M5S: Sergo su via libera elettrodotto Udine ovest - Redipuglia
(ACON) Trieste, 3 set - COM/AB - Dopo tre settimane siamo
riusciti a ottenere da Palazzo Chigi la delibera del 10 agosto,
con cui, stando al comunicato stampa del Governo, il premier
Renzi avrebbe dato via libera alla realizzazione
dell'elettrodotto Udine ovest - Redipuglia.
Lo afferma Cristian Sergo, portavoce M5S in Consiglio regionale,
che aggiunge:
Leggendo la delibera abbiamo scoperto che in data 2 agosto 2016
la Commissione tecnica Via aveva già espresso il suo parere
favorevole alla realizzazione dell'opera e non solo da pochi
giorni come si evince dal sito Internet della stessa. Per
rendersi conto della velocità di questo pronunciamento bisogna
precisare che il parere della Regione è stato protocollato il 29
luglio mentre quello dei comuni, chiamati a inviare le loro
osservazioni all'opera, era precedente solo di qualche giorno.
Ciò nonostante, e con un fine settimana di mezzo, la Commissione
tecnica è riuscita a esprimersi in un lasso di tempo di poche ore
su un caso così complesso.
Sempre dalla delibera spunta un'altra chicca: la novità è che a
difendere gli interessi di Terna non è più il ministero dei beni
culturali, che era stato censurato dal Consiglio di Stato per
averlo fatto nella precedente fase autorizzativa, commettendo il
contestato "sviamento di potere". Adesso a prendere le difese
della società proponente è addirittura il ministero
dell'ambiente, che ci tiene a sottolineare come la Terna abbia
già realizzato l'opera per oltre l'80% e impiegato già notevoli
risorse economiche. Purtroppo il ministro non ricorda che molte
di queste opere sono state realizzate dalla società a seguito
della sentenza dell'aprile 2015, quando in fretta e furia cercò
di innalzare quanti più piloni possibili, prima dello stop del
luglio scorso, per mettere tutti di fronte al fatto compiuto.
Inutile poi tornare anche sulle polemiche dei lavori "di messa in
sicurezza" continuati anche dopo la pubblicazione della sentenza
del Consiglio di Stato.
Sempre nella delibera il Consiglio dei ministri si tradisce da
solo quando parla di "progetto di completamento della
realizzazione dell'opera", dimenticandosi che la Valutazione di
Impatto Ambientale, a seguito della sentenza del Consiglio di
Stato, doveva esser fatta "ex novo". Invece vengono fatte salve
anche le decisioni prese dal precedente decreto di compatibilità,
quando pochi paragrafi prima se ne rilevava l'illegittimità del
procedimento.
E' chiaro ormai che le decisioni di Renzi e del ministro
dell'Ambiente Galletti siano state dettate dalle forti pressioni
politiche esercitate dalla presidente della Regione Serracchiani
la quale, una volta eletta, è diventata grande sostenitrice
dell'invasione dei piloni di Terna nella nostra pianura, tanto da
farsi fotografare con i rendering dei piloni in mano. Le parole
che vengono riportate nel testo, infatti, sono le stesse che
sentiamo pronunciare dalla presidente dal giorno dopo la sentenza
del Consiglio di Stato, quando si permetteva di criticare i
giudici, accusati di non essersi resi conto che, a suo dire,
l'opera ormai era quasi stata completata.
Rimane la speranza che il premier Renzi abbia deliberato di fare
propria la posizione del ministero dell'ambiente in merito alla
compatibilità ambientale del progetto presentato da Terna a
condizione che siano rispettate le prescrizioni espresse dalle
amministrazioni favorevoli allo stesso. Tra queste, anche quelle
della Giunta Regionale che però ne ha prevista una che è già
stata bocciata dall'Enac ed è in contrasto anche con lo Stato
maggiore della Difesa. A rigor di logica se i piloni dovranno
esser colorati di bianco e rosso, come previsto da questi due
enti per la sicurezza "aerea", l'elettrodotto non potrà essere
dichiarato compatibile con l'ambiente.
Forse a quel punto qualcuno dovrà farsene una ragione una volta
per tutte. Intanto noi del MoVimento 5 Stelle non molliamo. Non
possiamo permettere che questo scempio venga perpetrato nella
nostra regione. Per questo non ci gireremo dall'altra parte come
chi invece dovrebbe difendere e tutelare il nostro paesaggio,
così come richiesto chiaramente dalla nostra Costituzione.