CR: leggi di bilancio, relatore di minoranza Cargnelutti (5)
(ACON) Trieste, 13 dic - MPB - Prima di entrare nel merito
della manovra di bilancio 2017, una valutazione di metodo anche
da Paride Cargnelutti (Ncd), secondo relatore di minoranza, per
stigmatizzare la stretta tempistica imposta dalla Giunta per
l'esame dei documenti finanziari in Commissione in un lasso di
tempo nel quale l'Aula è stata impegnata a discutere
provvedimenti legislativi piuttosto complessi.
Quanto alla nota di merito sui documenti contabili, Cargnelutti
si è soffermato sul DEFR, definito lacunoso, e sulla mancanza di
una analisi sull'andamento del debito nazionale e locale. Per
quanto riguarda le politiche regionali, il DEFR è utile per
comprendere la situazione attuale e quella futura in materia di
coordinamento della finanza pubblica, di risorse libere
manovrabili, e di concorso in termini di indebitamento netto che
riducono la capacità di spesa della Regione. Dati in aumento per
quest'ultimo aspetto, da considerare nelle proiezioni rispetto al
2017 e ancor più rispetto al 2018 e da tener presente nella
rinegoziazione del Patto Stato-Regione che scadrà il prossimo
anno, e coinvolgendo in ciò anche il Consiglio regionale.
In merito al ddl di stabilità 2017 la Giunta regionale ha
finalmente recepito alcune, se non tutte, le nostre linee
economiche - ha detto Cargnelutti dando una valutazione di quanto
è stato fatto e denunciando ciò che si sarebbe potuto fare.
In dettaglio, su un bilancio complessivo di 3,7 miliardi di euro
di risorse regionali libere, la quota più rilevante (2,6
miliardi) è assorbita da sanità e politiche sociali, con 100
milioni in più rispetto all'esercizio 2016, anche se dal punto di
vista finanziario la contrattualizzazione della spesa sta
indebolendo la Regione. Difatti, se la spesa cresce e il
riconoscimento in compartecipazioni diminuisce, il disequilibrio
mangia risorse a discapito dell'autonomia ed è qui che bisogna
marcare stretto il Governo nazionale strappandogli un accordo che
consenta alla Regione di livellare i due fattori. Inoltre in tema
di sanità, la riforma non sembra aver dato il risultato atteso.
Cargnelutti ha poi elencato gli aspetti più importanti che hanno
visto l'accoglimento di indicazioni di Ncd: interventi volti a
favorire il recupero, la riqualificazione o il riuso del
patrimonio immobiliare esistente; valorizzazione dei beni e
attività culturali attraverso contributi una tantum per la
costruzione, la ristrutturazione, l'ampliamento e la
straordinaria manutenzione di istituti di istruzione religiosa e
opere di culto; contributi per manutenzione ed efficientamento
energetico degli immobili privati; incentivi a soggetti pubblici
e privati per rimozione e smaltimento dell'amianto, e per
l'installazione degli impianti di ricarica per alimentare auto
elettriche; incentivi all'imprenditoria femminile; sostegno
all'occupazione, a piccole e medie imprese per le operazioni di
cessione del credito a ristoro delle difficoltà economiche
causata da comprovati accadimenti di natura geopolitica;
finanziamento al Fondo regionale per la protezione civile;
sostegno a gestione e manutenzione della rete di banda larga;
contributi alle società sportive non professionistiche;
finanziamento alle Comunità montane, fino alla loro soppressione,
per la concessione degli aiuti previsti dalla LR 33/2002;
contributi straordinari ai poligoni di tiro, per l'adeguamento
degli impianti di sci, per l'allacciamento alla rete fognaria
(50%); eliminazione delle penalità per i Comuni che non entrano
nelle Uti.
Ciò che manca è il coraggio di una vera operazione di riduzione
delle imposte e delle tasse che aumenti la disponibilità a
famiglie e imprese e una ripresa del settore dell'edilizia,
motore dell'economia regionale e italiana. Si sarebbero dovuti
riformare i procedimenti amministrativi per semplificare e
accelerare la contribuzione alle imprese; manca anche una
semplificazione burocratica che doveva partire dallo sfoltimento
delle centinaia di regolamenti attuativi. Se la riforma sanitaria
va portata avanti fino in fondo, va potenziato il welfare con un
reddito fiduciario legato al lavoro. Inoltre - e questo
rappresenta il più grave vulnus alla programmazione
finanziario-economica della Regione - mancano regole concordate
con lo Stato affinché esso non possa mettere mano alle entrate
della Regione attraverso il principio del coordinamento di
finanza pubblica.
Quando andremo a trattare il prossimo Patto con lo Stato - ha
concluso il relatore - dovremo far capire che alla serietà nei
conti della Regione deve corrispondere altrettanta da parte dello
Stato.
(immagini tv)
(segue)