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Citt: Paviotti, il dopo terremoto va affrontato con equilibrio

29.08.2016
15:24
(ACON) Trieste, 29 ago - COM/AB - Tutti i giorni chi amministra, sia esso un sindaco, un assessore, un funzionario pubblico, è costretto ad assumersi responsabilità e a correre dei rischi. Se non lo facesse chiuderebbe tutti gli edifici pubblici e pure le strade; non fornirebbe il servizio di scuolabus, di mensa ed eliminerebbe anche le altalene che, in una scuola materna, possono essere fonte di pericolo. A sostenerlo è Pietro Paviotti, consigliere regionale dei Cittadini ed ex sindaco di Cervignano, in riferimento a quanto sta emergendo nel dopo terremoto che ha colpito i paesi del Centro Italia.

Il mio appello è dunque di affrontare questi momenti con equilibrio, evitando di cadere nella trappola emotiva della ricerca del responsabile a tutti i costi. Perché non possiamo necessariamente colpevolizzare chi generosamente amministra, chi opera quotidianamente nell'interesse generale e si assume la responsabilità di farlo. Perché il problema si presenterà, e seriamente, quando nessuno sarà più disponibile a fare questo mestiere.

Paviotti, richiamandosi a quanto diffuso dai notiziari che riportano la triste cronaca dalle terre colpite dal sisma, afferma che "come tutti gli italiani, e i friulani in particolare, non posso che provare un senso di vicinanza e di partecipazione a tanto dolore. Siamo già però arrivati, e lo dico con grande preoccupazione, al momento ossessivo della ricerca dei responsabili. L'opinione pubblica chiama, le Procure della Repubblica rispondono e assicurano massima determinazione nell'individuare le responsabilità che dovessero emergere. Figuriamoci se (cercandole bene) non si troveranno delle responsabilità di sindaci o funzionari comunali".

"Lo dico con amarezza - aggiunge Paviotti - perché ho fatto il pubblico amministratore per 22 anni e so bene quanto difficile sia essere rispettosi di tutte le leggi, i regolamenti e le normative che questo Paese ha prodotto e continua a produrre. Intendiamoci: se una scuola è stata da poco ristrutturata e i lavori sono stati progettati o eseguiti male è giusto punire i responsabili. Vale per l'edilizia pubblica e privata di recente realizzazione. Ma se in un Paese, il nostro, costruito con pietre, sassi e mattoni, un campanile crolla, non è detto che per forza sia colpa di qualcuno. Ricordiamo allora la triste vicenda del preside Livio Bearzi, dirigente del Convitto scolastico de L'Aquila, condannato e incarcerato in quanto responsabile della sicurezza dell'edificio. Quella condanna ha suscitato unanime disapprovazione, ma è figlia proprio di quella ossessiva ricerca di un responsabile, un colpevole, un capro espiatorio da sacrificare".

"Un'altra nefasta conseguenza di questo clima - conclude Paviotti - è la produzione di normative antisismiche sempre più rigorose e talvolta sempre più 'stupide'. Succede allora che per fare un semplice recinto o per installare una casetta di legno per gli attrezzi si arrivi a richiedere, oltre al progetto, i calcoli statici e le prove sui materiali. Risultato: le pratiche amministrative rischiano di avere un costo maggiore dell'opera in sé. Ma per quanto riguarda il raggiungimento di un maggior grado di sicurezza per il cittadino, lo si capisce facilmente nei casi descritti, il risultato è pari quasi a zero".