CR: incontro con presidente rete paneuropea diversità linguistiche
(ACON) Trieste, 17 nov - RCM - Componenti dell'Ufficio di
presidenza del Consiglio regionale e della V Commissione
consiliare, assieme ad alcuni capigruppo e all'Agenzia regionale
per la promozione della lingua friulana (Arlef), hanno ricevuto a
Trieste Patxi Baztarrika, presidente di Network to Promote
Linguistic Diversity (NPLD), rete paneuropea per la promozione
della diversità linguistica, nonché viceministro della Politica
linguistica del Governo Basco. L'incontro fa seguito a quello
avvenuto a Bruxelles, a fine ottobre scorso, in occasione di un
seminario di NPLD con protagoniste le minoranze linguistiche
della nostra regione.
Dal primo luglio 2014, il Consiglio regionale del Friuli Venezia
Giulia è entrato ufficialmente a far parte di questa piattaforma
operativa, cofinanziata dalla Commissione europea e creata per
sostenere, tutelare e promuovere le lingue minoritarie e
regionali di tutta Europa mediante lo scambio di buone pratiche e
informazioni tra gli esperti del settore. Ad Arlef è stato
assegnato il ruolo di supportare la Regione nelle attività di
questa rete.
I consiglieri friulano-giuliani hanno illustrato l'importanza e
la ricchezza della diversità linguistica, asse portante della
nostra identità e da sempre caratterizzante questa terra, e sul
bisogno di rammentare le ragioni per cui è nata l'Unione europea
e i suoi valori, mentre i rappresentanti di Arlef si sono
soffermati sulla possibilità, attraverso la partecipazione alla
rete, di fare buone pratiche e di fare lobby nel senso migliore
del termine.
Da parte di Baztarrika, una riflessione sul momento di incertezza
e soprattutto di disaffezione che si vive oggi in Europa. Il suo
concetto va modificato, perché non è solo unione di Stati, popoli
e Regioni, ma anche di nazioni senza Stato e popoli senza Stato,
dove non si possono riconoscere solo 24 lingue ufficiali, ma
tutte le lingue parlate dalle popolazioni. Perché questo
significa convivenza, inclusione, partecipazione, per una Europa
più forte.
Il riconoscimento di una lingua - ha chiosato il viceministro
basco - parte da un volere della gente, la prima che deve
crederci. Affinché una lingua non muoia, devono concorrere
tradizione familiare, sistema scolastico, consenso sociale e
politico, collaborazione pubblico/privato.
(immagini tv)