M5S: i portavoce pentastellati su inammissibilità referendum
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - "Appena due settimane fa
Debora Serracchiani parlava di stare più vicini ai cittadini, in
ascolto e in dialogo costante. Oggi ha fatto bocciare dalla sua
maggioranza di centro sinistra il referendum sulla riforma
sanitaria. Referendum che è a tutti gli effetti il principale
strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini.
Incredibile che questo avvenga per volontà del Partito - ormai
sedicente - democratico".
È durissimo il commento dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in
Consiglio regionale Bianchi, Frattolin, Dal Zovo, Sergo e Ussai
dopo la bocciatura al referendum votata dall'Aula.
"La maggioranza ritiene inammissibile il quesito perché si tratta
di una norma molto complessa, contenente almeno 18 precetti o
discipline distinte e la sua abrogazione creerebbe un vuoto
normativo difficilmente colmabile nei 60 giorni di latenza
concessi. Abbiamo dovuto però ricordare - sottolinea Eleonora
Frattolin - che questa norma complessa è stata depositata alla
presidenza del Consiglio in data 13 agosto 2014 ed è stata
approvata dall'Aula il successivo 2 ottobre. Approvazione che è
giunta quindi in meno di 60 giorni, nei quali ci sono state tutte
le audizioni e le discussioni del caso sia in Commissione che in
Aula. Questo sta a significare pertanto che, grazie alla
possibile proroga prevista per legge, avremmo avuto tutto il
tempo per modificare la norma in caso di esito positivo del
referendum ed evitare in questo modo che la Regione cadesse nel
caos amministrativo paventato dall'assessore Telesca e dalla
Giunta Serracchiani".
"In questo momento - aggiunge Frattolin - non possiamo poi non
ricordare le parole della presidente Serracchiani, che meno di
due settimane fa - esattamente il 20 giugno scorso - scriveva
testualmente: "Non basta governare con capacità e onestà, né
avere buoni programmi, occorre riprendere slancio nel
rinnovamento, tornare a stare più vicini ai cittadini, in ascolto
e in dialogo costante. Ricominciamo dai territori, dalle città,
dalle comunità", Le solite belle parole. I fatti stanno nei
numeri, con una maggioranza di centro sinistra che quasi
all'unanimità ha votato no all'ammissibilità del referendum sulla
riforma sanitaria. Una pagina vergognosa per questo Consiglio
regionale, un'occasione persa per tornare a dialogare e a
confrontarsi con i cittadini. È evidente che i partiti sono alla
frutta, completamente sconnessi dai cittadini e sordi alle
esigenze che salgono dai diversi territori del Friuli Venezia
Giulia".
"Analoghe argomentazioni sono state portate oggi in Aula per
chiedere l'inammissibilità degli altri due quesiti: uno per
abrogare le Uti, l'altro per proporre una legge voto sulle
Province autonome del Friuli Venezia Giulia. A questo punto è
necessario evidenziare come il Consiglio regionale sia
evidentemente in conflitto di interesse a valutare
l'ammissibilità di referendum abrogativi di leggi che la
maggioranza ha recentemente approvato. Ed è per questo - ricorda
Bianchi - che abbiamo chiesto a gran voce che si metta
prontamente mano alla legge che regola l'argomento, introducendo
un organo terzo in grado di pronunciarsi con effettiva competenza
e privo di qualsiasi conflitto di interesse".
"In un momento in cui è palese la disaffezione dei cittadini ai
politici, prima ancora che alla politica e alle istituzioni,
appellarsi a tecnicismi per mettere il bavaglio ai cittadini -
ribadisce Elena Bianchi - è stato un azzardo non necessario.
Speriamo che chi ha votato no abbia ben compreso il significato
profondo che l'inammissibilità a questo referendum comporta. Non
ci resta pertanto che ringraziare la maggioranza per la sua
ostinatezza. Le conseguenze di queste decisioni - conclude
Bianchi - non faranno altro che favorirci".