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Fine ospedali psichiatrici giudiziari, incontro nazionale a Trieste

27.01.2017
17:58
(ACON) Trieste, 27 gen - AB - La chiusura definitiva, oggi, degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia è stata al centro di un incontro nazionale che è stato ospitato a Trieste, nell'Aula del Consiglio regionale, dal titolo: "OPG: fine di una storia, il completamento della deistituzionalizzazione manicomiale in Italia (1876 - 2017)".

Questioni giuridiche, culturali e istituzionali stanno alla base di questo storico evento, promosso dalle Presidenze del Consiglio regionale del FVG e della III Commissione consiliare, di concerto con il competente Assessorato regionale e la collaborazione dell'Azienda sanitaria di Trieste e del Comitato nazionale Stop OPG.

Non potendo presenziare all'iniziativa, il sottosegretario del ministero della Salute Davide Faraone ha fatto pervenire un indirizzo di saluto per ribadire l'impegno del Governo nell'assicurare un'adeguata assistenza sanitaria a chi deve scontare un periodo di ricovero obbligatorio nel rispetto dei diritti delle persone, ma anche per esprimere un ringraziamento a chi da tempo si impegna perché in questo settore si volti definitivamente pagina.

Il fatto che l'iniziativa si svolga a Trieste - ha sottolineato l'on. Faraone - rende onore a un percorso iniziato proprio in questa città, da sempre sensibile e attenta a tematiche sociali come questa.

Dopo aver dato lettura di questo messaggio, Franco Rotelli, presidente della III Commissione sanità e politiche sociali del Consiglio regionale, ha tenuto a evidenziare come la fine dell'ospedale psichiatrico giudiziario nella forma da 150 anni e fino ad oggi esistita, richiami questioni di grande complessità, delicatezza e importanza.

Non si tratta solo del sottile crinale tra psichiatria e giustizia, tra esclusione e inclusione, tra cura e custodia, ma anche dei confini dell'imputabilità, del totem della pericolosità sociale, dell'immagine sociale di quella presunta pericolosità e dei reali casi in cui violenza vera si manifesta, ma soprattutto dell'ambiguità dei concetti di capacità/incapacità di volere e d'intendere e alla fine di cosa possiamo oggi affidare al concetto di libero arbitrio: dove comincia, dove finisce. Che uso ne possiamo fare.

Non stupisca - ha aggiunto Rotelli - che una Regione voglia favorire un dibattito attribuendo grande dignità a questi temi; è già qui accaduto più volte in passato su difficile scansioni storiche in tema di diritti civili, sociali e su questioni bioetiche su cui si coinvolse la comunità nazionale.

La fine legislativa degli OPG, la nascita delle REMS, la più marcata e quasi esclusiva responsabilità attribuita ai sistemi sanitari ci interrogano sulle forme di esercizio della giustizia, sulle responsabilità di quei servizi sanitari, la loro adeguatezza, la loro capacità di interventi integrati e emancipativi.

Questa regione - così ancora Rotelli - che ha visto negli ultimi decenni maturare una cultura nuova, un paradigma differente attorno ai temi della follia e degli istituti deputati, ha inteso riconoscere nel Giorno nazionale della Memoria l'importanza di un tema che tocca i fondamenti stessi del diritto, contemporaneamente volendo sottolineare che della vergona di quegli istituti che qui terminano occorrerà dare ulteriore conto alle giovani generazioni, perché non si ripetano gli errori che hanno reso granitiche istituzioni che non avrebbero mai dovuto nascere.

Questo anche perché - ha ammonito - tutt'altro che esorcizzato è il rischio che le nuove istituzioni possano mascherare sotto nuovi vestiti gli stessi errori, le stesse procedure fondate su inossidabili stereotipi.

Vorremmo anche far tesoro della peculiare esperienza che è qui in atto e discutere di quali ulteriori interventi legislativi e amministrativi debbano essere posti in essere per impedire ogni involuzione e un ritorno a un devastante passato.

Sono tra coloro che pensano che l'abolizione degli OPG sia stata possibile più per le scandalose condizioni in cui versavano questi istituti che per la consapevolezza dell'irrazionalità delle norme e delle procedure che ne fondavano l'esistenza. Occorrerà allora perseguire - ha concluso Rotelli - l'ampia diffusione di una documentazione che mostri quanto arbitraria e per nulla collegata alla entità dei reati fu l'infinita detenzione di molti, sistematicamente appartenenti alle classi sociali più deboli e quanto approssimativi, arroganti e spesso abnormi giudizi di psichiatri e magistrati l'avallarono.

Si è quindi sviluppato un ampio dibattito al quale hanno fornito il loro contributo l'assessore regionale Maria Sandra Telesca, il Commissario per la chiusura degli OPG Franco Corleone e numerosi politici, amministratori e addetti ai lavori.

L'evento si concluderà domani al teatro "Franca e Franco Basaglia", nel Comprensorio di San Giovanni a Trieste.

(foto, immagini tv)