Calre: Dichiarazione di Varese dei Parlamenti regionali europei
(ACON) Trieste, 26 nov - AB - La Conferenza delle Assemblee
legislative regionali europee (Calre) si è riunita a Varese per
l'annuale sessione plenaria che quest'anno, il diciannovesimo
dalla sua costituzione a Oviedo, ha trattato argomenti di stretta
attualità, partendo da un dato di fatto: le difficoltà che
l'Europa sta attraversando e l'inevitabile processo di
rinnovamento dell'Unione europea.
I presidenti di 74 Regioni di 8 Nazioni - per il Friuli Venezia
Giulia Franco Iacop, che è anche coordinatore della Conferenza
italiana del presidenti dei Consigli regionali - a rappresentare
200 milioni di persone, hanno dibattuto problemi di ordine
politico, di federalismo finanziario, Brexit, migranti,
sussidiarietà, coesione, sviluppo, con il duplice obiettivo di
dar voce ai territori e di ridare slancio a un'Europa che dovrà
riconquistare consenso e credibilità partendo dal basso, dai
cittadini che ne fanno parte.
Così, nella Dichiarazione che ha concluso il vertice, la Calre
riafferma la volontà di perseguire una visione multilivello
dell'esperienza comunitaria, l'idea di un'Europa costruita dal
basso a partire dalla valorizzazione delle proprie diversità.
Bisogna però riportare all'interno del dibattito comunitario il
tema di un nuovo e ravvivato "regionalismo europeo" che veda
queste realtà e i territori protagonisti di un percorso comune di
crescita e sviluppo.
Il 2016 sarà ricordato come l'anno della Brexit, ma anche come
spartiacque di importanti sfide e di drammatici eventi storici a
livello globale ed europeo.
La Brexit ha mostrato che il processo di costruzione e di
mantenimento del progetto europeo non può prescindere dal
consenso e dalla consapevolezza dei cittadini nei confronti delle
politiche comunitarie.
L'Europa si trova però ad affrontare, insieme a una crisi
economica ancora non superata, anche quella che le Nazioni Unite
hanno definito come "la più grande crisi di rifugiati e sfollati
del nostro tempo". Rispetto alla mancanza di unione per la
gestione dell'emergenza migratoria, la Calre ribadisce
l'importanza che rivestono i territori come protagonisti diretti
dell'accoglienza e della gestione della sicurezza; auspica una
più efficace azione diplomatica a livello europeo nella
persecuzione del delitto di tratta di esseri umani, nel controllo
dell'immigrazione irregolare e nel rispetto della Convenzione di
Ginevra del 1951 sui rifugiati.
Un'altra sfida che si pone è quella al terrorismo e la Calre,
attraverso i presidenti che ne fanno parte, intende assicurare
l'impegno per la promozione, all'interno delle loro Assemblee,
dei valori quali libertà e democrazia, libertà di espressione, di
religione, pluralismo culturale, integrazione.
Tra gli altri punti contenuti nel documento vi è l'impegno a una
crescita economica condivisa e a un'equa distribuzione delle
risorse, l'auspicio di un sempre maggiore coinvolgimento delle
autorità locali e regionali nel processo decisionale europeo,
l'importanza della politica di coesione come presupposto
indispensabile per la creazione di occupazione, competitività tra
imprese, crescita economica, sviluppo sostenibile, superamento
delle barriere strutturali, miglioramento della qualità della
vita dei cittadini.
La Dichiarazione di Varese si chiude con una serie di riferimenti
al regionalismo europeo e alla rappresentatività dei territori e
con una sfida: rilanciare, nel rapporto aperto e continuo con
tutti gli attori istituzionali, una posizione costruttiva che
possa realmente costituire un mattone utile alla formazione di
un'Europa dei popoli e delle Regioni, un'Europa più vicina ai
territori e ai cittadini, più forte nella democrazia
rappresentativa, quale forma più alta di rappresentanza popolare
che trova la sua principale espressione ogni giorno nel lavoro
dei Parlamenti regionali.