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Citt: si è discusso di accoglienza diffusa nell'incontro a Torviscosa

06.12.2016
15:32
(ACON) Trieste, 6 dic - COM/AB - L'accoglienza diffusa dei rifugiati è stato il tema della serata che ha visto protagonisti alcuni rappresentati delle istituzioni (nove sindaci friulani, l'assessore regionale Gianni Torrenti e il consigliere regionale Pietro Paviotti) e molti cittadini accorsi a Torviscosa per confrontarsi su uno dei fenomeni sociali più delicati e difficili del momento. A un anno di distanza dal primo incontro, il Gruppo consiliare regionale del movimento civico ha voluto organizzare un nuovo appuntamento per valutare assieme ai primi cittadini di Aiello del Friuli, Venzone, Torviscosa, Ruda, Palmanova, Campolongo Tapogliano, Cervignano del Friuli, Fiumicello e Bagnaria Arsa quanto è stato fatto su questi territori in termini di accoglienza dei rifugiati.

"Dai vari interventi che si sono succeduti - ha spiegato il capogruppo in Consiglio regionale Pietro Paviotti - è emerso in maniera chiara come questa esperienza sia stata gestita al meglio nei territori laddove all'emergenza iniziale è poi subentrata la capacità di gestire la situazione con competenza e umanità. Il sindaco di Venzone Fabio Di Bernardo, per esempio, ha raccontato come l'arrivo dei profughi in una struttura privata del paese abbia inizialmente portato scompiglio nella sua comunità, tanto da provocare una presa di posizione contraria del Consiglio comunale. Successivamente, però, grazie alla collaborazione tra Comune, cittadini e associazioni locali, la situazione è migliorata e l'emergenza ha lasciato spazio a una gestione positiva del fenomeno, con i rifugiati impegnati in lavori socialmente utili".

"Un principio d'integrazione su basi solide che ha trovato riscontro anche nell'esperienza della Bassa friulana, gestita in convenzione tra più Comuni con quello di Palmanova impegnato a coordinare una squadra, anche in questo caso composta da istituzioni e mondo del volontariato, che ha saputo ottenere ottimi risultati. Quei risultati - ha sottolineato Paviotti - che in altre circostanze non si sono raggiunti perché i presupposti iniziali non erano gli stessi".

Il caso è quello di Bicinicco, che alcuni cittadini del paese hanno testimoniato inequivocabilmente intervenendo nel dibattito.

"La protesta di Bicinicco finita nei giorni scorsi sulle pagine dei giornali - ha aggiunto Paviotti - è il frutto di un errore iniziale: l'arrivo dei rifugiati in quella comunità non era stato preparato e, di conseguenza, ha suscitato malcontento, mettendo anche in difficoltà l'amministrazione locale e generando allarme e tensione. Dall'incontro è emerso che il lavoro svolto dai Comuni nella gestione dell'emergenza rifugiati si è dimostrato prezioso e importante. Alle comunità friulane coinvolte va il nostro ringraziamento per aver saputo creare condizioni in cui chi è arrivato in affanno si è sentito accolto e ha potuto, nel limite del possibile, ricambiare l'ospitalità. L'emergenza ha messo in evidenza il profondo e radicato valore dell'accoglienza nelle nostre comunità, dove l'iniziale sensazione di incertezza e paura ha poi lasciato spazio a un'innata solidarietà che il popolo friulano da sempre possiede e manifesta quando è necessario".

Emerge dunque la necessità di conoscere meglio i fenomeni, di informare e condividere le politiche necessarie a governare i processi proprio per evitare paure e tensioni spesso immotivate e queste iniziative servono proprio a questo scopo.