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CR: Aula commemora sen. Paolo Micolini (1)

16.11.2016
14:44
(ACON) Trieste, 16 nov - AB - Ricordato a inizio seduta del Consiglio regionale il senatore Paolo Micolini, consigliere regionale dal 1973 al 1983, deputato fino al 1987 e poi eletto a palazzo Madama, scomparso alcune settimane fa nella sua Cervignano all'età di 78 anni.

Micolini è stato uno degli esponenti politici più in vista della Bassa friulana, militando dapprima nella Democrazia Cristiana e poi nel Partito popolare italiano. Presidente della Coldiretti dal 1993 al 1997, ricoprì nella XI legislatura la carica di presidente della Commissione agricoltura del Senato. Fu anche presidente dell'Associazione allevatori FVG, imprimendo alla categoria nuovo dinamismo.

Paolo Micolini fu un antesignano del movimento che guardava al superamento dell'assistenzialismo del mondo contadino, puntando sulla formazione professionale e sull'imprenditorialità.

Come consigliere regionale si impegnò con molte iniziative, in Commissione agricoltura e in Aula, su temi che riguardavano il settore primario. Con il collega Bruno Chinellato contribuì a delineare nel 1974 i contenuti della prima legge organica per la salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio zootecnico. Nel 1976, dopo la catastrofe del terremoto, fu tra i primi a mobilitarsi nel soccorso di tanti allevatori, pensò subito come salvaguardare il bestiame organizzando i primi interventi di emergenza con le "stalle condominiali", nell'attesa della ricostruzione delle singole strutture.

Assunta la guida della Coldiretti regionale venne presto chiamato a incarichi sindacali nazionali; a metà degli anni '80 maturò per lui il tempo dell'impegno parlamentare, prima come deputato e poi come senatore che concluse nel 1994, ma rimase sempre radicato nella sua terra e nel suo mondo contadino, per il quale tendeva a nuovi traguardi.

Credeva fortemente nell'Europa, nell'unione economica che doveva consolidarsi come premessa e preparazione di un solida integrazione politica e sosteneva il disegno del mercato unico europeo, nel quale anche l'agricoltura doveva inserirsi con un maggiore sforzo di programmazione e di autodisciplina.

In questo disegno accettò e difese le quote di produzione nel comparto lattiero-caseario, procurandosi non poche ostilità al di fuori e all'interno dell'organizzazione che dirigeva.

Quando rinunciò alla presidenza nazionale della Coldiretti aveva ancora un progetto: era convinto che i produttori agricoli avrebbero potuto conquistare maggiore peso contrattuale sui mercati solo entrando in canali commerciali più ampi, rivelandosi insufficienti le associazioni e l'organizzazione cooperativa tradizionale. Con questo progetto accettò un ruolo di grande responsabilità in una multinazionale dell'agro-alimentare, finendo in un'inchiesta che lo vide poi assolto con formula piena.

Ha avuto una vita intensa sul piano politico e di impegno sociale, realizzando con tenacia e dinamismo molte iniziative e attività, cercando sempre il dialogo e la condivisione nei grandi progetti, nel sindacato come nelle sedi politiche, contribuendo così a saldare una sostanziale collaborazione nel mondo agricolo per far fronte ai problemi comuni.

Il Consiglio regionale ha trasmesso alla moglie Elda, al fratello Sergio e ai nipoti i sentimenti di cordoglio e ha rispettato un momento di raccoglimento.

(segue)