News


VI Comm: audizione situazione immigrati, i consiglieri (2)

06.10.2016
16:43
(ACON) Trieste, 6 ott - RCM - L'audizione dell'assessore Gianni Torrenti sulla situazione immigrati in regione non ha mancato di suscitare le domande dei consiglieri.

Primo tra tutti, Riccardo Riccardi (FI) ha denunciato il diverso peso che hanno 5.000 stranieri su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti, quelli del FVG, rispetto ai 21mila immigrati della Lombardia che però ha 10 milioni di abitanti, oppure i 13mila ospitati in Lazio dove si hanno 6 milioni di abitanti: la proporzione non regge, anche da un punto di vista di giusto grado di sicurezza. Inoltre, più di un quarto degli immigrati in regione è collocato a Udine: la situazione ha portato in crisi l'intera città.

Roberto Novelli (FI) ha trovato in Torrenti la rassicurazione che la caserma Francescatto di Cividale, che ospitava l'8° Reggimento alpini, non sarà mai utilizzata per gli immigrati, però con Giuseppe Sibau (AR) ha denunciato minori kosovari che continuamente arrivano a Cividale per essere formati per un paio di anni al centro Civiform e poi, diventati maggiorenni, chiedono di rientrare in patria, da dove però ne ripartono altrettanti secondo un sistema di arrivi/partenze ormai sistematico: circa 150 sui 200 ospitati nella cittadina friulana - ha detto Novelli -. Eppure il Kosovo, piuttosto che l'Albania non sono certo Paesi in guerra.

A quanto sommano i costi per l'assistenza sanitaria ai profughi, è stata, invece, la domanda di Barbara Zilli (LN), che ha voluto sapere anche l'entità dei rimborsi ai Comuni per l'accoglienza dei minorenni e quanto costa la gestione dell'accoglienza diffusa. Perché la migrazione costante che stiamo subendo - ha detto - è squisitamente economica: la metà degli immigrati irregolari è ospitata in appartamenti in cambio di affitti esorbitanti, persone di cui non si sa nulla e quanto restano, e spesso neppure il sindaco è informato di alcunché. La presidente Serracchiani non è capace di puntare i piedi e rinegoziare le quote, mentre vanno incentivati i controlli e contenuto drasticamente il ricorso all'accoglienza diffusa.

Per Silvana Cremaschi (Pd), questo è un cambiamento epocale che non si può negare; a Udine, visto che lì devono arrivare, bisogna creare dei posti di emergenza, a "soffietto", dove garantire un posto caldo a chi arriva.

Convinto che non ci sarà alcuna soluzione se non si cercherà di intervenire presso i Paesi di origine di queste persone Armando Zecchinon (Pd), perché lì c'è anche l'origine del problema - ha detto -, o sarà solo un parlarci addosso. Dobbiamo trovare un percorso comune di tutte le forze politiche che ci permetta di spingere il Governo a creare dei canali umanitari.

Il fenomeno perdurerà - ha proseguito Stefano Pustetto (Misto), mettere la testa sotto la sabbia non serve. Il problema è europeo, va affrontato a livello europeo. Dobbiamo puntare all'integrazione di queste persone per superare le tensioni sociali; tutti riconoscono che abbiamo bisogno di un certo flusso di immigrazione per il mercato del lavoro, seppure certo controllato.

Per Andrea Ussai (M5S) il modello da seguire già esiste e si chiama Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Invece il modello dell'accoglienza diffusa non pare funzionare ovunque in regione; visto che chiediamo una equa distribuzione di quote a livello europeo, allora noi per primi dobbiamo garantirla. Se si incentivano le grandi aggregazioni, il servizio offerto può essere di basso livello e il privato specula. Togliere la speculazione sul fenomeno è possibile se ci sono maggiori controlli e una rendicontazione puntale.

Il presidente della VI Commissione, Franco Codega (Pd), ha affermato che la soluzione dei canali umanitari legali risponderebbe al dramma di chi muore nell'attraversata del mare. Bisogna studiare un nuovo sistema, che vada oltre quello del rimborso economico, che aiuti i sindaci che ospitano stranieri nel loro territorio.

L'assessore Torrenti ha chiuso l'audizione con una ultima serie di riflessioni, tra cui il fatto che se il FVG è tra le Regioni che hanno maggiori costi è perché quando un Comune ha la certezza del rimborso, come avviene da noi, ha più il problema di trovare il posto dove collocare gli immigrati che non le risorse. Allora in legge finanziaria regionale 2017 sarà inserita una modifica che porterà tutta la competenza alla sua direzione, si porranno le risorse nel Fondo immigrazione invece che nel Fondo sociale e si creerà una struttura stabile che si occuperà nello specifico di questo problema.

Inoltre, la Regione farà in modo che sia modificato il trattamento dei minori sino a 15 anni rispetto a chi ha dai 15 ai 18 anni. Tutto passa dalla Prefettura alla Croce rossa e alla Caritas, che poi stipulano accordi con i privati per trovare i posti di accoglienza, secondo un'assegnazione comunque controllata e valutata dalla Regione e dalla Prefettura. Si cercherà di fare un modello più personalizzato Stato-Regione-Anci affinché si possano dare risposte più mirate alle esigenze specifiche delle singole Regioni.

Gli immigrati - ha concluso l'assessore - sono una prospettiva per il futuro, sono una forza lavoro attiva di cui tutti i sistemi imprenditoriali di ogni Paese hanno bisogno. Ricordatevi che l'80% di chi rientra in FVG è fatta di persone che ritornano alla fine del proprio ciclo lavorativo, non sono risorsa lavoro nuova.

(immagini tv)

(fine)