M5S: Sergo, Regione ancora senza un Piano tutela acque
(ACON) Trieste, 29 set - COM/RCM - "Da tre anni - scrive il
consigliere regionale del M5S, Cristian Sergo - denunciamo
l'assenza, in Friuli Venezia Giulia, di un Piano di tutela delle
acque nonché la carenza dei dati su cui si basa quello proposto
dalla Giunta Tondo nel 2012 e riproposto dalla Giunta
Serracchiani nel 2014. Un Piano che manca da 16 anni, ovvero da
quando la direttiva europea 50 del 2000 aveva imposto agli enti
di dotarsi di questo strumento programmatico".
Nella sua denuncia, Sergo aggiunge che, nostante una mozione e
due interrogazioni dei pentastellati criticassero questi aspetti,
l'assessore Sara Vito in Aula non aveva perso l'occasione per
difendere l'operato dei "suoi" uffici e criticare il Movimento 5
Stelle.
"Peccato che a pensarla come noi - sottolinea il consigliere di
opposizione - sia anche un docente di geofisica dell'Università
di Trieste e membro del Tavolo tecnico sui pozzi artesiani, che
lo scorso 4 maggio ha confermato che non disponiamo di un quadro
conoscitivo di dettaglio della struttura degli acquiferi e della
loro dinamica nella Bassa Pianura, aggiungendo che le
informazioni sui pozzi sono spesso carenti.
"Eppure la Regione aveva stipulato un accordo proprio con
l'Università di Trieste per produrre uno 'Studio sugli acquiferi
regionali finalizzato anche alla definizione di linee guida per
il corretto e compatibile utilizzo delle loro acque', che doveva
rivolgere una particolare attenzione all'analisi e alla
quantificazione del prelievo dai pozzi domestici.
"Probabilmente qualcosa non è andato come doveva se a oggi ci
troviamo con una conclamata carenza di dati, da noi sempre
denunciata. Nonostante queste pesanti criticità, in modo
abbastanza incomprensibile il docente è giunto però a
sottolineare l'importanza dell'allacciamento all'acquedotto,
unico modo per dare una garanzia al cittadino. A leggere quanto
avviene in queste ore a Pordenone e provincia sembrerebbe il
contrario.
"Noi del MoVimento 5 Stelle continuiamo la nostra battaglia a
salvaguardia dei pozzi artesiani e del diritto dei cittadini di
prelevare l'acqua dai propri terreni. In realtà tutta la
discussione sulla possibilità di continuare a prelevare l'acqua
dai pozzi è frutto di una precisa volontà esclusivamente
politica.
"La scienza in tutto questo discorso ha di fatto un ruolo
marginale, visto che gli stessi tecnici affermano di non
conoscere quale sia la situazione del sottosuolo. Pertanto
risulta ormai chiaro che chi governa questa Regione ha prima
deciso di far pagare l'acqua a decine di migliaia di nuovi utenti
allacciandoli all'acquedotto, per poi ricercare le motivazioni a
giustificazione di questa decisione impopolare.
"Il 10 maggio scorso, con una interrogazione, abbiamo anche
chiesto che fine avesse fatto il Piano. Solo oggi scopriamo che
nonostante la popolazione attenda da un anno esatto di conoscere
il parere della Regione sulle centinaia (se non migliaia) di
osservazioni pervenute al Piano, l'esame delle stesse è terminato
'appena' nel giugno di quest'anno (con otto mesi di ritardo) e
sono ora al vaglio del Servizio valutazioni ambientali.
"Sempre all'interno del Tavolo tecnico, si parlava di una
possibile adozione del Piano entro settembre 2016 e approvazione
definitiva per aprile 2017".
Tutto ciò, chiosa Sergo, senza aver avuto ancora la risposta a
una semplice domanda, ovvero se questi ritardi ci espongano a
ulteriori sanzioni da parte dell'Europa.