coordinamento con le
autorità statali e le organizzazioni internazionali, nonché la
coerenza degli obiettivi strategici della Regione in materia di
cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale. Quanto
accaduto non fa che rafforzare una nostra convinzione: il
servizio delle Relazioni internazionali deve essere retto da
esperti del settore, individuati mediante pubblico concorso per
titoli ed esami. Basta con incarichi a chiamata, affidati a
persone che gettano discredito sulla reputazione e sull'immagine
della Regione.
A nostro avviso - rimarca la portavoce del M5S - non basta una
"tiratina d'orecchi" e una "noticina sul diario" per ripianare un
danno così volgare nei confronti di una comunità religiosa,
soprattutto in un momento storico particolarmente difficile come
quello che stiamo vivendo. E non basta neppure sottolineare, come
ha fatto questa mattina l'assessore Panontin per conto della
presidente Serracchiani, che il servizio Relazioni internazionali
"ha raggiunto obiettivi importanti dimostrando, da parte del
direttore del servizio, un impegno sicuramente rispettoso di
tutte le religioni e teso costantemente alla valorizzazione dei
rapporti di amicizia e interscambio".
Lasciare il dirigente al suo posto, a nostro avviso, vuol dire
minimizzare l'accaduto. Ci auguriamo che scene come queste non
avvengano mai più e che almeno - conclude Dal Zovo - siano state
inviate le lettere di scuse a chi di dovere.