CR: attività estrattive, relatore maggioranza Boem (2)
(ACON) Trieste, 6 lug - RCM - Il Consiglio regionale è passato
all'esame del disegno di legge n. 146 sulla disciplina organica
delle attività estrattive.
Il provvedimento introduce un accordo tra gli imprenditori
minerari e la pubblica amministrazione: la durata massima della
concessione per un progetto di attività estrattiva sarà di dieci
anni, con la possibilità di un unico rinnovo per un tempo massimo
di ulteriori cinque.
È quanto ha spiegato il relatore di maggiorana Vittorino Boem
(Pd) all'Aula sulla legge in esame e ha poi aggiunto: Ulteriori
ampliamenti potranno essere chiesti solo a condizione di aver
scavato l'80% del volume autorizzato nel proprio sito; nuovi
progetti di cava potranno essere autorizzati a condizione che sia
stato scavato il 70% dei volumi complessivamente autorizzati per
quella determinata categoria di materiale.
Per contro, l'Amministrazione adotta una nuova dinamica per la
valutazione della domanda di concessione, che accorcia
drasticamente e rende certi i tempi burocratici di evasione. Il
principio che viene adottato è di consentire un maggior controllo
da parte della Regione sulle volumetrie effettivamente scavate, e
quindi di scoraggiare le derive monopoliste di coloro che
chiedono autorizzazioni su volumetrie gigantesche, ottenendo
principalmente due effetti: impedire l'ingresso nel mercato di
ulteriori soggetti; utilizzare le aree concesse più come risorsa
per il patrimonio delle proprie aziende che effettivamente per
l'escavazione e la lavorazione del materiale.
È una scelta politica quella di disciplinare il settore, per
consentire agli enti pubblici un maggiore controllo sullo
sfruttamento del proprio territorio, ma anche per aprire
maggiormente al mercato, consentendo l'ingresso di soggetti anche
minori rispetto ai grandi player attualmente presenti. Così come
è una scelta politica quella di compiere uno sforzo maggiore
nella direzione del raggiungimento del 70% del riciclo dei
rifiuti da costruzione e demolizione, e della contestuale
riduzione del ricorso all'escavazione di ghiaie e sabbie a favore
del riutilizzo di materiali inerti di recupero.
In questa legge è data priorità al riutilizzo delle cave
dismesse, per poter consentire l'attività estrattiva in siti nei
quali il riassetto ambientale non è stato fatto, con l'obiettivo
di poterli rinaturalizzare al termine dello sfruttamento
definitivo. E vengono incluse nella pianificazione di settore le
volumetrie corrispondenti al materiale litoide presente negli
alvei dei fiumi, per il quale la Regione, in coerenza con la LR
11/2015, dispone la manutenzione idraulica.
Inoltre, è data una grande responsabilità ai Comuni, che
attraverso la propria pianificazione urbanistica potranno, alla
luce dei criteri stabiliti nel Piano regionale delle attività
estrattive (Prae), definire le aree destinare alle attività
estrattive assegnando le zone D4. Ed è proprio il Prae lo
strumento che darà effettivamente corpo alle previsioni contenute
nel ddl. Qui si dispone come esso debba essere strutturato e
approvato, e quali saranno i suoi contenuti.
Un ulteriore elemento che favorisce sia il controllo sul corretto
sfruttamento del territorio, sia il prosieguo efficace
dell'attività imprenditoriale, è la nuova figura del
collaudatore: avrà l'incarico, da parte del Comune, di verificare
la corrispondenza tra il progetto di attività estrattiva e
l'effettivo avanzamento dei lavori di estrazione, al termine di
ciascun lotto. Darà certezze al Comune sulla qualità
dell'attività estrattiva e sul successivo riassetto ambientale, e
consentirà di poter svincolare parte della fideiussione
complessiva a favore dell'azienda.
Non da ultimi, il provvedimento tratta la sotto-categoria delle
pietre ornamentali (si differenzia, sia nelle tecniche estrattive
sia nelle dinamiche economiche e aziendali, dall'estrazione delle
ghiaie), il materiale minerale strategico (un attributo
assegnabile a un determinato materiale che consentirà di ottenere
flessibilità all'interno della pianificazione di settore) e c'è
un preciso impegno, preso in IV Commissione, di inserire una
disposizione relativa all'attivazione di politiche di rilancio
industriale del settore e di promozione del materiale come
prodotto tipico della nostra regione.
(immagini tv)
(segue)