Sel: Lauri su uscita di Pustetto dal Gruppo consiliare
(ACON) Trieste, 1 ott - COM/AB - "Il paradosso della scelta di
Pustetto è che da oggi la sinistra in Consiglio regionale e nella
maggioranza non sarà più forte, sarà più debole".
Lo afferma Giulio Lauri, capogruppo di Sel in Consiglio
regionale, in riferimento all'uscita dal Gruppo di Sel di Stefano
Pustetto, fatto che per il regolamento del Consiglio comporta lo
scioglimento automatico del Gruppo.
Dopo avere ringraziato gli assistenti del gruppo consiliare per
il lavoro svolto, Lauri ricorda la politica di riforme messe in
atto dalla maggioranza nei primi tre anni della legislatura:
sanità, Enti locali, politiche industriali, la legge per la
gestione pubblica dell'acqua, la stabilizzazione dei lavoratori
precari e soprattutto la legge per il sostegno al reddito, che ha
visto nel Friuli Venezia Giulia la prima regione in Italia a
sperimentare una riforma fatta già da molti anni in tutti i paesi
europei, a eccezione dell'Italia e della Grecia: "Riforme e
politiche di sinistra realizzate anche grazie al contributo del
Gruppo consiliare di Sinistra ecologia libertà", ha sottolineato
Lauri.
Lauri conferma quanto ricordato da Pustetto circa la richiesta di
dimissioni del capogruppo chiesta dal coordinatore regionale del
Partito, ma ricorda anche come da mesi gli organismi dirigenti
regionali di Sel non riescano più a riunirsi con il numero legale
e mette in evidenza il paradosso sul fatto che rilievi sulle
presenze alle riunioni degli organismi dirigenti di Sel e sulla
contribuzione al partito fossero stati mossi proprio da Pustetto
nel corso del suo intervento in Aula.
"Quello che nessuno finora ha detto - continua Lauri - è che la
richiesta di dimissioni non è stata mai avanzata da nessun
organismo dirigente del partito che io ho rappresentato fino a
questo momento, e che quel Partito vive un periodo di grande
contraddizioni e difficoltà, che a livello nazionale da gennaio
si è scelto di smettere di fare tesseramento, e che Sel di fatto
si sta per sciogliere. A gennaio ci sarà un congresso in cui si
costituirà un nuovo soggetto politico che si chiamerà Sinistra
Italiana, e questo partito nasce per essere alternativo non solo
al Pd, ma all'intero centrosinistra dicendo che esso è morto,
collocandosi di fatto a tutti i livelli all'opposizione. Un atto
del tutto antitetico agli obiettivi per cui nel 2011 Sel è nata
mettendo insieme esperienze diverse della politica italiana,
ovverosia costruire non tanto un nuovo partito, ma riaprire una
partita, quella della costruzione di una sinistra di governo in
questo Paese in collaborazione con le altre forze del
centrosinistra. Per cambiare le cose, per smettere di
testimoniare e declamare soltanto i valori a cui siamo legati ma
che se non accompagnati dalla volontà e dalla disponibilità di
misurarsi con il governo del cambiamento dello stato di cose
esistenti diventa inerte, incapace di modificare la realtà e di
produrre risultati per i cittadini".
In FVG il centro sinistra, anche dopo la nascita del Governo
Renzi, ha continuato a costruire politiche di governo e di
amministrazione dei territori positive importanti, e le
esperienze di Milano e Cagliari appena confermate dagli elettori
dimostrano come il centrosinistra stia continuando a produrre
buone politiche almeno a livello locale.
"Gli esempi che Pustetto ha citato nel motivare le sue dimissioni
dal Gruppo, la Riforma della sanità e il voto sull'ammissibilità
del referendum sull'acqua sono emblematici dell'ambiguità della
scelta che viene compiuta oggi: la riforma della sanità era stata
fra le poche che erano state discusse e approvate dagli organismi
dirigenti del Partito quando essi venivano ancora fatti
funzionare, e il referendum era tecnicamente inammissibile, come
ampiamente confermato dagli stessi uffici del Consiglio".
"Questi esempi fanno intravedere in filigrana il vero nodo
politico che si nasconde dietro dichiarazioni politiche ambigue e
contraddittorie, ovverossia il rapporto di Sel (o piuttosto, di
Sinistra Italiana) col centrosinistra, e non è un caso che la
richiesta di scioglimento del Gruppo sia stata avanzata a
Pustetto dopo la mia presa di posizione personale a favore del
referendum costituzionale di dicembre. Il punto è che bisogna
saper vedere quello che avviene nel mondo e in Europa, e cioè
l'avanzata delle destre e dei populismi: è quello il vero
pericolo per la democrazia e di fronte a questo pericolo serve un
centrosinistra che non sia soltanto ben vivo nei livelli locali,
ma che sappia rinnovarsi profondamente e diventare ancora più
forte. Fino a che gli elettori mi permetteranno di continuare a
farlo - conclude Lauri - io continuerò a lavorare per questo, per
un centrosinistra unito, plurale e ancora più forte".