M5S: Bianchi, carattere coercitivo riforma funzioni comunali
(ACON) Trieste, 23 giu - COM/RCM - "Se non è zuppa e pan
bagnato. La Giunta Serracchiani e la maggioranza di
centrosinistra trovano 1.001 modi per imporre la loro volontà ai
Comuni del Friuli Venezia Giulia. Da una parte si annulla
l'iniqua distribuzione del fondo di perequazione e dall'altra si
impedisce ai Comuni che non partecipano alle Unioni territoriali
di gestire i servizi socio-assistenziali in convenzione.
Decisioni calate dall'alto che lasciano immutato il carattere
coercitivo di questa riforma sbagliata. Ecco perché, anche se
abbiamo votato i singoli punti in coerenza alla diversità dei
vari punti e delle tematiche affrontate in Aula, il voto finale
del MoVimento 5 Stelle è stato contrario".
Queste le motivazioni con cui la capogruppo del M5S in Consiglio
regionale, Elena Bianchi, ha spiegato il no pentastellato alla
legge stralcio di modifiche alle leggi concernenti l'esercizio in
forma associata di funzioni comunali.
Abbiamo discusso questo provvedimento solo perché, grazie
all'istituzione di un tavolo con l'Anci, si è giunti a un accordo
che, come ha ricordato la presidente Serracchiani, "non ha avuto
né vincitori né vinti". Si è trattato, infatti, di un
sotterramento temporaneo dell'ascia di guerra - precisa la
Bianchi -. Quello che ci rende distanti da questa riforma sono
soprattutto le forzature coercitive cui siamo stati contrari fin
dall'approvazione della legge regionale di riforma 26/2014.
Se si riesce a trovare un accordo per l'introduzione dei
parametri di adeguatezza sulle funzioni in forma associata dei
Comuni che partecipano alle Uti, all'ultimo secondo abbiamo
registrato l'ennesimo intervento a gamba tesa. E non sappiamo -
afferma la portavoce M5S - se l'innalzamento della soglia per
l'esercizio delle funzioni in forma associata fosse ricompresa
nell'accordo.
Il risultato di questa operazione è che, per quanto riguarda i
trasferimenti 2017 e 2018 alle Uti, tutti i Comuni che sono fuori
da questo sistema saranno pesantemente penalizzati. Siamo di
fronte all'ennesima dimostrazione che questa riforma non ha
saputo prevedere da subito un sistema organico Regione/enti
locali che si fondasse sui princìpi di differenziazione e
adeguatezza.
Al contrario, l'aver voluto imporre dall'alto uno schema incapace
di tenere nella giusta considerazione assetti demografici,
socio-assistenziali e finanziari già esistenti, costringe oggi il
Consiglio a rincorrere il buonsenso di comprensibili istanze
comunali e di ineccepibili sentenze del Tar regionale. Cartina di
tornasole - ricorda la Bianchi - è il continuo rinvio del termine
iniziale previsto per le funzioni da esercitarsi in maniera
associata o di quelle di competenza delle Uti.
Una riforma nata male e sviluppata peggio rischia di creare un
vuoto di sistema e di competenze, con Province ancora in piedi e
Unioni che rischiano di nascere quali scatole vuote o
parzialmente riempite: smettiamola di ritoccare aspetti marginali
e di dettaglio, e cogliamo piuttosto l'occasione per ridiscutere
l'impianto complessivo di un armonico impianto delle Autonomie -
conclude la consigliera - ricordando che non cambia la sostanza
delle riforma con 18 enti destinati ad assorbire risorse in modo
non adeguato.