CR: Aula commemora sen. Paolo Micolini (1)
(ACON) Trieste, 16 nov - AB - Ricordato a inizio seduta del
Consiglio regionale il senatore Paolo Micolini, consigliere
regionale dal 1973 al 1983, deputato fino al 1987 e poi eletto a
palazzo Madama, scomparso alcune settimane fa nella sua
Cervignano all'età di 78 anni.
Micolini è stato uno degli esponenti politici più in vista della
Bassa friulana, militando dapprima nella Democrazia Cristiana e
poi nel Partito popolare italiano. Presidente della Coldiretti
dal 1993 al 1997, ricoprì nella XI legislatura la carica di
presidente della Commissione agricoltura del Senato. Fu anche
presidente dell'Associazione allevatori FVG, imprimendo alla
categoria nuovo dinamismo.
Paolo Micolini fu un antesignano del movimento che guardava al
superamento dell'assistenzialismo del mondo contadino, puntando
sulla formazione professionale e sull'imprenditorialità.
Come consigliere regionale si impegnò con molte iniziative, in
Commissione agricoltura e in Aula, su temi che riguardavano il
settore primario. Con il collega Bruno Chinellato contribuì a
delineare nel 1974 i contenuti della prima legge organica per la
salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio zootecnico. Nel 1976,
dopo la catastrofe del terremoto, fu tra i primi a mobilitarsi
nel soccorso di tanti allevatori, pensò subito come salvaguardare
il bestiame organizzando i primi interventi di emergenza con le
"stalle condominiali", nell'attesa della ricostruzione delle
singole strutture.
Assunta la guida della Coldiretti regionale venne presto chiamato
a incarichi sindacali nazionali; a metà degli anni '80 maturò per
lui il tempo dell'impegno parlamentare, prima come deputato e poi
come senatore che concluse nel 1994, ma rimase sempre radicato
nella sua terra e nel suo mondo contadino, per il quale tendeva a
nuovi traguardi.
Credeva fortemente nell'Europa, nell'unione economica che doveva
consolidarsi come premessa e preparazione di un solida
integrazione politica e sosteneva il disegno del mercato unico
europeo, nel quale anche l'agricoltura doveva inserirsi con un
maggiore sforzo di programmazione e di autodisciplina.
In questo disegno accettò e difese le quote di produzione nel
comparto lattiero-caseario, procurandosi non poche ostilità al di
fuori e all'interno dell'organizzazione che dirigeva.
Quando rinunciò alla presidenza nazionale della Coldiretti aveva
ancora un progetto: era convinto che i produttori agricoli
avrebbero potuto conquistare maggiore peso contrattuale sui
mercati solo entrando in canali commerciali più ampi, rivelandosi
insufficienti le associazioni e l'organizzazione cooperativa
tradizionale. Con questo progetto accettò un ruolo di grande
responsabilità in una multinazionale dell'agro-alimentare,
finendo in un'inchiesta che lo vide poi assolto con formula piena.
Ha avuto una vita intensa sul piano politico e di impegno
sociale, realizzando con tenacia e dinamismo molte iniziative e
attività, cercando sempre il dialogo e la condivisione nei grandi
progetti, nel sindacato come nelle sedi politiche, contribuendo
così a saldare una sostanziale collaborazione nel mondo agricolo
per far fronte ai problemi comuni.
Il Consiglio regionale ha trasmesso alla moglie Elda, al fratello
Sergio e ai nipoti i sentimenti di cordoglio e ha rispettato un
momento di raccoglimento.
(segue)