FI: Novelli, Pronto soccorso di San Daniele al collasso
(ACON) Trieste, 13 gen - COM/MPB - "Altroché attenzione rivolta
al paziente/cittadino e alla sua famiglia, la riforma sanitaria
non ha fatto altro che peggiorare la situazione del settore con
situazioni prossime al collasso, come ad esempio quella del
pronto Soccorso dell'ospedale di San Daniele".
Ad affermarlo il consigliere regionale di Forza Italia Roberto
Novelli, che ha presentato un'interrogazione sul tema alla
presidente Serracchiani e all'assessore Telesca.
"In base a molte segnalazioni che mi sono arrivate - rileva
Novelli - nei giorni passati la situazione al Pronto soccorso di
San Daniele è stata a dir poco critica: su 8 posti letto di
Osservazione breve intensiva presenti, ci sarebbero stati,
infatti, ben 10 (e talvolta anche di più) malati intensivi e
sub-intensivi, peraltro affidati a un solo infermiere. E non si
tratta di un caso isolato, bensì di una situazione molto
frequente e non legata al previsto picco di flussi invernali.
"Molto spesso, quindi, i posti i Osservazione breve intensiva
sono occupati da pazienti bisognosi di ricovero in ambiente
medico-chirurgico (ma anche intensivistico) che, però, non
trovano un letto disponibile. Un'attesa che talvolta si protrae
anche per giorni. E quando anche i posti di Osservazione sono
esauriti, il paziente è costretto a giacere sulla barella del
Pronto soccorso, con tutte le inevitabili ricadute dal punto di
vista della sicurezza, sia per lo stesso paziente che per il
personale di servizio, del tutto sottodimensionato per i carichi
proposti.
"Dalle segnalazioni risulta addirittura - prosegue l'esponente di
Forza Italia - che sia stato proposto di affidare i pazienti più
stabili ricoverati in ambito medico agli stessi familiari, in
modo da permettere così di liberare indispensabili posti letto.
Nello specifico è stata avanzata l'ipotesi di spostare fuori dal
reparto di assegnazione i pazienti più stabili ma ancora
ricoverati e porli a carico delle famiglie, visto che le risorse
infermieristiche non sarebbero sufficienti a garantire la
necessaria assistenza.
"Oltretutto sono stato anche informato che è stato chiesto a
diverse persone in attesa di dimissione dal reparto di liberare
in via collaborativa il posto letto per fare posto ad altri con
qualcuno costretto a mangiare in corridoio, non essendo possibile
un diverso tipo di assistenza da parte del personale
infermieristico, ormai spremuto e allo stremo.
"Un sovrannumero di pazienti - afferma ancora Novelli - dovuto
anche alla discutibile programmazione sanitaria. Con la chiusura
del Pronto soccorso di Gemona, trasformato in Punto di primo
intervento (dove comunque lavorano medici e infermieri
d'emergenza), infatti, San Daniele, che non è stato per nulla
potenziato, si ritrova in terribile affanno. Si è arrivati
addirittura al punto che al personale che si occupa delle
missioni 118 in ambulanza sarebbe stato dato l'ordine di non
ospedalizzare mai il paziente a Gemona, ma (fatte salve le
situazioni di emergenza con rischio di vita) di dirigersi
direttamente agli ospedali vicini di San Daniele, Tolmezzo e
Udine.
"Visto che San Daniele si trova in un punto centrale rispetto al
territorio gemonese, il suo Pronto soccorso di è dovuto accollare
da un giorno all'altro tutta la vasta popolazione che prima
afferiva al nosocomio di Gemona, oltre ovviamente agli utenti del
Sandanielese stesso e del Codroipese e fungendo sempre più spesso
anche come valvola di sfogo dell'ospedale di Udine. Il tutto
senza un adeguato potenziamento di personale e di dotazioni.
"Se tutto ciò fosse vero (e proprio di questo chiedo conto alla
Giunta nell'interrogazione, oltre ovviamente alle azioni che
intende intraprendere per porvi rimedio) - conclude Novelli -
saremmo di fronte a un'organizzazione creativa della sanità che
non troverebbe alcuna giustificazione, anche perché ormai siamo
arrivati al punto che ospedali che erano considerati fino a poco
tempo fa delle eccellenze e delle realtà in grado di adempiere in
maniera ottimale alle loro funzioni sia di emergenza che di
degenza, ora sono prossime al collasso anche a causa della
chiusura dei Pronto soccorso degli ospedali minori".