Fine ospedali psichiatrici giudiziari, incontro nazionale a Trieste
(ACON) Trieste, 27 gen - AB - La chiusura definitiva, oggi,
degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia è stata al
centro di un incontro nazionale che è stato ospitato a Trieste,
nell'Aula del Consiglio regionale, dal titolo: "OPG: fine di una
storia, il completamento della deistituzionalizzazione
manicomiale in Italia (1876 - 2017)".
Questioni giuridiche, culturali e istituzionali stanno alla base
di questo storico evento, promosso dalle Presidenze del Consiglio
regionale del FVG e della III Commissione consiliare, di concerto
con il competente Assessorato regionale e la collaborazione
dell'Azienda sanitaria di Trieste e del Comitato nazionale Stop
OPG.
Non potendo presenziare all'iniziativa, il sottosegretario del
ministero della Salute Davide Faraone ha fatto pervenire un
indirizzo di saluto per ribadire l'impegno del Governo
nell'assicurare un'adeguata assistenza sanitaria a chi deve
scontare un periodo di ricovero obbligatorio nel rispetto dei
diritti delle persone, ma anche per esprimere un ringraziamento a
chi da tempo si impegna perché in questo settore si volti
definitivamente pagina.
Il fatto che l'iniziativa si svolga a Trieste - ha sottolineato
l'on. Faraone - rende onore a un percorso iniziato proprio in
questa città, da sempre sensibile e attenta a tematiche sociali
come questa.
Dopo aver dato lettura di questo messaggio, Franco Rotelli,
presidente della III Commissione sanità e politiche sociali del
Consiglio regionale, ha tenuto a evidenziare come la fine
dell'ospedale psichiatrico giudiziario nella forma da 150 anni e
fino ad oggi esistita, richiami questioni di grande complessità,
delicatezza e importanza.
Non si tratta solo del sottile crinale tra psichiatria e
giustizia, tra esclusione e inclusione, tra cura e custodia, ma
anche dei confini dell'imputabilità, del totem della pericolosità
sociale, dell'immagine sociale di quella presunta pericolosità e
dei reali casi in cui violenza vera si manifesta, ma soprattutto
dell'ambiguità dei concetti di capacità/incapacità di volere e
d'intendere e alla fine di cosa possiamo oggi affidare al
concetto di libero arbitrio: dove comincia, dove finisce. Che uso
ne possiamo fare.
Non stupisca - ha aggiunto Rotelli - che una Regione voglia
favorire un dibattito attribuendo grande dignità a questi temi; è
già qui accaduto più volte in passato su difficile scansioni
storiche in tema di diritti civili, sociali e su questioni
bioetiche su cui si coinvolse la comunità nazionale.
La fine legislativa degli OPG, la nascita delle REMS, la più
marcata e quasi esclusiva responsabilità attribuita ai sistemi
sanitari ci interrogano sulle forme di esercizio della giustizia,
sulle responsabilità di quei servizi sanitari, la loro
adeguatezza, la loro capacità di interventi integrati e
emancipativi.
Questa regione - così ancora Rotelli - che ha visto negli ultimi
decenni maturare una cultura nuova, un paradigma differente
attorno ai temi della follia e degli istituti deputati, ha inteso
riconoscere nel Giorno nazionale della Memoria l'importanza di un
tema che tocca i fondamenti stessi del diritto,
contemporaneamente volendo sottolineare che della vergona di
quegli istituti che qui terminano occorrerà dare ulteriore conto
alle giovani generazioni, perché non si ripetano gli errori che
hanno reso granitiche istituzioni che non avrebbero mai dovuto
nascere.
Questo anche perché - ha ammonito - tutt'altro che esorcizzato è
il rischio che le nuove istituzioni possano mascherare sotto
nuovi vestiti gli stessi errori, le stesse procedure fondate su
inossidabili stereotipi.
Vorremmo anche far tesoro della peculiare esperienza che è qui in
atto e discutere di quali ulteriori interventi legislativi e
amministrativi debbano essere posti in essere per impedire ogni
involuzione e un ritorno a un devastante passato.
Sono tra coloro che pensano che l'abolizione degli OPG sia stata
possibile più per le scandalose condizioni in cui versavano
questi istituti che per la consapevolezza dell'irrazionalità
delle norme e delle procedure che ne fondavano l'esistenza.
Occorrerà allora perseguire - ha concluso Rotelli - l'ampia
diffusione di una documentazione che mostri quanto arbitraria e
per nulla collegata alla entità dei reati fu l'infinita
detenzione di molti, sistematicamente appartenenti alle classi
sociali più deboli e quanto approssimativi, arroganti e spesso
abnormi giudizi di psichiatri e magistrati l'avallarono.
Si è quindi sviluppato un ampio dibattito al quale hanno fornito
il loro contributo l'assessore regionale Maria Sandra Telesca, il
Commissario per la chiusura degli OPG Franco Corleone e numerosi
politici, amministratori e addetti ai lavori.
L'evento si concluderà domani al teatro "Franca e Franco
Basaglia", nel Comprensorio di San Giovanni a Trieste.
(foto, immagini tv)