Garante persone: Citti, non discriminare le unioni civili
(ACON) Trieste, 17 ago - COM/RCM- Il Garante regionale per le
persone a rischio di discriminazione, Walter Citti, boccia
categoricamente il rifiuto del Comune di Trieste di offrire, per
le unioni civili tra persone dello stesso sesso, i medesimi
servizi, ambienti, orari e tariffe predisposti con delibera
comunale per la celebrazione dei matrimoni.
Nel proprio parere, inviato al sindaco e alla prefetta di Trieste
nonché al direttore dell'Ufficio nazionale anti-discriminazioni
razziali (Unar), il Garante ricorda che "l'unione civile è la
forma giuridica di diritto pubblico nella quale si esprime il
diritto fondamentale alla vita familiare delle persone
omosessuali, con diritti e doveri tendenzialmente equiparabili a
quelli stabiliti dal matrimonio, per cui le persone che si
uniscono civilmente si trovano in una situazione comparabile a
quella delle persone che si uniscono in matrimonio, e dunque ogni
disparità di trattamento riguardo alle modalità di accesso ai
servizi comunali resi disponibili per la costituzione dell'unione
civile rispetto a quelli previsti per la celebrazione del
matrimonio civile costituirebbe una discriminazione vietata dagli
articoli 8 e 14 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e
le libertà fondamentali".
Il Garante ricorda, poi, come un caso analogo si sia verificato
in Austria, all'indomani dell'entrata in vigore, il primo gennaio
2010, della legge nazionale sulle Unioni registrate, che
prevedeva dovessero essere costituite presso una autorità
amministrativa diversa da quella competente per la celebrazione
dei matrimoni civili e negli uffici amministrativi anziché negli
ambienti già previsti per i matrimoni civili. Tre anni dopo, la
Corte costituzionale austriaca ha bocciato tale disparità di
trattamento.
Proprio al fine di evitare queste ultime - fa sapere Citti -, la
normativa sulle Unioni civili recentemente approvata (legge n.
76/2016) ha incluso una norma (art.1, comma 20) che prevede
l'automatica estensione di tutte le disposizioni previste per il
matrimonio, contenute tra l'altro in atti amministrativi, tra cui
debbono essere ricomprese le delibere degli enti locali
riguardanti le modalità, gli orari, le tariffe e gli ambienti nei
quali vengono celebrati i matrimoni.