FI: Ziberna, mozione diffida ad adempiere da inviare all'Inps
(ACON) Trieste, 10 ago - COM/RCM - Una mozione in aiuto dei
pensionati a firma Ziberna, Novelli, De Anna di Forza Italia così
recita: "La Giunta regionale intervenga presso il Governo e il
Parlamento affinché sia attuata la sentenza n. 70/2015 della
Corte costituzionale a favore dei pensionati. Sono almeno 130mila
i pensionati penalizzati nel solo Friuli Venezia Giulia. Forza
Italia fornisce aiuto per l'azione di diffida ad adempiere da
inviare all'Inps".
A seguire, il consigliere regionale Rodolfo Ziberna esplica le
motivazioni della sua azione spiegando i contenuti del decreto
legge del 2011 sui conti pubblici che ha escluso, per gli anni
2012 e 2013, la rivalutazione automatica di tutte le pensioni di
importo superiore a tre volte il trattamento minimo Inps
dell'anno rivalutato, ovvero 1.443 euro mensili lordi.
Tutti i trattamenti pensionistici di importo superiore a quello
appena citato - scrive Ziberna - sono stati esclusi da
rivalutazione. Sul totale di 16.533.152 pensionati, ben
5.242.161, 1 pensionato su 3, sono stati esclusi dalla
rivalutazione, secondo quanto riportato dall'Inps nel 2012.
Considerato che sono oltre 380mila le pensioni erogate in FVG,
sono almeno 130mila gli interessati in regione.
La Corte costituzionale - spiega ancora il forzista -, con
sentenza del 2015 n. 70, ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale dell'articolo 24, comma 25, del decreto legge
201/2011 nella parte in cui prevede che "in considerazione della
contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica
dei trattamenti pensionistici (...) è riconosciuta, per gli anni
2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di
importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps,
nella misura del 100%". Per effetto di tale pronuncia di
incostituzionalità, i titolari dei trattamenti pensionistici
esclusi hanno riacquistato retroattivamente il diritto alla
rivalutazione dei propri trattamenti pensionistici e quindi a
ottenere il pagamento degli arretrati con interessi e il
ricalcolo della pensione sulla determinazione degli assegni
futuri.
Il Governo è intervenuto con decreto legge procedendo a una sola
parziale e molto limitata restituzione degli arretrati - accusa
Ziberna - e a una ancor più irrisoria rideterminazione dei
trattamenti pensionistici, con grave pregiudizio per i
pensionati: in concreto, gli importi restituiti oscillano tra lo
0% e il 21% di quanto spettante, con un danno dal 79% al 100% per
le pensioni superiori ai 2.810 euro mensili lordi. In base al
provvedimento del Governo, gli arretrati liquidati nel cedolino
pensione di agosto 2015 hanno oscillato tra i 150 e gli 800 euro
(niente è stato corrisposto ai titolari di pensione superiori a
2.810 euro mensili lordi).
Inoltre "il riconoscimento delle perequazioni nei termini citati
opera esclusivamente ai fini della determinazione degli importi
arretrati relativi agli anni 2012-2013" (circolare Inps n. 125
del 25 giugno 2015), ossia gli arretrati non si consolidano
nell'assegno pensionistico futuro, se non in minima parte e non
per tutti. La rivalutazione riconosciuta per il 2012-2013 (già
ridotta rispetto a quanto di diritto) è, infatti, ulteriormente
ridotta ai fini del calcolo degli assegni 2014-2016.
Come rilevato dall'Inps, l'incremento perequativo attribuito per
gli anni 2012 e 2013, che costituisce la base di calcolo per le
pensioni a partire dal 2014, viene riconosciuto per gli anni 2014
e 2015 nella misura del 20% e per il 2016 del 50% dell'incremento
perequativo ottenuto nel biennio 2012-2013. L'effetto
trascinamento implica che i titolari di pensioni superiori a
1.443 euro lordi mensili percepiranno, vita natural durante, un
assegno pensionistico inferiore a quello che sarebbe loro
spettato (ad esempio: circa 90 euro mensili in meno per il
titolare di una pensione pari a 1.500 euro mensili lordi; circa
160 euro per una pensione di 3.000 euro lordi, etc.).
L'INPS avrebbe addirittura formalmente comunicato ai patronati -
così ancora il consigliere regionale di opposizione - di non
effettuare conteggi di ricostruzione dei trattamenti
pensionistici in base alla sentenza della Corte costituzionale. I
patronati si stanno attenendo alle disposizioni avute dall'Inps,
non provvedendo a tutelare gli interessi della parte debole, cioè
i pensionati, soggetti verso i quali dovrebbero avere specifiche
attenzioni e vocazione. Appare evidente come non vi sia
congruenza tra i contenuti della sentenza della Corte n. 70/2015
e le disposizioni di cui al decreto legge 65/2015. La solo
parziale ottemperanza è stata motivata con la difficile
situazione della finanza pubblica e con la necessità di mantenere
gli equilibri di bilancio.
Ecco la ragione per cui - spiega infine Ziberna -, insieme ai
colleghi Roberto Novelli ed Elio De Anna, ho depositato come
primo firmatario in Consiglio regionale una mozione con cui si
impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo a
intervenire rapidamente, pur con un criterio di gradualità alla
luce degli obiettivi di finanza pubblica, al fine di dare piena
ed effettiva attuazione alla sentenza n. 70/2015 della Corte
costituzionale, prevedendo, a favore dei titolari di pensione
colpiti dal blocco previsto, con effetti sugli importi degli
assegni pensionistici vita natural durante, inclusa la
rivalutazione sull'importo rivalutato per gli anni 2012 e 2013.
Inoltre Forza Italia è a disposizione di chi intendesse inviare
una diffida ad adempiere all'Inps di Roma e all'istituto
territorialmente competente fornendo, a mezzo mail, le
indicazioni relative. A tal fine scrivere a:
rodolfo.ziberna@regione.fvg.it.