AP/Ncd: proposta di legge pro famiglia
(ACON) Trieste, 30 gen - COM/RCM - Detrazione di 250 euro per
ogni figlio fiscalmente a carico dei soggetti che hanno un
reddito non superiore a 70mila euro, agendo sull'Irpef; far
partecipare la Regione al progetto nazionale di certificazione
Family Audit, marchio che qualifica realtà pubbliche e private
come attente alle esigenze di conciliazione famiglia-lavoro. E
per obiettivo "contrastare la denatalità e porre le basi per un
Friuli Venezia Giulia più equilibrato nel rapporto fra
generazioni, lanciando un segnale di fiducia nel futuro".
I consiglieri regionali di Area Popolare/Ncd, Alessandro Colautti
e Paride Cargnelutti, sintetizzano così i contenuti della loro
proposta di legge (4 articoli) per una precisa scelta in favore
delle famiglie con figli.
Per la detrazione fiscale, il progetto contiene un meccanismo che
prende come riferimento sia le fasce di reddito sia il numero di
figli, in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico.
Stimato anche l'investimento della Regione: 50 milioni. "È un
misura volta ad alleviare il costo dei figli con un'attenzione
per il ceto medio, che di questa crisi sta pagando il maggior
prezzo", spiegano Colautti e Cargnelutti.
La detrazione fiscale è il ragionamento sotteso alla norma, non è
però sufficiente se non è inserita in un contesto sociale,
economico e culturale 'amico' della famiglia.
La certificazione Family Audit, nata sperimentalmente in Trentino
negli anni 2005-2008, ha ben presto valicato i confini e nel 2010
è stato sottoscritto un protocollo d'intesa per il suo
trasferimento a livello nazionale, dove è stata inserita nel
Piano nazionale per la famiglia. Organizzazioni pubbliche e
private ottengono la certificazione Family Audit quando offrono
servizi, anche a carattere turistico, e interventi
qualitativamente aderenti alle esigenze e alle aspettative delle
famiglie, residenti e ospiti, accrescendo l'attrattività
territoriale. Stimola, inoltre, a qualificare il territorio come
laboratorio strategico sul quale si sperimentano e si integrano
le politiche pubbliche e si innovano i modelli organizzativi.
"Un cambiamento culturale - concludono Colautti e Cargnelutti -
che deve registrarsi anche all'interno della struttura della
Regione, consentendo l'adozione di politiche di gestione del
personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle
loro famiglie, con soluzioni competitive riguardo alla
flessibilità del lavoro e alla cultura della conciliazione".