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CR: specialità nel ricordo di Paladin, conclusioni presidente Iacop (5)

30.06.2016
17:48
(ACON) Trieste, 30 giu - MPB - Per il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop che ha concluso i lavori "celebrare uno statuto di autonomia vuol dire ogni giorno mettere in gioco competenze e prerogative in favore dei cittadini e, contestualmente, della comunità nazionale (e sempre più europea): non si tratta di un esercizio retorico ma dell'autentica finalità di uno statuto di autonomia di una Regione nel contesto statuale e comunitario".

Per questo, ha proseguito Iacop "la nostra giornata di studio è stata intitolata "Il futuro della specialità regionale" e apre un percorso di riflessione che porterà, nel caso di esito positivo del referendum, verso la revisione dello statuto, a 53 anni dall'avvio della Regione, partendo proprio da un padre dello statuto di autonomia: il tutto nell'anno in cui, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, abbiamo fatto memoria quarantennale di quell'autentico banco di prova per l'autonomia regionale rappresentato dalla ricostruzione dopo il sisma del 1976.

Così il presidente del Consiglio ha ribadito che il convegno ha voluto non solo ricordare il costituzionalista triestino Livio Paladin, che dello statuto di autonomia è stato padre e finissimo interprete, ma anche offrire un contributo importante nella riflessione che, come cittadini e come rappresentanti di questa regione, saremo chiamati a fare nei prossimi mesi.

Arroccarsi nella difesa del già avuto e acquisito, confondendo gli strumenti con le finalità, sarebbe un duplice errore, ha detto ancora Iacop: verso i cittadini e verso chi è chiamato a rispettare l'autonomia, che è riconoscimento dell'altro ossia della comunità nazionale ed europea. Avvertendo però che non c'è retorica nei richiami alla dimensione europea bensì l'esperienza maturata in questi anni, perchè affrontare oggi il tema dell'autonomia e della specialità per il Friuli Venezia Giulia non contestualizzandolo proprio nella dimensione europea (e di regioni europee) vorrebbe dire riportare indietro le lancette della storia: un esempio per tutti, il processo di dissoluzione 25 anni fa della Jugoslavia che richiese al Governo della nostra regione la capacità di interlocuzione tra il vicino e il nostro Stato centrale. Per questo, oggi più che mai, al legislatore regionale spetta il compito di essere interprete di quella positiva tensione tra "il già e il non ancora" di uno statuto di autonomia, rileggendo le ragioni fondanti, interpretando le dinamiche socio-economiche che sempre stanno alla base di una comunità, dotandosi di capacità e strumenti di interlocuzione via via più elaborati e raffinati.

Nella dinamica assolutamente nuova del regionalismo italiano c'è proprio la conferma delle Regioni a statuto speciale; il tema della specialità permane nel nostro ordinamento anche nella novella costituzionale che sarà sottoposta al referendum confermativo del prossimo autunno.

In questo quadro, nel rapporto tra Regioni ad autonomia speciale e differenziata e Stato centrale, l'intesa è elemento base di quel processo di revisione statutaria che verrà, un dato non solo procedurale che prima di tutto evidenzia il riconoscimento di una alterità: solo rispetto a qualcosa che riconosco e riconosco come altro posso attivare percorsi di intesa, altrimenti utilizzo, banalmente, un meccanismo di catena gerarchica.

Se l'intesa è riconoscimento e strumento, i contenuti della specialità, il dipanarsi dei rapporti tra Regione e sistema delle autonomie, il declinare competenze e processi, il regolare i rapporti tra organi e istituzioni regionali sono, invece - ha concluso Iacop - compito del "qui e ora": del Consiglio regionale in primis e di tutta la comunità regionale, non per una sfilata di interessi particolari, ma nella ricerca di un bene comune e condiviso.

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