CR: ricordato ex consigliere e assessore Pietro Zanfagnini (2)
(ACON) Trieste, 23 nov - AB - Piero Zanfagnini, consigliere
regionale dal 1973 al 1990, scomparso qualche giorno fa, è stato
ricordato in Consiglio regionale dal presidente Franco Iacop.
Nel 1980 assunse la delega di assessore alle Finanze e alla
Programmazione, che mantenne anche dal 1983 al 1985 come
vicepresidente della Giunta regionale, un ruolo che lo coinvolse
direttamente nella difficile fase della ricostruzione del Friuli
terremotato, affiancando il presidente Antonio Comelli.
Della sua attività di consigliere - ha aggiunto Iacop - va
ricordata la brillante ed efficace oratoria e le sue competenze
giuridiche che lo portavano spesso a confrontarsi con i
funzionari regionali nel perfezionamento dei testi legislativi
che era chiamato a seguire nelle Commissioni consiliari e in Aula.
Aveva ereditato dal padre, l'onorevole Umberto, protagonista
della lotta partigiana e della rinascita democratica del Friuli,
una sensibilità politica nata dalle frequentazioni con
personalità di primo piano della Costituente, come Pietro
Calamandrei e Tristano Codignola che parteciparono a diverse
manifestazioni pubbliche a Udine.
Nella formazione di Zanfagnini, accanto all'ideale politico e
sociale, non mancò una costante attenzione verso letteratura e
arte, coltivate sulla memoria del poeta Emilio Girardini e del
fratello Giuseppe, che fu parlamentare e ministro, ai quali la
famiglia era particolarmente legata.
Aderì giovane al Partito Socialista con uno spirito che lo
portava a ricercare sempre, con amici e avversari, il dialogo e
il confronto, anche quando la pensava diversamente.
Pur avendo riversato per tanti anni tutte le sue energie nella
politica e nell'Amministrazione pubblica, dedicava sempre alla
famiglia i momenti liberi. Era persona riservata e rigorosa, ma
affrontava le situazioni con una passione sincera, non nutriva
rancori nei rapporti umani e sapeva anteporre gli interessi
generali a quelli particolari.
Dal 1986 al 1988, uscito dall'Esecutivo, guidò il Gruppo
consiliare regionale del PSI e nel 1990 si candidò al Comune di
Udine, venendo eletto sindaco della città, primo socialista dopo
Giovanni Cosattini, sindaco della Liberazione.
Da segretario regionale del partito venne coinvolto nel 1993 in
un'inchiesta sul finanziamento pubblico. Con l'etica che lo
contraddistingueva si dimise da sindaco, nonostante gli inviti a
rimanere alla guida del Comune, e tre anni dopo arrivò
l'assoluzione con formula piena.
Lasciata la politica attiva e ripresa a tempo pieno la
professione forense, venne eletto presidente dell'ordine degli
avvocati di Udine, operando con lealtà e collaborazione con i
colleghi e l'autorità giudiziaria e partecipando alla vita
pubblica cittadina senza ricoprire ruoli, nonostante fosse stato
sollecitato a ricandidarsi a sindaco.
Negli ultimi anni guidò con passione e dedizione l'Orchestra
filarmonica, consolidato punto di riferimento culturale per Udine
e poi l'Associazione amici di Don Emilio De Roja, confermando
l'attenzione verso le persone in difficoltà che per lui,
cattolico, era anche una testimonianza di fede e anello di
congiunzione con i valori in cui credeva.
Del suo mandato di sindaco va ricordato il completamento del
teatro Giovanni da Udine, che venne inaugurato nel 1997 e che
Zanfagnini considerava uno dei traguardi più importanti per la
città.
Per queste motivazioni - ha concluso Iacop - lo ricordiamo,
nell'Aula che lo vide attento protagonista per 17 anni, con le
stesse parole pronunciate nel 1984 dall' onorevole Loris Fortuna
in occasione della commemorazione del padre: "è stato lo specchio
della severità, del rigore e dell'onestà dei socialisti friulani".
Ai figli Luca ed Elisabetta, ai fratelli, alla nuora e ai nipoti
è stato trasmesso il cordoglio del Consiglio regionale, che ha
rispettato un minuto di raccoglimento.
(segue)