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CR: assestamento bilancio, relatore minoranza Cargnelutti (8)

26.07.2016
12:31
(ACON) Trieste, 26 lug - MPB - Paride Cargnelutti (Ncd) relatore di minoranza, ha parlato per l'intera coalizione di centrodestra, facendosi portavoce delle varie sensibilità dei Gruppi Ncd, FdI/AN, FI e AR.

Abbiamo analizzato approfonditamente l'assestamento e il nostro parere è sostanzialmente negativo - ha esordito parlando poi della relazione tecnico finanziaria della Giunta regionale, dei riferimenti normativi in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio, dei criteri di valutazione adottati per la formulazione delle previsioni.

Richiamato il quadro finanziario dell'assestamento, Cargnelutti ha sottolineato che questo è il penultimo della legislatura: un assestamento ordinario come quelli che lo hanno preceduto, nonostante il crescendo di fondi disponibili: nel 2013 i milioni di euro a disposizione furono 60; 314 nel 2014; nel 2015 367, di cui 80 milioni con la manovrina di ottobre. Oggi sono 336, salvo ulteriori manovrine autunnali. Assestamento ordinario nel senso che le importanti disponibilità finanziarie conseguenti alla fase di transizione verso il pareggio di bilancio non sono state usate per interventi strategici e di ampio respiro, ma ci si è premurati di suddividere le poste in mille rivoli a disposizione dei vari assessorati.

In questi anni abbiamo cercato di evidenziare alla Giunta le priorità che si sarebbero dovute seguire per imprimere all'economia regionale uno shock positivo - ha affermato Cargnelutti spiegando così la bocciatura.

Troppo poco, non tanto in relazione alle risorse, bensì rispetto a un approccio e a una impostazione culturale e politica che non è stata in grado di generare novità ma solo di subire l'esistente; scelte troppo puntiformi, nessuna innovazione nella macchina burocratica intasata da una miriade di regolamenti che spesso vanificano anche la bontà della legge, ritardi nella predisposizione dei bandi, in particolare quelli europei. Tutto questo rende tardivo e inefficace l'intervento pubblico in un momento in cui il tessuto economico-produttivo si sta sgretolando sotto i colpi di una crisi epocale.

Così il relatore ha elencato e approfondito quelli che ha definito i veri nodi, tuttora irrisolti: innanzitutto il Protocollo Stato-Regione (ottobre 2014) con l'imposizione alla Regione di contribuire agli obiettivi di finanza pubblica; cifre alla mano, Cargnelutti ha evidenziato l'incremento esponenziale registrato nel 2015 rispetto al 2011. Poiché l'assestamento di bilancio definisce l'impiego del risultato di amministrazione 2015 accertato a seguito del giudizio di parificazione del rendiconto 2015 - e tale risultato è determinato in 1.316,5 milioni di euro - va da sé che un impegno simile limita inequivocabilmente l'autonomia della Regione. Pertanto - ha insistito - sarà essenziale che il nuovo Protocollo Stato-Regione non si risolva più in un atto deciso solamente tra Governo nazionale e regionale, bensì attraverso un coinvolgimento partecipe del Consiglio regionale, perché il futuro della Regione non è solo competenza del presidente della Regione di turno.

Fin dalla sottoscrizione del Patto - ha sottolineato - stiamo chiedendo di aprire un tavolo politico di confronto e approfondimento del problema della sua revisione (e delle partite finanziarie connesse), che scadrà nel 2017, e che nella sua revisione complessiva avrà bisogno dell'inserimento di una clausola di salvaguardia sul modello Trentino-Alto Adige.

Fra gli altri nodi indicati, la fiscalità di sviluppo, l'autonomia e specialità regionale, la riforma delle autonomie locali, la riforma della sanità, il duplice tema delle partecipate (BIC-Business Innovation Center e Banca Mediocredito). Note dolenti anche per i lavori socialmente utili e l'impossibilità di rispondere a circa 600 domande di cittadini colpiti dalla crisi perché la norma istitutiva nazionale è stata abrogata: il non aver predisposto una risposta alternativa a questa evenienza, nota fin dall'approvazione della riforma del lavoro, è un fatto grave - ha sottolineato il relatore toccando poi la questione delle poste puntuali: pensavamo che questa maggioranza avesse spolverato e ripulito le leggi finanziarie dal tanto vituperato uso delle poste puntuali, invece abbiamo visto che quelle autorizzate dalla Giunta sono tornate mentre quelle provenienti dal Consiglio no. A questo punto sarebbe necessaria una spiegazione.

Si è quindi dato il via agli interventi dei consiglieri per il dibattito generale. (immagini tv)

(segue)