Pd: Cremaschi, CIE, servono modelli org. accoglienza dignitosa
(ACON) Trieste, 1 feb - COM/MPB - In merito alle mozioni sui
CIE discusse e votate in Consiglio regionale la consigliera Pd
Silvana Cremaschi, richiamando gli interventi celebrativi della
Giornata della Memoria, ha sviluppato una riflessione sul
presente, collegata all'esperienza personale, per sottolineare
la necessità di trovare modelli organizzativi di accoglienza
dignitosa e indicare alcune linee di soluzione.
"In ebraico "fare memoria" - per Cremaschi - significa rivivere,
rendere attuale, ridare consistenza e modificare la storia, ora
che possiamo farlo. Io voglio "fare memoria" e ripensare al mondo
di oggi in base alle riflessioni sul passato.
"I fratelli di mio nonno, italianissimi, durante l'ultima guerra
sono emigrati in America: erano italiani all'estero, fuggiti per
motivi economici e per fuggire dalla guerra. I miei prozii ebrei
russi durante la guerra sono stati internati nei campi di
concentramento e sono stati ridotti a saponi e a cenere nelle
camere a gas, mia nonna ebrea-russa-italiana si è salvata, unica
della sua famiglia, nascosta per un anno in un convento di suore
sulle montagne bergamasche, con il rischio che tutte le suore del
convento venissero arrestate.
"L'Italia ha una storia di umanità, non tradiamola. Abbiamo
ricordato Hannah Arendt e la sua "banalità del male", ci siamo
detti che il nazismo è cresciuto perché tante brave persone hanno
fatto il loro dovere senza fare troppe domande: ''il governo ha
chiesto questo, il ministro sta operando in questa direzione, io
chi sono per contrastare quello che avviene? Se dicono che i
migranti sono pericolosi ci sarà qualcosa di vero''.
"Ebbene, noi siamo responsabili di ogni persona, della vita e
della morte di ogni persona, proprio come se questa persona fosse
nostro figlio o fratello. Se vostro fratello fosse siriano, se
venisse da paesi di guerra, fame, miseria, tortura¿ che cosa
fareste per lui?
"La nostra terra ha le risorse per sfamare tutti i suoi abitanti,
e se qualcuno muore di fame, di guerra, di tortura, questo ci
riguarda da vicino; ne siamo responsabili.
"Ebbene, noi non abbiamo il diritto di privare della libertà
personale nessuno, se non in seguito a un processo e per scontare
una pena, al termine della pena la persona è libera come ciascuno
di noi.
"Il concetto di pericolosità sociale a prescindere da atti
compiuti ai danni di altre persone e a prescindere da un regolare
processo e dal diritto alla difesa implica il diritto di qualcuno
di dichiarare che qualcun altro, per il solo fatto di essere nato
dalla parte "sbagliata del mondo" e di voler cercare nuovi
percorsi per la sua vita, costituisce un pericolo per qualcun
altro che va da lui protetto¿ ma se fosse vostro fratello o
vostro figlio che cosa pensereste?
"Ovviamente va trovato un modello organizzativo che consenta
l'accoglienza dignitosa delle persone che arrivano e che consenta
la sicurezza, lo star bene di tutti i residenti.
"Quali soluzioni?
"I CIE ospitano l'1% delle persone che dovrebbero essere
rimpatriate, evidentemente quindi non sono soluzioni, ma solo un
modo politico per mostrare i muscoli, i CIE mettono in carcere
persone che non hanno subito un processo, ovviamente quindi non
sono una soluzione ma sono una lesione dei diritti civili.
"Corridoi umanitari, carcere per chi commette reati (e durante la
detenzione c'è tutto il tempo per costruire percorsi di
rimpatrio), accordi con i Paesi d'origine, se non sono paesi che
ammettono la tortura e ledono i diritti umani, ma soprattutto
attenzione alle politiche estere, alla possibilità di sostenere
l'economia dei Paesi meno ricchi, o meglio dei Paesi le cui
ricchezze sono state assorbite dai Paesi occidentali più
tecnologici, blocco alle politiche di vendita delle armi a Paesi
che sostengono guerre, dittature¿
"La terra è di tutti e basta per tutti, e se qualcuno muore tutti
noi moriamo, se qualcuno è costretto ad abbandonare la sua casa e
i suoi affetti, la sua storia, anche tutti noi lo siamo, tutti
noi siamo immigrati, fuggitivi, profughi. Le uniche soluzioni
possibili sono quelle che vorremmo per noi e per i nostri figli".