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M5S: Bianchi, carattere coercitivo riforma funzioni comunali

23.06.2016
18:47
(ACON) Trieste, 23 giu - COM/RCM - "Se non è zuppa e pan bagnato. La Giunta Serracchiani e la maggioranza di centrosinistra trovano 1.001 modi per imporre la loro volontà ai Comuni del Friuli Venezia Giulia. Da una parte si annulla l'iniqua distribuzione del fondo di perequazione e dall'altra si impedisce ai Comuni che non partecipano alle Unioni territoriali di gestire i servizi socio-assistenziali in convenzione. Decisioni calate dall'alto che lasciano immutato il carattere coercitivo di questa riforma sbagliata. Ecco perché, anche se abbiamo votato i singoli punti in coerenza alla diversità dei vari punti e delle tematiche affrontate in Aula, il voto finale del MoVimento 5 Stelle è stato contrario".

Queste le motivazioni con cui la capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Elena Bianchi, ha spiegato il no pentastellato alla legge stralcio di modifiche alle leggi concernenti l'esercizio in forma associata di funzioni comunali.

Abbiamo discusso questo provvedimento solo perché, grazie all'istituzione di un tavolo con l'Anci, si è giunti a un accordo che, come ha ricordato la presidente Serracchiani, "non ha avuto né vincitori né vinti". Si è trattato, infatti, di un sotterramento temporaneo dell'ascia di guerra - precisa la Bianchi -. Quello che ci rende distanti da questa riforma sono soprattutto le forzature coercitive cui siamo stati contrari fin dall'approvazione della legge regionale di riforma 26/2014.

Se si riesce a trovare un accordo per l'introduzione dei parametri di adeguatezza sulle funzioni in forma associata dei Comuni che partecipano alle Uti, all'ultimo secondo abbiamo registrato l'ennesimo intervento a gamba tesa. E non sappiamo - afferma la portavoce M5S - se l'innalzamento della soglia per l'esercizio delle funzioni in forma associata fosse ricompresa nell'accordo.

Il risultato di questa operazione è che, per quanto riguarda i trasferimenti 2017 e 2018 alle Uti, tutti i Comuni che sono fuori da questo sistema saranno pesantemente penalizzati. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione che questa riforma non ha saputo prevedere da subito un sistema organico Regione/enti locali che si fondasse sui princìpi di differenziazione e adeguatezza.

Al contrario, l'aver voluto imporre dall'alto uno schema incapace di tenere nella giusta considerazione assetti demografici, socio-assistenziali e finanziari già esistenti, costringe oggi il Consiglio a rincorrere il buonsenso di comprensibili istanze comunali e di ineccepibili sentenze del Tar regionale. Cartina di tornasole - ricorda la Bianchi - è il continuo rinvio del termine iniziale previsto per le funzioni da esercitarsi in maniera associata o di quelle di competenza delle Uti.

Una riforma nata male e sviluppata peggio rischia di creare un vuoto di sistema e di competenze, con Province ancora in piedi e Unioni che rischiano di nascere quali scatole vuote o parzialmente riempite: smettiamola di ritoccare aspetti marginali e di dettaglio, e cogliamo piuttosto l'occasione per ridiscutere l'impianto complessivo di un armonico impianto delle Autonomie - conclude la consigliera - ricordando che non cambia la sostanza delle riforma con 18 enti destinati ad assorbire risorse in modo non adeguato.