Citt: le ragioni del no al referendum sanità
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - Il Consiglio regionale ha
bocciato la proposta di referendum abrogativo della legge
regioale 17/2014 sul riordino servizio sanitario anche con il
voto del Gruppo dei Cittadini, intervenuto nel dibattito con i
consiglieri Pietro Paviotti e Gino Gregoris.
I rappresentanti del movimento civico hanno sottolineato il fatto
che l'Aula fosse chiamata a decidere l'ammissibilità di un
referendum e non a mettere in discussione una legge che i
Cittadini hanno sostenuto con convinzione ritenendola, assieme a
quella dei Comuni, inserita in un'ottima di riforma.
"Dalla discussione odierna - hanno spiegato Gregoris e Paviotti -
emerge in modo chiaro come l'istituto referendario debba essere
circoscritto ad un quesito di tipo unitario (per esempio:
divorzio? si/no; procreazione assistita? si/no), mentre in questo
caso l'unitarietà manca. Considerata la varietà delle questioni
disciplinate dalle disposizioni che si vorrebbero sottoporre al
referendum, dichiararlo ammissibile si tradurrebbe, di fatto, in
una violazione della libertà dell'elettore che sarebbe costretto
a esercitare una sorta di prendere o lasciare in blocco".
"Oggi - ha aggiunto Paviotti - si confrontano due visioni
politicamente opposte. Da un lato ci sono quelli come noi che
ancora credono in una democrazia rappresentativa dove il politico
si presenta al voto degli elettori con un programma e si assume
la responsabilità di realizzarlo, venendo poi giudicato alla fine
del proprio mandato. Assumersi la responsabilità significa anche
fare scelte di cambiamento, talvolta impopolari, ma
nell'interesse generale. Dall'altro lato, invece, esiste una
visione del mondo di tipo plebiscitario che vorrebbe sottoporre
al giudizio dell'intera popolazione ogni decisione presa dalla
politica. È una visione populista, irrealizzabile e sbagliata.
Per questo motivo - ha concluso il capogruppo dei civici - il
movimento dei Cittadini ha votato convintamente no
all'ammissibilità del referendum, evitando una situazione di
incertezza proprio nel momento in cui la riforma sta facendo i
suoi primi passi. Rallentare di fatto l'avvio di una nuova
impostazione della sanità regionale, sarebbe un danno per i
cittadini della nostra regione".