GM: Pustetto, sulle Dat sentenza amara della Consulta
(ACON) Trieste, 21 dic - COM/RCM - "La dichiarazione di
incostituzionalità dell'intero impianto della normativa sulle
libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat)
approvata nel 2015 dal Consiglio regionale non è altro che il
riflesso della profonda spaccatura ideologica che attraversa la
società italiana".
Questo il commento del consigliere regionale Stefano Pustetto
(Misto), primo firmatario della legge istitutiva del registro
regionale per le Dat e recante disposizioni per favorire la
raccolta delle volontà di donazione degli organi e dei tessuti,
che aggiunge: "Le sentenze vanno rispettate anche quando non
giungono alle conclusioni che vorremmo, pertanto da questa
sentenza siamo obbligati a ripartire perché il tema da affrontare
rimane sospeso e resta pesante come un macigno da ormai troppo
tempo.
"La società chiede a gran voce una risposta seria da parte delle
istituzioni alle problematiche sottese al cosiddetto fine vita.
La nostra legge aveva l'ambizione di poter dare un segnale forte
e stabile se non altro sul versante amministrativo. A oggi -
spiega Pustetto - chiunque voglia depositare la propria Dat
possiede poche e disomogenee tutele: ricorrere a un notaio di
fiducia, a uno di quei 40 Comuni regionali che hanno istituito il
servizio, ovvero alla custodia presso un proprio congiunto o
fiduciario.
"La Corte costituzionale ha tuttavia sancito - osserva ancora
Pustetto - che perfino il banale atto amministrativo di deposito,
consultazione e conservazione dei dati è incostituzionale. Logica
suggerirebbe, invece, che la conservazione delle Dat presso la
propria Azienda sanitaria, ovvero nella tessera sanitaria,
rappresentasse una garanzia aggiuntiva per il rispetto delle
norme sulla privacy e per il pronto accesso per gli aventi
diritto.
"La sentenza della Consulta - conclude il consigliere regionale -
mi lascia con l'amaro in bocca perché ancora una volta si è
voluto rendere più difficile e incerta l'esigibilità di diritti
sanciti dalla Costituzione come la scelta, libera e consapevole,
sull'accettazione o il rifiuto di determinati trattamenti
sanitari. Non possiamo lamentarci della pessima opinione che gli
italiani hanno dei politici quando, da almeno due decenni, nessun
Governo o Parlamento ha voluto fare chiarezza sul tema, lasciando
drammaticamente soli tutti quei cittadini che si trovano ad
affrontare sulla loro pelle questi problemi".