M5S: Ussai, garantire tariffe sanitarie pubbliche pari alle private
(ACON) Trieste, 1 feb - COM/RCM - "Le tariffe nel settore
pubblico non possono essere superiori a quelle praticate nel
privato. La Regione deve fare uno sforzo per renderle almeno
uguali".
A chiederlo è il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle
Andrea Ussai, che su questa anomalia ha interrogato la Giunta
Serracchiani.
"I costi di alcuni esami presso le strutture private - spiega
Ussai - continuano a essere maggiormente concorrenziali rispetto
alla sanità pubblica. Per questa assurdità, molti cittadini hanno
già protestato. Il costo di diversi esami del sangue a carico
degli utenti dal Servizio sanitario regionale è, infatti, più
alto rispetto a quello praticato per gli stessi accertamenti da
alcuni laboratori privati.
"Non possiamo, inoltre, trascurare il fatto che la quota
aggiuntiva sulle ricette (il cosiddetto super ticket) è stato
rimodulato dalla Giunta Serracchiani appena lo scorso anno,
esentando dal suo pagamento solo le famiglie meno abbienti, a
fronte degli obiettivi di mandato dell'Esecutivo regionale che
prevedevano la sua abolizione totale.
"A peggiorare il quadro, la chiusura di diversi ambulatori e
centri prelievo pubblici che hanno portato un evidente vantaggio
al settore privato. Ben il 70% dei cittadini del Friuli Venezia
Giulia, come evidenziato dal Rapporto Crea 2016, è già costretto
a ricorrere a prestazioni non rimborsate dal Sistema sanitario
regionale, con un costo pro capite superiore alla media
nazionale.
"Come se non bastasse, la Regione registra anche la maggior
percentuale di nuove rinunce alle spese sanitarie per motivi
economici, rispetto alla media del Nord-Est.
"La scusa dell'attesa del tariffario nazionale per rimodulare le
tariffe, avanzata in Aula dall'assessore Telesca, è debolissima -
chiosa Ussai -. La Giunta regionale deve attivarsi subito per
invertire questa preoccupante tendenza che favorisce la sanità
privata. Visto che si parla sempre di eliminare i doppioni, non
vorremmo che questa maggioranza si sia posta l'obiettivo di
sacrificare la sanità pubblica, percepita ormai come un
fastidioso doppione di quella privata".