CR: ddl commercio, relatori minoranza (4)
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - Relatori di minoranza al ddl sul
commercio sono Barbara Zilli (LN) e Cristian Sergo (M5S).
Per Barbara Zilli il testo palesa l'instabilità dell'impianto
normativo regionale in tema di commercio. Nella complessità delle
norme non possono essere sacrificati nè il rispetto del riposo
nelle festività e durante le domeniche per i lavoratori della
grande distribuzione, nè la particolarità del tessuto commerciale
dei piccoli bottegai, che nei centri minori e spesso distanti
dalle città svolgono ancora una funzione sociale e devono essere
messi in condizione di operare in un contesto di crisi economica
in cui la grande distribuzione fagocita i piccoli esercizi.
Se la concordanza di opinioni pare evidente tra le diverse forze
politiche in seno al Consiglio regionale, deboli sono gli
strumenti approntati per assicurare tali obiettivi, ha detto
ancora elencando una serie di spunti di lavoro giudicati
interessanti e contenuti nelle norme relative a vendite di
liquidazione, commercio stampa quotidiana e periodica con
l'introduzione della possibilità di vendere qualsiasi altro
prodotto offrendo ai piccoli esercizi di piccoli centri la
possibilità di sopravvivere e di dare un servizio alla gente,
previsione per analoghi obiettivi di consentire ai tabaccai di
vendere, oltre a merendine e biscotti preconfezionati, anche
bibite, ma non superalcolici.
Tuttavia per Zilli il ddl non è una rivisitazione organica della
normativa di settore, come avrebbe dovuto essere, ma una
manutenzione nel rispetto della direttiva Bolkenstein, senza un
intervento incisivo in merito alla tutela dei lavoratori e dei
piccoli esercenti.
Cristian Sergo ha quindi messo in evidenza che sopravvivono
alcuni principi, come la promozione del pluralismo e l'equilibrio
sul territorio tra le tipologie delle strutture distributive e le
differenti forme di vendita, ma scompare inspiegabilmente la
compatibilità in relazione all'impatto territoriale degli
insediamenti, con particolare riguardo a fattori quali la
mobilità, il traffico e l'inquinamento acustico e ambientale.
Nulla viene detto sull'inquinamento atmosferico che insediamenti
di questo tipo comportano.
Queste modifiche normative recano pertanto conseguenze che vanno
a discapito di una politica territoriale diretta a garantire lo
sviluppo sostenibile da attuare attraverso il recupero delle aree
industriali e commerciali non utilizzate e il riuso del
patrimonio edilizio esistente. Sarebbe invece necessario favorire
la valorizzazione e la tutela dell'ambiente, del paesaggio, la
rigenerazione urbana e il contenimento del consumo di suolo quale
bene comune e risorsa non rinnovabile.
Le perplessità sugli obiettivi del ddl per Sergo aumentano se si
analizza la nuova disciplina dei Piani comunali di settore del
commercio, perché emerge una finalità diametralmente opposta a
quella di incentivare e salvaguardare il tessuto imprenditoriale
esistente nei centri storici. Sergo si è dichiarato alla fine
sconcertato dalle scelte introdotte da questo disegno di legge,
che permetteranno, ancora, la realizzazione di nuove grandi
strutture di vendita, annunciando emendamenti sulle criticità
evidenziate.
(segue)