VI Comm: audizione situazione immigrati, i consiglieri (2)
(ACON) Trieste, 6 ott - RCM - L'audizione dell'assessore Gianni
Torrenti sulla situazione immigrati in regione non ha mancato di
suscitare le domande dei consiglieri.
Primo tra tutti, Riccardo Riccardi (FI) ha denunciato il diverso
peso che hanno 5.000 stranieri su una popolazione di 1,2 milioni
di abitanti, quelli del FVG, rispetto ai 21mila immigrati della
Lombardia che però ha 10 milioni di abitanti, oppure i 13mila
ospitati in Lazio dove si hanno 6 milioni di abitanti: la
proporzione non regge, anche da un punto di vista di giusto grado
di sicurezza. Inoltre, più di un quarto degli immigrati in
regione è collocato a Udine: la situazione ha portato in crisi
l'intera città.
Roberto Novelli (FI) ha trovato in Torrenti la rassicurazione che
la caserma Francescatto di Cividale, che ospitava l'8° Reggimento
alpini, non sarà mai utilizzata per gli immigrati, però con
Giuseppe Sibau (AR) ha denunciato minori kosovari che
continuamente arrivano a Cividale per essere formati per un paio
di anni al centro Civiform e poi, diventati maggiorenni, chiedono
di rientrare in patria, da dove però ne ripartono altrettanti
secondo un sistema di arrivi/partenze ormai sistematico: circa
150 sui 200 ospitati nella cittadina friulana - ha detto Novelli
-. Eppure il Kosovo, piuttosto che l'Albania non sono certo Paesi
in guerra.
A quanto sommano i costi per l'assistenza sanitaria ai profughi,
è stata, invece, la domanda di Barbara Zilli (LN), che ha voluto
sapere anche l'entità dei rimborsi ai Comuni per l'accoglienza
dei minorenni e quanto costa la gestione dell'accoglienza
diffusa. Perché la migrazione costante che stiamo subendo - ha
detto - è squisitamente economica: la metà degli immigrati
irregolari è ospitata in appartamenti in cambio di affitti
esorbitanti, persone di cui non si sa nulla e quanto restano, e
spesso neppure il sindaco è informato di alcunché. La presidente
Serracchiani non è capace di puntare i piedi e rinegoziare le
quote, mentre vanno incentivati i controlli e contenuto
drasticamente il ricorso all'accoglienza diffusa.
Per Silvana Cremaschi (Pd), questo è un cambiamento epocale che
non si può negare; a Udine, visto che lì devono arrivare, bisogna
creare dei posti di emergenza, a "soffietto", dove garantire un
posto caldo a chi arriva.
Convinto che non ci sarà alcuna soluzione se non si cercherà di
intervenire presso i Paesi di origine di queste persone Armando
Zecchinon (Pd), perché lì c'è anche l'origine del problema - ha
detto -, o sarà solo un parlarci addosso. Dobbiamo trovare un
percorso comune di tutte le forze politiche che ci permetta di
spingere il Governo a creare dei canali umanitari.
Il fenomeno perdurerà - ha proseguito Stefano Pustetto (Misto),
mettere la testa sotto la sabbia non serve. Il problema è
europeo, va affrontato a livello europeo. Dobbiamo puntare
all'integrazione di queste persone per superare le tensioni
sociali; tutti riconoscono che abbiamo bisogno di un certo flusso
di immigrazione per il mercato del lavoro, seppure certo
controllato.
Per Andrea Ussai (M5S) il modello da seguire già esiste e si
chiama Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e
rifugiati). Invece il modello dell'accoglienza diffusa non pare
funzionare ovunque in regione; visto che chiediamo una equa
distribuzione di quote a livello europeo, allora noi per primi
dobbiamo garantirla. Se si incentivano le grandi aggregazioni, il
servizio offerto può essere di basso livello e il privato
specula. Togliere la speculazione sul fenomeno è possibile se ci
sono maggiori controlli e una rendicontazione puntale.
Il presidente della VI Commissione, Franco Codega (Pd), ha
affermato che la soluzione dei canali umanitari legali
risponderebbe al dramma di chi muore nell'attraversata del mare.
Bisogna studiare un nuovo sistema, che vada oltre quello del
rimborso economico, che aiuti i sindaci che ospitano stranieri
nel loro territorio.
L'assessore Torrenti ha chiuso l'audizione con una ultima serie
di riflessioni, tra cui il fatto che se il FVG è tra le Regioni
che hanno maggiori costi è perché quando un Comune ha la certezza
del rimborso, come avviene da noi, ha più il problema di trovare
il posto dove collocare gli immigrati che non le risorse. Allora
in legge finanziaria regionale 2017 sarà inserita una modifica
che porterà tutta la competenza alla sua direzione, si porranno
le risorse nel Fondo immigrazione invece che nel Fondo sociale e
si creerà una struttura stabile che si occuperà nello specifico
di questo problema.
Inoltre, la Regione farà in modo che sia modificato il
trattamento dei minori sino a 15 anni rispetto a chi ha dai 15 ai
18 anni. Tutto passa dalla Prefettura alla Croce rossa e alla
Caritas, che poi stipulano accordi con i privati per trovare i
posti di accoglienza, secondo un'assegnazione comunque
controllata e valutata dalla Regione e dalla Prefettura. Si
cercherà di fare un modello più personalizzato Stato-Regione-Anci
affinché si possano dare risposte più mirate alle esigenze
specifiche delle singole Regioni.
Gli immigrati - ha concluso l'assessore - sono una prospettiva
per il futuro, sono una forza lavoro attiva di cui tutti i
sistemi imprenditoriali di ogni Paese hanno bisogno. Ricordatevi
che l'80% di chi rientra in FVG è fatta di persone che ritornano
alla fine del proprio ciclo lavorativo, non sono risorsa lavoro
nuova.
(immagini tv)
(fine)