CR: specialità nel ricordo di Paladin, conclusioni presidente Iacop (5)
(ACON) Trieste, 30 giu - MPB - Per il presidente del Consiglio
regionale Franco Iacop che ha concluso i lavori "celebrare uno
statuto di autonomia vuol dire ogni giorno mettere in gioco
competenze e prerogative in favore dei cittadini e,
contestualmente, della comunità nazionale (e sempre più europea):
non si tratta di un esercizio retorico ma dell'autentica finalità
di uno statuto di autonomia di una Regione nel contesto statuale
e comunitario".
Per questo, ha proseguito Iacop "la nostra giornata di studio è
stata intitolata "Il futuro della specialità regionale" e apre un
percorso di riflessione che porterà, nel caso di esito positivo
del referendum, verso la revisione dello statuto, a 53 anni
dall'avvio della Regione, partendo proprio da un padre dello
statuto di autonomia: il tutto nell'anno in cui, sotto l'alto
patronato del presidente della Repubblica, abbiamo fatto memoria
quarantennale di quell'autentico banco di prova per l'autonomia
regionale rappresentato dalla ricostruzione dopo il sisma del
1976.
Così il presidente del Consiglio ha ribadito che il convegno ha
voluto non solo ricordare il costituzionalista triestino Livio
Paladin, che dello statuto di autonomia è stato padre e finissimo
interprete, ma anche offrire un contributo importante nella
riflessione che, come cittadini e come rappresentanti di questa
regione, saremo chiamati a fare nei prossimi mesi.
Arroccarsi nella difesa del già avuto e acquisito, confondendo
gli strumenti con le finalità, sarebbe un duplice errore, ha
detto ancora Iacop: verso i cittadini e verso chi è chiamato a
rispettare l'autonomia, che è riconoscimento dell'altro ossia
della comunità nazionale ed europea. Avvertendo però che non c'è
retorica nei richiami alla dimensione europea bensì l'esperienza
maturata in questi anni, perchè affrontare oggi il tema
dell'autonomia e della specialità per il Friuli Venezia Giulia
non contestualizzandolo proprio nella dimensione europea (e di
regioni europee) vorrebbe dire riportare indietro le lancette
della storia: un esempio per tutti, il processo di dissoluzione
25 anni fa della Jugoslavia che richiese al Governo della nostra
regione la capacità di interlocuzione tra il vicino e il nostro
Stato centrale.
Per questo, oggi più che mai, al legislatore regionale spetta il
compito di essere interprete di quella positiva tensione tra "il
già e il non ancora" di uno statuto di autonomia, rileggendo le
ragioni fondanti, interpretando le dinamiche socio-economiche che
sempre stanno alla base di una comunità, dotandosi di capacità e
strumenti di interlocuzione via via più elaborati e raffinati.
Nella dinamica assolutamente nuova del regionalismo italiano c'è
proprio la conferma delle Regioni a statuto speciale; il tema
della specialità permane nel nostro ordinamento anche nella
novella costituzionale che sarà sottoposta al referendum
confermativo del prossimo autunno.
In questo quadro, nel rapporto tra Regioni ad autonomia speciale
e differenziata e Stato centrale, l'intesa è elemento base di
quel processo di revisione statutaria che verrà, un dato non solo
procedurale che prima di tutto evidenzia il riconoscimento di una
alterità: solo rispetto a qualcosa che riconosco e riconosco come
altro posso attivare percorsi di intesa, altrimenti utilizzo,
banalmente, un meccanismo di catena gerarchica.
Se l'intesa è riconoscimento e strumento, i contenuti della
specialità, il dipanarsi dei rapporti tra Regione e sistema delle
autonomie, il declinare competenze e processi, il regolare i
rapporti tra organi e istituzioni regionali sono, invece - ha
concluso Iacop - compito del "qui e ora": del Consiglio regionale
in primis e di tutta la comunità regionale, non per una sfilata
di interessi particolari, ma nella ricerca di un bene comune e
condiviso.
(immagini tv)
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