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CR: illustrate quattro mozioni su immigrati e CIE (6)

31.01.2017
15:37
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB/RCM - Con la illustrazione di quattro mozioni - una del M5S, una dei Cittadini, un'altra dei consiglieri Luca Ciriani (FdI/AN) e Barbara Zilli (LN) e, infine, quella dei Gruppi regionali di FI e di Area Popolare/Ncd, oltre a Violino (Misto) e Tondo con Ret e Revelant (AR) - poi discusse unitariamente, l'Aula ha affrontato il problema immigrazione e dei Centri di identificazione ed espulsione (CIE).

La mozione dei Cinquestelle, prima firmataria la portavoce del MoVimento Ilaria Dal Zovo impegna la Giunta regionale a esprimere in ogni sede, e in particolare in seno alla Conferenza Stato-Regioni, una posizione di piena contrarietà all'apertura di nuovi Centri di identificazione ed espulsione sul territorio regionale o alla riapertura/riconversione delle strutture già esistenti. In premessa il provvedimento fa riferimento alla circolare del ministero dell'Interno diffusa lo scorso 30 dicembre relativa alle attività di rimpatrio degli stranieri irregolari, al programma di riapertura dei CIE e alla volontà del Governo di stipulare nuovi accordi bilaterali di riammissione nei territori di provenienza e di riformare in senso restrittivo le norme sul diritto di asilo. I Cinquestelle inoltre ricordano l'assenza di un regolamento comune per tutti i CIE in Italia (cosa che determina gradi diversi di flessibilità nella concessione dei diritti), le gravi violazioni dei diritti umani verificatesi all'interno di tali strutture, il fatto che quello di Gradisca d'Isonzo è stato per anni indicato come uno dei peggiori CIE d'Italia; infine richiamano la mozione già deliberata dal Consiglio regionale FVG due anni fa (27.1.2015) che ha impegnato la Giunta a ribadire con fermezza la contarietà a eventuale riapertura, e a garantire il costante coinvolgimento degli enti locali e delle realtà associative nella organizzazione di una accoglienza diffusa ed inclusiva.

La mozione presentata da Luca Ciriani (FdI/AN) e Barbara Zilli (LN) vuole promuovere un "nuovo approccio alla politica di contrasto all'immigrazione impegnando la Giunta a intervenire presso il Governo per una serie di azioni tra le quali dichiarare lo stato di emergenza; bloccare i flussi di immigrati alla partenza creando centri di prima accoglienza nei Paesi del Nord Africa; aprire accordi bilaterali con i Paesi d'origine e riattivare quelli già stipulati per accelerare e intensificare i rimpatri di chi si trova in Italia illegalmente; confermare il reato di immigrazione clandestina, ridurre i tempi di esame della richiesta di asilo da parte delle Commissioni territoriali e aumentare i punti di verifica delle domande di protezione internazionale, cancellare la "protezione umanitaria" (peculiarità italiana) e istituire un sistema che contempli solo diritto di asilo e protezione sussidiaria, emanare decreti legge di urgenza per l'annullare il secondo grado di giudizio in caso di diniego del riconoscimento del diritto di asilo e istituzione di CIE funzionali alla rapida espulsione di quanti sono privi di requisiti per rimanere in Italia, ripristinare il sistema relativo all'immigrazione regolare disciplinato dal sistema dei flussi e del permesso di soggiorno ottenuto in presenza di un contratto di lavoro, introdurre norme internazionali che prevedono l'obbligo di rendicontare puntualmente le spese sostenute dai soggetti che si occupano dell'accoglienza, abrogazione dell'attuale sistema forfettario di 35 euro pro capite, l'annullamento dell'intesa sottoscritta con il Governo per assegnare 3.500 euro finalizzata al rimpatrio di immigrati.

"La situazione dei richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia" è il titolo e il tema della mozione presentata dai consiglieri del Gruppo dei Cittadini e illustrata dal capogruppo Pietro Paviotti che ha anche annunciato la presentazione di un emendamento. Il provvedimento impegna la Giunta ad accompagnare, con tutti gli strumenti di cui dispone, il rinnovato sforzo del Governo nazionale teso da un lato a far emergere con rapidità, tra i migranti coloro i quali abbiano diritto al riconoscimento di una forma di protezione internazionale, dall'altro a rendere efficaci le operazioni di rimpatrio degli irregolari, e ciò per favorire l'adesione volontaria di tutti i Comuni della nostra regione ai processi di accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e di integrazione di tutti coloro cui verrà concessa la protezione internazionale; inoltre a ottenere dal Governo la garanzia della progressiva riduzione dei richiedenti asilo nel territorio regionale fino alla quota del 2,19% spettante dal Friuli Venezia Giulia.

"La presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha inviato una missiva al ministro degli Interni, Marco Minniti, chiedendo di potenziare in maniera stabile gli organici delle Forze dell'Ordine in Friuli Venezia Giulia per garantire la sicurezza dei cittadini in un territorio immediatamente interessato dai flussi migratori e sempre più cruciale per le tratte criminali provenienti dall'Est Europa". Questa la premessa della quarta mozione firmata, come detto, dal centrodestra.

L'impegno che si chiede al Consiglio regionale - ha spiegato il capogruppo di FI, Riccardi - è di promuovere "l'iniziativa della presidente Serracchiani esprimendo piena sintonia di vedute e assoluta condivisione delle problematiche dalla stessa esposte nella sua missiva al ministro Minniti, nonché delle soluzioni ivi proposte", ovvero: una presenza numericamente adeguata, coordinata e capillare di tutte le Forze di sicurezza; studiare l'avvio di possibili rimpatri, azione che potrebbe avere un significato simbolico e deterrente soprattutto nei confronti degli elementi meno integrati.

Perché "chi fugge dalla guerra - si legge nella mozione del centrodestra che riporta parole della stessa Serracchiani - deve trovare soccorso, ma se ci sono migranti che commettono reati o che non rispettano le regole di civile comportamento, vanno identificati i modi più adeguati per evitare che continuino a recare danno in quanto non è accettabile che dei richiedenti asilo approfittino dell'accoglienza umanitaria per delinquere, per cui chi esce dalla legalità deve essere fermato subito e con la massima fermezza".

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