Pd-SKk: Gabrovec,nuovo Statuto FVG e città metropolitana,nulla cambia
(ACON) Trieste, 21 lug - COM/MPB - "Le città metropolitane nel
FVG si possono istituire fin dalla legge regionale n°1 del 2006,
che fissava già allora con lungimiranza precisi paletti e
condizioni anche a misura di Trieste. E stando alle prerogative
statutarie decidiamo noi e solo noi - Consiglio regionale,
triestini compresi. Se ne deduce quindi che abbiamo assistito (e
stiamo ancora assistendo) ad un dibattito sul nulla, su un
qualcosa che si poteva fare prima, si sarebbe potuto fare nei
confini della proposta originaria di modifica statutaria e si
potrà fare, non di meno e non di più, dopo la modifica voluta a
Roma."
A precisarlo è il consigliere regionale della Slovenska skupnost
Igor Gabrovec a commento del rinnovato ed acceso dibattito sulla
questione metropolitana all'indomani dell'approvazione definitiva
dello Statuto regionale.
"Stando al dispositivo delle legge regionale 1/2006 la città
metropolitana nasce da uno o più comuni, purché tocchino i
200.000 abitanti. Trieste quindi ci sta anche da sola. Diciamolo
più chiaramente: Trieste, se vuole, è già città metropolitana.
Con pregi e difetti compresi, con opportunità e funzioni
aggiuntive che possono venir trasferite dalla Regione e dallo
Stato: portualità, sviluppo industriale, collaborazione
transfrontaliera, etc.
"Che ne rimane degli altri, i Comuni che la circondano? Perché
questo è uno dei nodi principali, vale a dire: come garantire i
necessari gradi di autonomia politica ed ammnistrativa ai comuni
perlopiù perfettamente bilingui, nei quali la minoranza slovena
gode di precisi diritti e ruolo sanciti fin dai trattati
internazionali. Per dirla più in breve: come salvaguardare i
piccoli comuni, di per se 'speciali', dal venir ingoiati da una
città dieci volte più grande?
"La risposta sta in parte nella stessa legge 1/2006 ed in parte
negli statuti delle città metropolitane già istituite, quindi
tutto già scritto: i cinque Comuni, contraddistinti da continuità
territoriale o adagiati sullo stesso confine di stato possono
rimanerne fuori formando una UTI a se stante che può
sottoscrivere convenzioni con il comune metropolitano,
anticipando le già più che preannunciate difficoltà operative che
si prospettano nell'UTI Giuliana così come disegnata. È altresì
vero che la legge non consente l'imposizione dell'adesione alla
città metropolitana per quei comuni che ritenessero non
conveniente o opportuno farne parte. E siamo a quella che era
sostanzialmente una delle mie proposte iniziali: lasciamo le
città principali fuori dalle UTI. Soluzioni simili sono quindi
possibili in altre aree regionali con piccoli accorgimenti da
adottare alla recente legge di riforma, la 26/2014.
"Per concludere: tutto si può fare, anche a Trieste, purché si
parta dal riconoscere, considerare, condividere e rispettare le
peculiarità dei territori che andiamo a toccare, le diverse
sensibilità ed esigenze. A Trieste sono soprattutto legate alla
presenza storica e tutelata della minoranza slovena, che va
considerata per quel che è: non una rogna, bensì ricchezza e
valore aggiunto" conclude il consigliere regionale espressione
della comunità slovena Igor Gabrovec.