Citt: Paviotti, il dopo terremoto va affrontato con equilibrio
(ACON) Trieste, 29 ago - COM/AB - Tutti i giorni chi
amministra, sia esso un sindaco, un assessore, un funzionario
pubblico, è costretto ad assumersi responsabilità e a correre dei
rischi. Se non lo facesse chiuderebbe tutti gli edifici pubblici
e pure le strade; non fornirebbe il servizio di scuolabus, di
mensa ed eliminerebbe anche le altalene che, in una scuola
materna, possono essere fonte di pericolo.
A sostenerlo è Pietro Paviotti, consigliere regionale dei
Cittadini ed ex sindaco di Cervignano, in riferimento a quanto
sta emergendo nel dopo terremoto che ha colpito i paesi del
Centro Italia.
Il mio appello è dunque di affrontare questi momenti con
equilibrio, evitando di cadere nella trappola emotiva della
ricerca del responsabile a tutti i costi. Perché non possiamo
necessariamente colpevolizzare chi generosamente amministra, chi
opera quotidianamente nell'interesse generale e si assume la
responsabilità di farlo. Perché il problema si presenterà, e
seriamente, quando nessuno sarà più disponibile a fare questo
mestiere.
Paviotti, richiamandosi a quanto diffuso dai notiziari che
riportano la triste cronaca dalle terre colpite dal sisma,
afferma che "come tutti gli italiani, e i friulani in
particolare, non posso che provare un senso di vicinanza e di
partecipazione a tanto dolore. Siamo già però arrivati, e lo dico
con grande preoccupazione, al momento ossessivo della ricerca dei
responsabili. L'opinione pubblica chiama, le Procure della
Repubblica rispondono e assicurano massima determinazione
nell'individuare le responsabilità che dovessero emergere.
Figuriamoci se (cercandole bene) non si troveranno delle
responsabilità di sindaci o funzionari comunali".
"Lo dico con amarezza - aggiunge Paviotti - perché ho fatto il
pubblico amministratore per 22 anni e so bene quanto difficile
sia essere rispettosi di tutte le leggi, i regolamenti e le
normative che questo Paese ha prodotto e continua a produrre.
Intendiamoci: se una scuola è stata da poco ristrutturata e i
lavori sono stati progettati o eseguiti male è giusto punire i
responsabili. Vale per l'edilizia pubblica e privata di recente
realizzazione. Ma se in un Paese, il nostro, costruito con
pietre, sassi e mattoni, un campanile crolla, non è detto che per
forza sia colpa di qualcuno. Ricordiamo allora la triste vicenda
del preside Livio Bearzi, dirigente del Convitto scolastico de
L'Aquila, condannato e incarcerato in quanto responsabile della
sicurezza dell'edificio. Quella condanna ha suscitato unanime
disapprovazione, ma è figlia proprio di quella ossessiva ricerca
di un responsabile, un colpevole, un capro espiatorio da
sacrificare".
"Un'altra nefasta conseguenza di questo clima - conclude Paviotti
- è la produzione di normative antisismiche sempre più rigorose e
talvolta sempre più 'stupide'. Succede allora che per fare un
semplice recinto o per installare una casetta di legno per gli
attrezzi si arrivi a richiedere, oltre al progetto, i calcoli
statici e le prove sui materiali. Risultato: le pratiche
amministrative rischiano di avere un costo maggiore dell'opera in
sé. Ma per quanto riguarda il raggiungimento di un maggior grado
di sicurezza per il cittadino, lo si capisce facilmente nei casi
descritti, il risultato è pari quasi a zero".