News


Citt: le ragioni del no al referendum sanità

05.07.2016
16:45
(ACON) Trieste, 5 lug - COM/AB - Il Consiglio regionale ha bocciato la proposta di referendum abrogativo della legge regioale 17/2014 sul riordino servizio sanitario anche con il voto del Gruppo dei Cittadini, intervenuto nel dibattito con i consiglieri Pietro Paviotti e Gino Gregoris.

I rappresentanti del movimento civico hanno sottolineato il fatto che l'Aula fosse chiamata a decidere l'ammissibilità di un referendum e non a mettere in discussione una legge che i Cittadini hanno sostenuto con convinzione ritenendola, assieme a quella dei Comuni, inserita in un'ottima di riforma.

"Dalla discussione odierna - hanno spiegato Gregoris e Paviotti - emerge in modo chiaro come l'istituto referendario debba essere circoscritto ad un quesito di tipo unitario (per esempio: divorzio? si/no; procreazione assistita? si/no), mentre in questo caso l'unitarietà manca. Considerata la varietà delle questioni disciplinate dalle disposizioni che si vorrebbero sottoporre al referendum, dichiararlo ammissibile si tradurrebbe, di fatto, in una violazione della libertà dell'elettore che sarebbe costretto a esercitare una sorta di prendere o lasciare in blocco".

"Oggi - ha aggiunto Paviotti - si confrontano due visioni politicamente opposte. Da un lato ci sono quelli come noi che ancora credono in una democrazia rappresentativa dove il politico si presenta al voto degli elettori con un programma e si assume la responsabilità di realizzarlo, venendo poi giudicato alla fine del proprio mandato. Assumersi la responsabilità significa anche fare scelte di cambiamento, talvolta impopolari, ma nell'interesse generale. Dall'altro lato, invece, esiste una visione del mondo di tipo plebiscitario che vorrebbe sottoporre al giudizio dell'intera popolazione ogni decisione presa dalla politica. È una visione populista, irrealizzabile e sbagliata. Per questo motivo - ha concluso il capogruppo dei civici - il movimento dei Cittadini ha votato convintamente no all'ammissibilità del referendum, evitando una situazione di incertezza proprio nel momento in cui la riforma sta facendo i suoi primi passi. Rallentare di fatto l'avvio di una nuova impostazione della sanità regionale, sarebbe un danno per i cittadini della nostra regione".