CR: assestamento bilancio, relatore minoranza Cargnelutti (8)
(ACON) Trieste, 26 lug - MPB - Paride Cargnelutti (Ncd)
relatore di minoranza, ha parlato per l'intera coalizione di
centrodestra, facendosi portavoce delle varie sensibilità dei
Gruppi Ncd, FdI/AN, FI e AR.
Abbiamo analizzato approfonditamente l'assestamento e il nostro
parere è sostanzialmente negativo - ha esordito parlando poi
della relazione tecnico finanziaria della Giunta regionale, dei
riferimenti normativi in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio, dei criteri di valutazione
adottati per la formulazione delle previsioni.
Richiamato il quadro finanziario dell'assestamento, Cargnelutti
ha sottolineato che questo è il penultimo della legislatura: un
assestamento ordinario come quelli che lo hanno preceduto,
nonostante il crescendo di fondi disponibili: nel 2013 i milioni
di euro a disposizione furono 60; 314 nel 2014; nel 2015 367, di
cui 80 milioni con la manovrina di ottobre. Oggi sono 336, salvo
ulteriori manovrine autunnali. Assestamento ordinario nel senso
che le importanti disponibilità finanziarie conseguenti alla fase
di transizione verso il pareggio di bilancio non sono state usate
per interventi strategici e di ampio respiro, ma ci si è
premurati di suddividere le poste in mille rivoli a disposizione
dei vari assessorati.
In questi anni abbiamo cercato di evidenziare alla Giunta le
priorità che si sarebbero dovute seguire per imprimere
all'economia regionale uno shock positivo - ha affermato
Cargnelutti spiegando così la bocciatura.
Troppo poco, non tanto in relazione alle risorse, bensì rispetto
a un approccio e a una impostazione culturale e politica che non
è stata in grado di generare novità ma solo di subire
l'esistente; scelte troppo puntiformi, nessuna innovazione nella
macchina burocratica intasata da una miriade di regolamenti che
spesso vanificano anche la bontà della legge, ritardi nella
predisposizione dei bandi, in particolare quelli europei. Tutto
questo rende tardivo e inefficace l'intervento pubblico in un
momento in cui il tessuto economico-produttivo si sta sgretolando
sotto i colpi di una crisi epocale.
Così il relatore ha elencato e approfondito quelli che ha
definito i veri nodi, tuttora irrisolti: innanzitutto il
Protocollo Stato-Regione (ottobre 2014) con l'imposizione alla
Regione di contribuire agli obiettivi di finanza pubblica; cifre
alla mano, Cargnelutti ha evidenziato l'incremento esponenziale
registrato nel 2015 rispetto al 2011. Poiché l'assestamento di
bilancio definisce l'impiego del risultato di amministrazione
2015 accertato a seguito del giudizio di parificazione del
rendiconto 2015 - e tale risultato è determinato in 1.316,5
milioni di euro - va da sé che un impegno simile limita
inequivocabilmente l'autonomia della Regione. Pertanto - ha
insistito - sarà essenziale che il nuovo Protocollo Stato-Regione
non si risolva più in un atto deciso solamente tra Governo
nazionale e regionale, bensì attraverso un coinvolgimento
partecipe del Consiglio regionale, perché il futuro della Regione
non è solo competenza del presidente della Regione di turno.
Fin dalla sottoscrizione del Patto - ha sottolineato - stiamo
chiedendo di aprire un tavolo politico di confronto e
approfondimento del problema della sua revisione (e delle partite
finanziarie connesse), che scadrà nel 2017, e che nella sua
revisione complessiva avrà bisogno dell'inserimento di una
clausola di salvaguardia sul modello Trentino-Alto Adige.
Fra gli altri nodi indicati, la fiscalità di sviluppo,
l'autonomia e specialità regionale, la riforma delle autonomie
locali, la riforma della sanità, il duplice tema delle
partecipate (BIC-Business Innovation Center e Banca
Mediocredito). Note dolenti anche per i lavori socialmente utili
e l'impossibilità di rispondere a circa 600 domande di cittadini
colpiti dalla crisi perché la norma istitutiva nazionale è stata
abrogata: il non aver predisposto una risposta alternativa a
questa evenienza, nota fin dall'approvazione della riforma del
lavoro, è un fatto grave - ha sottolineato il relatore toccando
poi la questione delle poste puntuali: pensavamo che questa
maggioranza avesse spolverato e ripulito le leggi finanziarie dal
tanto vituperato uso delle poste puntuali, invece abbiamo visto
che quelle autorizzate dalla Giunta sono tornate mentre quelle
provenienti dal Consiglio no. A questo punto sarebbe necessaria
una spiegazione.
Si è quindi dato il via agli interventi dei consiglieri per il
dibattito generale.
(immagini tv)
(segue)